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[FILM] Brightburn - l'angelo del male: la recensione (Geekoni Film Festival)

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Ragazzini, fantascienza e soprattutto horror: L'angelo del male - Brightburn (in originale solo Brightburn) è un film el 2019, prodotto nientemeno che da James Gunn.
Che alla fine fa di Brightburn un'opera solo parzialmente riuscita, un'opera che non è un cinekid, non è troppo di fantascienza, e non è nemmeno tanto horror anche se il sangue e le morti non mancano.


Per il Geekoni Film Festival di quest'anno vi porto un film atipico, che nelle intenzioni poteva essere una bomba: solo che è quasi scoppiata nelle mani di chi ci ha lavorato.
Le premesse sono simpatiche: si fa il verso nientemeno che a Superman. O meglio a Dragon Ball (che già omaggiava Superman).
Brightburn è come Smallville, e la famiglia Breyer è come la famiglia Kent: un paesino in culonia nel Kansas, una fattoria, una vita tranquilla. Fino a che dal cielo non piove una navicella con dentro un bambino.
Non avendo neppure la coda da scimmia, i Breyer lo adottano tacendo sulla sua strana origine.
E saranno guai.





Quando Brandon compie dodici anni (e si sa che i dodici anni sono fatidici, in queste storie), ecco che le sue origini chiamano: è destinato a prendersi il mondo, come Kakaroth/Goku.
Solo che non può non continuare ad amare la gente con cui è cresciuto.
Forse.
Ma intanto disegna ossessivamente un simbolo che sembra essere il marchio di Berserk, tanto che quando James Gunn divulgò una foto di scena di questo progetto, la gente aveva creduto che il regista dell'osannato Suicide Squad - Missione suicida avesse girato un live action dell'opera di Miura.




Brightburn mette in scena un qualcosa che è raro da vedersi: ragazzini che compiono gesta davvero oscure, senza remore o quasi (vedi L'innocenza del diavolo).
Peccato però che la storia non riesca a stupire più di tanto, pur uscendo dai soliti binari rassicuranti.
Non è nemmeno colpa degli attori (Elizabeth Banks -la mamma-, David Denman -il papà-, Jackson A. Dunn -il protagonista-) ma del mood: non sceglie una strada precisa, non vira sulla macabra ironia come era in uso fare negli anni '80 (o come hanno fatto col remake de La bambola assassina, per esempio), ma sembra annegare la sua sanguinosa oscurità in una creazione poco convinta.



Peccato, perché non si fanno sconti alle vittime e il gore tinge di rosso una storia per ragazzi.
Ma, pur volendoci provare, non si risulta abbastanza "scorretti".
Eppure le tematiche ci sono tutte, dal bullismo alla psicologia, dall'amore alle prime pulsioni sessuali.





C'è anche un che di fumettistico, oltre che una venatura vagamente inquietante.
Il finale lasciava presagire l'opportunità dell'espansione di questo universo narrativo, con un sequel che non è mai stato ancora annunciato.
Brightburnè una di quelle opere che non ci hanno creduto fino in fondo: si lascia guardare, pur non divertendo completamente.

PARTECIPANO AL GEEKONI FILM FESTIVAL 2021


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