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[RETRORIVISTE] Panorama gennaio 1987: il successo di He-Man tra pedagogisti e semiologi

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Il collega blogger Stengo, di Imago Recensio, che spesso recupera interessanti pagine di cultura cartoonesca (e non solo) da vecchie riviste, mi fa omaggio di queste scansioni tratte da Panorama.
È il numero dell'11 gennaio 1987: ben quattro pagine vennero dedicate al fenomeno Masters of the Universe, con He-Man che -impersonato da Dolph Lundgren- si apprestava persino a fare il suo debutto nelle sale.
Un articolo interessante che ci mostra la percezione che si aveva dei Masters all'epoca, in un anno che segnò l'apice per il brand.


Questa è la copertina di Panorama dell'11 gennaio 1987.



Le pagine erano quelle di Cultura e spettacoli.
Maurizio Bono firma l'articolo che celebra e analizza il mito di He-Man, con un titolo bellissimo: "Superman? Era uno scherzo".
Dopo una panoramica sui numeri ottenuti dai Masters (centocinquanta milioni di bambolotti, mille miliardi di fatturato) si passa all'annuncio: l'appena fresco Ivan Drago di Rocky IVè stato scelto come protagonista della pellicola sui Dominatori; è stato scelto per interpretare He-Man!
E si fa riferimento anche al costo dell'operazione: venti milioni di dollari, per la Cannon di Golan e Globus (QUI una panoramica sull'azienda e sui suoi più famosi titoli).




L'articolo prosegue con i guai giudiziari della fondatrice della Mattel, rea di aver frodato il bilancio.
Ma non solo: si parla anche della sua poca lungimiranza, quando liquidò Star Wars come fenomeno che sarebbe durato poco.
E infatti, proprio la Mattel dovette affrontare aziende rivali forti del mito di Guerre Stellari, con le loro action figures di successo.
Ed ecco che da questa necessità... nacque He-Man: "la chioma e lo spadone di Conan il Barbaro, un'inclinazione mitologica degna del dio Thor dei fumetti, superpoteri da Superman smarritosi sui sentieri della fantasy tolkeniana. In più, con un solido bagaglio di ottimismo razionalistico alla Flash Gordon, in compagnia di un manipolo di alleati in bilico tra i compagni d'avventura di Luke Skywalker in Guerre Stellari e i Fantastici Quattro dei fumetti Marvel".
Un mix sicuramente audace, particolare, di cui però viene elogiata l'idea dell'inserimento dei celebri minicomics nelle confezioni di giocattoli: "un canovaccio di trame che nel tempo hanno assunto la foma di un ciclo fantascientifico-cavalleresco".




Ma ovviamente, continua il testo, il punto debole di He-Man sono proprio i bambini: "si stancano presto e sono continuamente affamati di novità".
E se la Mattel era riuscita a tener testa a questa tragedia, creando variazioni e personaggi sempre più particolari, "c'è già chi lavora per fabbricare un eroe di ricambio".
E questo è, come visto nella pagina precedente, proprio Marshall Bravestarr.
Anche se, come vedemmo in questo post QUI, tanti furono i tentativi (perlopiù abortiti) di rilanciare subito il marchio Masters of the Universe, senza doverlo per forza mettere a riposo.





HE-MAN E I MASTERS / FANNO MALE AI BAMBINI?
Antonio Faetiè invece l'autore di questo reportage critico: strano leggere una retrospettiva simile, riguardo dei giocattoli, su una rivista come Panorama.
Certo è un po' roboante, oggi farebbe sicuramente ridere, ma trovo azzeccata la dicitura "ariano di plastica" per He-Man, che è poi anche il modo in cui lo chiamo io se voglio tracciare un significato esoterico nei Masters.
Jitsu diventa lo specchio della quotidianità (pure italiana), a ricordarci -al di là della sua razza e del paragone con altri oriental-stronzi del passato- che i Masters sono anche lo specchio del presente (di allora: 1987).





Con l'analisi lombrosiana di Fisto e Buzz-Off (uomo insetto a cui somiglieremo quando saremo geneticamente modificati...), si passa a Stinkor.
E quindi a Two-Bad, per parlare ancora di politica italiana e di come i Masters, fuori da un contesto positivo, potrebbero traviare il bambino che sarà futuro presidente.
È ovviamente una battuta; poi i Masters sembrano venire "assolti", anche se in modo fin troppo filosofico: ma si parla di Skeletor e di ciò che rappresenta (la morte, of course) e con Skeletor non può che essere altrimenti.

Un box, con intervista all'esperto di costume americano Furio Colombo, chiude le pagine Masters di questo Panorama.
Ma il Drago di cui si parla non è Ivan/He-Man/Dolph.
È un tenero peluche che dice "I love you". I tempi dei muscoli erano finiti.
Ma per fortuna ora sono tornati.


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