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[SOCIETÀ] cultura pop: uguale ovunque?

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Due giorni fa vi ho chiesto quali argomenti vi piacerebbe che trattassi qui, per discuterne assieme.
Mi avete inondato di richieste (dunque, grazie!), e la prima a rispondere è stata Irene del blog Dadirri, suggerendomi un dibattito che si è dimostrato immediatamente interessante, generando subito varie opinioni.
In sostanza, Irene chiede: la cultura dell'epoca andava di pari passo in tutte le zone d'Italia?
Ci sarà stata una differenza tra un bambino anni '80 di Milano e uno di Palermo?
Una questione culturale, in sostanza.
Di cultura... pop. Nel tempo e nello spazio.
Questo è quel che ne penso io (per come ho vissuto la cosa); aspetto le vostre opinioni ed esperienze!

IERI E OGGI: DIFFERENZE

Se oggi le distanze sono completamente abbattute da internet, con cui possiamo uniformarci tra mode e pensiero, un tempo non era così.
Un tempo le differenze c'erano.
Da città a paesino di provincia. Da città a città. Da nazione a nazione.
Oggi, anche il ragazzino che vive tra il letame delle vacche sulle Alpi, può vestirsi all'ultimo grido e non sfigurare quando si reca nella metropoli; un tempo sarebbe stato deriso perché fuori contesto.
Oggi, come quarant'anni fa, chiunque guarda la televisione e sogna ciò che moda e capitalismo gli suggeriscono.
Ma oggi tutti possono immediatamente acquistare vestiario e oggetti, mentre un tempo era molto più difficile farlo.




DA PAESINO A CITTÀ

Fino ai primi anni 2000, questa differenza c'era. Si sentiva.
Un campagnolo o un montanaro apparivano "antiquati", forse anche impacciati, affacciandosi in un contesto più "moderno".
Anche chi viveva in provincia, per trovare qualcosa (un cinema, un negozio particolare, una qualche possibilità in più...), doveva spostarsi.
Ed era un viaggio quasi magico, verso ciò che esisteva solo nei desideri.
Oggi le distanze si sono accorciate: non esiste più nemmeno il piacere dell'attesa o il piacere della difficoltà nel raggiungere quel che occorreva.





DA NORD A SUD

Ma com'era la situazione nella stessa nazione (cioè l'Italia), da città a città?
Alcuni posti si sono "evoluti" prima di altri.
Attenti alle mode oltre confine (o oceano), hanno recepito le novità in anticipo.
Sul versante della cultura pop o comunque la moda, per quanto riguarda gli anni '80 si parla spesso di Milano come capitale delle nuove mode giovanili (seguita per ovvi motivi da Roma) e di Firenze come culla di nuove esplosioni artistiche.
Probabilmente, tranne qualche zona più ricettiva nel meridione (Catania, mi verrebbe da pensare), il resto era un po' indietro.
Lo constatai anche col semplice McDonald's: se oggi i fast food sono ovunque e di ogni tipo, venti o trenta anni fa erano alla portata di pochi, dislocati perlopiù nel Nord Italia.




DA NAZIONE A NAZIONE 

Noi abbiamo avuto come modello i programmi televisivi americani, da cui si traeva ispirazione.
Spesso ci apparivano "contemporanee" anche cose che, negli Stati Uniti, avevano già qualche anno sulle spalle.
Ma, se noi rincorrevamo l'America, altri rincorrevano noi: è il caso dell'Albania.
Mitizzarono l'Italia proprio grazie alla nostra televisione, che prendeva anche lì.
Eravamo la loro America.
Fino a non pochi anni fa, le nostre robe dismesse finivano indossate da queste genti: che ci apparivano fuori contesto, fuori moda, anche un po' cafoni.
Come quando un campagnolo italiano si recava in una città italiana.
La ruota è questa.



TELEVISIONE CHE UNISCE...

La televisione nazionale, con sette reti stabili e varie syndacation, ha contribuito a diffondere in maniera univoca programmi e prodotti.
Quindi, sebbene anche solo virtualmente, tutti sapevamo cos'era il Burghy (
QUI), anche se non tutti potevano andarci.
Tutti vedevano le stesse serie, gli stessi cartoon, gli stessi film, gli stessi show.
Veri e propri fenomeni scciali che hanno ridefinito la cultura di massa.





...TELEVISIONE CHE DIVIDE

Però, c'è anche una televisione diversa, sommersa. Che divide.
Divide ma non per separare, sia chiaro: ma per arricchire.
Parlo della tv regionale (➡ QUI).
Ho sempre vissuto a cavallo tra due regioni, e ho constatato una cosa: quello che conoscono i miei amici pugliesi, non è conosciuto dai miei amici abruzzesi, e viceversa.
Io stesso vedevo in Abruzzo cartoni e serie che in Puglia non davano, così come in Puglia seguivo show che nessuno in Abruzzo sembrava aver mai visto.
Ogni volta che mi recavo in altre regioni, per vacanza, non facevo che cercare subito i canali privati, per scoprire cosa trasmettessero di diverso, che non conoscevo.



CONCLUSIONI

Quel che prima la tv, a molti, lasciava solo sognare... oggi internet permette di avere.
Le differenze non esistono più per davvero, in un'ottica di appiattimento generale che da un lato ci ha resi tutti uguali senza discriminazioni, ma dall'altro, forse, ha anche massacrato la genuinità locale.
Che ha sempre avuto i suoi tempi, i suoi spazi, i suoi modi.


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