Chiariamo subito: non c'entra l'horror, non c'entrano programmi su misteri e paranormale (QUI la lista completa).
Non c'entrano cose che effettivamente devono far paura o suscitare comunque inquietudine.
Voglio invece parlare di cose normalissime, quotidiane, viste in televisione.
È una riflessione fatta più volte privatamente tra amici, e che ora riporto anche sul blog: la TV del passato era più inquientate rispetto a quella odierna?
Vi capitava mai di restare spaventati da trasmissioni, spot, annunci, voci, musiche, bumpers passati in televisione, che non avrebbero dovuto farvi assolutamente paura?
Parlammo di striscio della questione quando vi chiesi se da bambini eravate rimasti terrorizzati da qualcosa rientrante nel campo della cultura pop (potete leggere la discussione QUI).
Una cosa è certa, a prescindere da tutto: un tempo le cose viste in TV restavano più impresse, anche le pubblicità (ne discutemmo QUI).
Vuoi perché non c'era la frenesia moderna, vuoi perché si riusciva a coniugare ancora una duratura semplicità al fagocitante consumismo che imperversava, si era tutti ancora meravigliati di quella scatola che trasmetteva immagini e suoni: il televisore, la televisione.
Eppure, sarà forse che la qualità non era certo l'HD di oggi, i colori non sembravano così splendenti anche se lo erano... si creava un misterioso effetto "doom", inteso come funesto, pauroso, assurdo, austero.
E, tutto ciò, ingiustificato dal punto di vista della logica e della razionalità.
Si entrava quasi in una dimensione diversa, divertente sì, ma con pericoli sempre dietro l'angolo.
Pericoli rappresentati da forme strane, una grafica computerizzata grezza poiché ai suoi albori; sfumature cromatiche e dettagli che contribuivano a restituirci qualcosa che, nell'animo, percepivamo come non del tutto rassicurante.
Poteva essere una reclame, magari. Con voce suadente che annunciava lo slogan.
Poteva essere la sigla di un telefilm o di una soap.
Magari perché roba degli anni '60-'70 ma trasmessa anche venti anni dopo, causando un cortocircuito tra modernità e quel vintage che può essere freddo e lontano.
E, per questo, inquietante il doppio.
Pensate all'Almanacco del Giorno Dopo, con un nome così futuristico e arcaico e quella ballata così legata alle antiche immagini che passavano in rassegna.
Probabilmente un tempo non si badava nemmeno molto alla sensibilità delle persone.
In generale, molto era permesso tranne che nei contenuti di natura sessuale, qualora fossero troppo spinti o di cattivo gusto.
Oggi lo spot de "la droga ti spegne" passerebbe mai in TV?
Ve ne piazzo una, ma se volete rivedere tutte le pubblicità, incluse quelle sull'AIDS, potete cliccare QUI.
Dunque, non dovrebbe stupire che sia andato in onda (in America, per fortuna) uno spot così, pur reclamizzando una semplicissima bambola:
Ma ho saputo di persone che avevano paura del pavone che appariva in un bumper Rai, forse perché si colorava dopo un fascio di luce, chissà.
Probabilmente un'artigianalità rudimentale -che però guardava al futuro prossimo venturo- era la causa di questo senso di inquietudine che poteva colpire qualcuno tra i più sensibile.
Io, per esempio, ricordo che ero terrorizzato (e non ero piccolissimo) da uno spot della Lasonil, che mostrava un ragazzo prendere una storta giocando in spiaggia, il tutto accompagnato da una musica non positiva.
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Cosa captavo? Cosa captavamo?
Perché musiche del tutto innocue come la sigla de I Segreti di Twin Peaks o Chi l'ha visto? o rotocalchi d'approfondimento potevano arrivare a inquietarci?
Cosa percepivamo in queste cose?
Oggi tutto questo non esiste?
Oppure i bambini di oggi si spaventano ingiustificatamente di nuove cose che passano in televisione?
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