Una volta, per raccontare e spiegare la cultura pop che amo, e il mio stesso amore per questa, avevo in mente di scrivere una storia.
Una storia dove alla fine le Torri Gemelle non cadevano.
Il mondo fermo a un eterno 2000, che era il traguardo di ogni futuro possibile.
Una storia che cambiava la Storia.
Ma ci hanno pensato altri, prima di me, a non far cadere altre torrigemelle (inteso come simbolo di un'epoca), scrivendo storie dove non succede questo o quell'evento epocale che ha determinato una svolta nella società, nella cultura, nei modi di vivere.
Io, che amo la cultura anni '80 e '90, avrei scritto una storia dove nel finale i beduini barbuti non riescono nell'intento (magari programmato con qualche americano stesso) di distruggere le Torri Gemelle e ridisegnare così lo skyline di New York.
Cristallizzando la cultura pop, fermandoci tutti al 2000. Il futuro.
Ma, mi sono chiesto: quanti di noi sono comunque fermi al 2000?
No, non è l'annosa e ormai stantia questione della nostalgia e del nostalgismo, con chi piange da un lato ricordando i bei vecchi tempi (senza scioccamente vivere il presente), e chi sfotte dall'altro sul piedistallo della sua vita adulta (realizzata tra divorzi e figli da mantenere).
Voglio proprio parlare di altro.
Della percezione del tempo.
Come percepite voi il tempo?
Se mi citate gli anni '70, il mio cervello in un primo momento pensa "trent'anni fa".
Se mi citate gli anni '80, ecco che arriva il "vent'anni fa".
Anni '90? L'altroieri.
Giusto gli anni '60 erano per me il vintage (e cool), l'epoca dei miei genitori, gli affascinanti spot del Carosello da guardare con curiosità nel preserale di Raitre.
Invece siamo nel 2020, quindi dobbiamo aggiungere venti anni a questi pensieri.
Venti anni che sono comunque stati vissuti, in cui è successo di tutto e la stessa cultura pop ha avuto molto (tra ritorni e novità).
Eppure, vi dico.
Per me il gli anni '60 sono ancora quelli vintage, mentre il resto è davvero dietro l'angolo.
Quasi non riesco a credere che una persona nata negli anni 2000... possa ritenere "vintage" gli anni '80.
Significa che io stesso sono vintage, quindi "vecchio".
E invece voglio essere, al massimo, retromaniac.
Ma veniamo a noi: voi come percepite il tempo?
Vi sembra passata un'eternità dall'ormai lontano 1990, o era solo ieri?
Inoltre, non sembra anche a voi che i tempi si siano dilatati?
Che davvero i 40 sono i nuovi 20, che davvero non si invecchia più alla velocità di prima, che davvero si matura diversamente?
È nata la società del fancazzismo?
Una società dove non è per forza necessario essere seriosi a tutti i costi, ma si può ancora giocare e divertirsi?
Voi sentite gli anni che -anagraficamente- avete?
Davvero, se non la morte, abbiamo distrutto il tutto tempo (perché il tempo è solo mio - cit.)?
Io ho sempre voluto abbattere le barriere temporali, le diverse età.
Il tempo scorre ma il resto dipende da noi.
In che anno siamo?
Ma non gridate sconcertati quando lo capite (cit.).
Che ore sono?
Le Moz in punto. Sempre.
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