Insomma, il titolo di questo articolo è cabalismo allo stato puro, con tutti questi numeri.
Il 1986 è l'anno in cui i Litfiba compongono 17 re, un album ricco e maestoso.
Probabilmente l'apice artistico della band, sicuramente una pietra miliare nella discografia italiana.
Ma prima di 17 re, ci sono altri appuntamenti a cui il gruppo non manca...
Vi lascio il link coi primi cinque articoli della storia completa dei Litfiba:
- PARTE 1 - GLI ESORDI + IL PRIMO EP
- PARTE 2 - LUNA/LA PREDA + ENEIDE
- PARTE 3 - YASSASSIN + LIVE IN BERLIN
- PARTE 4 - DESAPARECIDO
- PARTE 5 - TRANSEA
LA MUSICA CONTRO IL SILENZIO
Le registrazioni di 17 re si svolgono d'estate, tra la G.A.S. e lo Studio M di Calenzano.A fine lavori, in attesa della post-produzione, la band non si riposa: è settembre quando Palermo ospita la manifestazione La musica contro il silenzio, voluta e organizzata da Pelù.
Oltre ai Litfiba, a cantare sul palco contro la mafia, Diaframma, Neon, Denovo, Gaznevada e molti altri gruppi.
EUROROCK 86, AUSTRALIA, MARSIGLIA
Lo stesso mese vede impegnati i Litfiba in Belgio, all'Eurorock 86.A novembre, la band vola invece a Melbourne per un festival musicale, e nei primi giorni di dicembre è la Francia, che li ama particolarmente, a garantir loro due date marsigliesi sold-out.
DOVE LA LUCE GENERA I MOSTRI
Inizialmente non si pensava a un doppio album. Ma tutti quei brani erano così perfetti che sarebbe stato un peccato dimezzarli di numero.Tantissime idee dove convergono le diverse anime di ogni membro della band: questo è 17 re, un lavoro complesso che esprime al meglio la potenzialità dei Litfiba, liberi e creativi oltre ogni misura.
Diciassette re sono diciassette brani, ma il pubblico potrà ascoltarne solo sedici e leggere almeno il testo dell'ultimo. Che, paradossalmente, è proprio la title-track.
La passione di Piero per l'esoterismo, per i tarocchi e per la magia danno il nome al brano e quindi all'album, che viene arrangiato da Gianni Maroccolo, con Alberto Pirelli e l'aggiunta preziosa di Daniele Trambusti.
Presentare sedici brani non è semplice, ma si studia una "griglia" di quattro facciate per raggruppare quasi musicalmente i lavori: e così, il primo blocco è dedicato a un rock ruvido; il secondo al post new-wave; il terzo alle ballate e il quarto alle sperimentazioni.
Il tutto, al prezzo di 18.000 lire.
17 RE
L'idea del Sacro Cuore fu del produttore Pirelli, con l'accostamento 17 re / Cristo Re.Tagliò dal giornale L'Espresso una immagine sacra e sciolse i contorni con la trielina, rivolgendosi a qualcuno che potesse realizzare un disegno così.
Ma l'effetto desiderato non si riusciva a replicare, e allora fu usata proprio la foto originale.
Il disco si apre con la veloce Resta, guidata dalla ruvida chitarra di Ghigo Renzulli: è ispirata ai fatti di Chernobyl, raccontando di metamorfosi violente e nichiliste.
Re del silenzioè invece il racconto della fine di una storia d'amore, quella di Piero, e la relativa sofferenza: il brano è condotto dalle tastiere di Aiazzi e dalle chitarre di Ghigo.
Cafè, Mexcal e Rositaè un brano funky e molto aperto, parla ancora d'amore ma anche di alcool: il mezcal, appunto, che Pelù aveva incontrato in Messico.
Vendette (riportato Vendetta nei credits) è una canzone vagamente figlia di flamenco gitani, con al centro della scena l'impietosa descrizione di umanità e divinità.
Pierrot e la lunaè ispirato al Pierrot Lunaire di Schonberg (che arriva in coda al brano) e alle atmosfere di sognante silenzio della campagna notturna.
Tangoè un manifesto contro la guerra, con le tastiere di Aiazzi suonate come una fisarmonica in una struttura similare appunto a un tango.
Come un dio(in seguito conosciuta semplicemente solo come Dio) è segnata da un cantato tra il malinconico e il reazionario, e da un'amosfera musicale oscura. La smitizzazione della religione è al centro del testo.
Più sofferto è il cantato in Febbre, brano cupo che aprendosi con tastiere melodiche e lontani echi, lascia spazio alla ritmica di de Palma che conduce fino al finale non del tutto liberatorio. Sofferenza, alterazione e reclusione sono alla base del testo.
Apapaia, uno dei primi veri inni della band, si spoglia della cupezza e diventa rabbioso e deciso nei testi quanto aperto e fresco nelle musiche.
