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[CARTOONS] Masters of the Universe: Revelation (parte 2) - recensione e analisi degli episodi

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Dopo i primi cinque episodi (analizzati nel dettaglio QUI), la serie Masters of the Universe: Revelationè tornata con la seconda e ultima parte di questa prima stagione.
Le vicende riprendono esattamente da dove si erano interrotte, dopo il colpo di scena che aveva chiuso la prima tornata di puntate.
Un viaggio attraverso varie dimensioni, per riunire la Spada del Potere, aveva riportato a Grayskull personaggi vecchi e nuovi; come sarà andata a finire?
Di seguito, l'analisi completa dell'opera: eviterò il più possibile di fare spoiler, ma data la natura dell'articolo dovrò per forza svelare alcuni dettagli che possono rovinare eventuali sorprese.


INTRODUZIONE
Vista più a cuor leggero, dopo la parziale delusione avuta con la prima parte (delusione avvenuta per un semplice motivo: il prodotto era stato presentato come qualcosa, ma si era rivelato altro), Masters of the Universe: Revelation Parte 2è più godibile: ormai sappiamo che non si torna indietro, che alcune cose sono state inutilmente stravolte e così ce le teniamo.
Per inciso: no, non si vuole una continuazione della serie storica (quando mai...) ma si cercava una certa fedeltà ai canoni tradizionali.
Anche qui, Kevin Smith pesca da tutto ciò che i Masters sono stati finora; omaggia a modo suo ogni canone (anche quello Classics 2008-2020, quello dei primi minicomics e persino il film del 1987), ma si tratta di dettagli che vengono usati o per puro citazionismo fan-service, o per essere cambiati all'occorrenza secondo la direzione della trama.




LE LINEE NARRATIVE

Sostanzialmente sono tre:
-il ricongiungimento, i chiarimenti e la rivelazione (come da titolo) di ciò che si è davvero;
-il senso dell'universo e della vita, e dei motivi che muovono gli esseri viventi (parte filosofica);
-una critica ai rapporti sentimentali tossici.
Quella preponderante è proprio quest'ultima, con la messa in scena della storia "d'amore" tra Skeletor e Evil-Lyn.
Qualsiasi vero fan dei Masters sa bene che la strega è sempre stata un'opportunista capace di competere con Skeletor stesso; nella prima parte di Revelation il suo personaggio fu stravolto in ottica proto-femminista, con lei che affermava di essersi sempre annullata per Skeletor.
La soluzione di questa storia la ritroviamo in queste puntate, che vogliono raccontare proprio quel rapporto tossico, specchiando analoghe storie tra veri uomini e vere donne, tra abusi verbali e pure fisici.




Peccato che ciò non sia in linea coi personaggi (o lo sarebbe pure, ma non in questo momento della narrazione: tale questione potrebbe essere correttamente avvenuta tempo prima, con lui che perde la ragione e l'amore per la sua donna mentre diventa Skeletor, non qui).
E peccato che ciò sia annacquato da frasette come "io appartengo solo a me stessa" che fa eco con lo slogan "io sono mia".
Skeletor, in sostanza, è fatto passare come stronzo maschilista.




EPISODIO 1: LACERATO IN DUE
È Skeletor show: lo si vede da questo episodio e sarà così per tutta la serie.
Logorroico, sopra le righe, inutilmente ironico. Potrebbe anche infastidire, se non piace la deriva quasi jokeristica che gli hanno affibbiato (il doppiatore originale è Mark Hamill non per niente).
Skelegod sembra voler omaggiare peraltro la versione New Adventures di Skeletor: teschio espressivo, pupille rosse e parlantina.
La camera sotto Grayskull richiama quanto visto nella serie animata 200x, coi cristalli che affiorano qua e là; purtroppo sprecata la presenza di due personaggi come Fisto e Clamp Champ (che viene chiamato anche Raenius, suo vero nome secondo il canone Classics).
Episodio che fa virare l'intera stagione sul dark, con atmosfere più cupe e dipartite eccellenti.