Universè un viaggio forse interstellare, sicuramente psichedelico. Dominano tutti gli strumenti: dal synth di Aiazzi, al tappeto di Maroccolo; dalle chitarre melodiche di Ghigo fino alla decisa batteria.
Sulla terraè gia la new wave che diventa sempre più rock classico: anche qui si raccontano frammenti di umanità, tra vittime, poteri e conflitti.
Ballataè la prima vera ballad della band, un pezzo acustico e malinconico nato dall'esigenza di avere un pezzo che non necessitasse del gruppo al completo per essere eseguito.
Dominano Ghigo e Maroccolo, che accompagnano le derise ali di cera di Piero.
Gira nel mio cerchio, che già dal titolo strizza l'occhio a qualcosa di esoterico, è un pezzo rock sotto alta gradazione alcolica. Mutazioni animalesche e pericolose sono raccontate in questo brano infernale.
Cane, dall'assetto acido e punk, dove a guidare questo episodio sono Piero e Ghigo. L'ispirazione per il testo viene dal Cuore di cane di Bulgakov.
Oro Nero riprende il filone "mediorientale" già esplorato dai Litfiba. L'incomunicabilità tra diverse correnti, dove a dominare saranno solo morte e denaro, è raccontata in questa canzone che nel cantato s'ispira a Demetrio Stratos.
Chiude Ferito, manifesto antimilitarista e ossessivo, con una parte parlata che proviene dalle prime influenze rap americane. La batteria tuonante è come un tamburo che, battuto l'ultimo colpo, libera l'ascoltatore dall'incantesimo di 17 re.
IL DICIASSETTESIMO RE
Manca, come detto, proprio un'ultima canzone: 17 re.Il brano -unico giudicato non all'altezza- resta fuori dal lotto, mentre il testo è trascritto in seconda di copertina:
diciassette re chiusi in un quadro / dove la luce genera i mostri / lo scettro una spada che vuole sangue per conquistare / la corona un imbuto di colore / un solo coloreNon so perché, ma queste parole (il quadro, l'imbuto come corona...) mi hanno sempre fatto pensare alle opere di Bosch, uno dei miei artisti preferiti: compare infatti, nei suoi quadri, qualche personaggio che indossa un imbuto come copricapo. Questo è un dettaglio del Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio, ma ovviamente il tutto è solo una mia idea:
IL TOUR
Già dal dicembre 1986, a pochissimo dall'uscita di 17 re, i Litfiba intraprendono la prima parte del tour, declinando persino un invito al Sanremo Rock dell'anno successivo, dove era imposta l'esecuzione in playback.Per qualche data, Ringo de Palma, impegnato col servizio civile a Bologna, viene sostituito proprio da Daniele Trambusti.
Queste sono Resta e Ferito registrate alla discoteca Q'Bo di Bologna, il 20 dicembre 1986:
APRITE I VOSTRI OCCHI
Il lungo tour del 1987 viene cristallizzato nella data del 12 maggio, quando i Litfiba si esibirono allo storico Tenax di Firenze.Giocano in casa, e proprio qui si decide di registrare il loro primo live (se si esclude il precedente bootleg semi-ufficiale).
L'album, che uscirà a quasi un anno di distanza da 17 re, fotografa il tour in undici momenti: c'è tanto del recente disco, ma anche tre recuperi storici: Luna, La preda e Tziganata.
12-05-87 (aprite i vostri occhi)è una semplice registrazione del live, senza artifici postumi: una semplice testimonianza di un concerto dei Litfiba, che il pubblico può già scoprire a caccia di arrangiamenti sempre nuovi anche per i brani recentissimi.
Ecco ad esempio Come un Dio:
Di questo live esiste anche una versione video, ma non fissata su alcun supporto ufficiale.
È un modo per scoprire come sono fisicamente i Litfiba sul palco, con l'eclettismo di Pelù a incantare il pubblico, e una musicalità che si allontana sempre più dalla new wave di stampo classico per divenire, presto, altro...
Questa è Luna, con intermezzi dialogati e una performance quasi recitata:
17 RE TRENTENNALE
Nel 2016, in occasione dei trent'anni del disco, Ghigo Renzulli promuove un progetto con sedici band indie, che eseguono i brani del disco.
TRA QUALCHE GIORNO, IL ROCK DI LITFIBA 3!
Fonti consultate
F. Guglielmi, A denti stretti - La vera storia dei Litfiba, Giunti, 2000
P. Pelù (con M. Cotto), Perfetto difettoso, Mondadori, 2000
E. Assante, G. Castaldo, Litfiba Collection vol. 1 - Gli anni Ottanta, Gruppo L'Espresso, 2010
P. Pelù (con M. Cotto), Identikit di un ribelle, Rizzoli, 2014
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