EPISODIO 2: LA RAGIONE E IL SANGUE
Skeletor spiega di essere un demone interdimensionale che esiste da millenni: questa è un'ovvia citazione ai minicomics di Glut/Alcala ma sappiamo che Smith e company hanno declinato il tutto in un modo che definire parodistico è poco.
Infatti, nei fumetti prequel di Revelation, la storia di Skeletor appare perlopiù imbarazzante.
Altra citazione alle primissime idee dei Masters si ha con l'He-Man selvaggio; non il guerriero di una tribù che salva la Dea, ma nemmeno Oo-Larr (come è stato recuperato di recente, vedi QUI).
La spiegazione della sua esistenza è un'altra, tuttavia resta un personaggio deliziosamente massiccio e barbarico, quasi un berserker.
Di rilievo la citazione all'ascia, arma inserita nel giocattolo originale.




Ottima la regia dello scontro tra Skelegod e Savage He-Man: sembra quasi un anime, frenetico come Dragon Ball Z.
Tra i luoghi nominati, si hanno le Montagne Mistiche ma anche l'Avamposto del Terrore (Point Dread), dove c'è anche il Rapace Volante (Talon Fighter).



C'è anche il tappeto-botola di Grayskull, fedelmente riprodotto; e persino la prigione sottostante (con tanto di Orlax, il mostro tentacolare che appare nell'adesivo del playset Castle Grayskull).
L'Orlax peraltro è una creatura al centro del fumetto prequel di Revelation.




EPISODIO 3: TOPO DI FOGNA
Vediamo qui alcuni riferimenti che i fan conoscono: Andra diventa tenente (la vera Andra, caucasica, esordiva anni fa già come tale) mentre Marlena fa riferimento alle sue origini terrestri.
Quando Smith cerca di accompagnare gli appassionati attraverso quel che già è loro noto, ecco che poi stravolge tutto.
La storia (abbastanza assurda) del passato di Evil-Lyn, e il suo incontro con Skeletor, non riprendono questioni già note (e no, non basta buttarci dentro Zalesia come teatro delle vicende, o dare alla strega il look alla 200x...).




Un certo dettaglio sul vestito di Skeletor lascia aperta la porta a infinite possibilità per un eventuale futuro della serie.



EPISODIO 4: LA SPERANZA DI UN DESTINO
In questo episodio si rivelano i difetti dell'opera: una girandola infinita di situazioni, cambiamenti fin troppo repentini e alleanze che non tengono conto dei danni appena causati.
La mitologia è buttata un po' a caso, senza alcun approfondimento.
Ma i problemi alla base di Revelation non sono finiti.
Innanzitutto c'è uno spreco di personaggi, alcuni veramente introdotti per poche scene e pescati chissà da dove, giusto per far sgranare gli occhi ai fans.
È il caso di Blade, davvero piacevole e qui animato per la prima volta.




Ma è anche il caso di due come Goat-Man e Pigboy.
C'è dell'autoironia nella scelta di questi personaggi, davvero pescati nei meandri del franchise (il primo è apparso nei libri della Golden, mentre il secondo nel live-action con Dolph Lungren).



Il resto (Webstor, Clawful, Spikor...) sono mere macchiette gettate nella mischia, e da macchiette vengono trattati.




E infatti, qui tocchiamo l'altro vero problema di quest'opera: che target ha Revelation?
Si passa da episodi con sangue e violenza (a volte persino inopportuna: vedi la manticora sbudellata) ad altri dove i nemici vengono sconfitti in modi non meno stupidi di quelli messi in atto nella serie Filmation degli anni '80.
Anche le trovate risolutive a volte peccano proprio di banalità, dove peraltro lo spettatore deve pure sospendere la sua incredulità.

EPISODIO 5: TUTTO CIÒ CHE VEDI
Il gran finale di stagione ci riporta finalmente in scena l'unico grande assente da sempre: He-Man.
Il fatto che mancasse, nei quattro episodi precedenti, non si è avvertito però troppo (o sicuramente meno che nella Parte 1).




Una battaglia finale che genera confronti e riconciliazioni, che riallaccia tutto lì dove si era lacerato nel primissimo episodio della prima parte.
Battute da film muscolari, anche simpatiche, allentano la tensione; alcuni momenti invece sembrano essere eccessivamente sbrigativi (tanto che si perde il pathos di un paio di scontri risolutivi...) a vantaggio di situazioni molto verbose.




COS'È, DUNQUE, REVELATION? (SPOILER PER CHI NON HA VISTO LA SERIE)
Una fanfiction, sostanzialmente.
La visione di Kevin Smith del mondo dei Masters: dove eliminare quel che è scomodo (dov'è Zodac? Perché alcune cose vengono contemplate e altre no, pur pescando dagli stessi canoni?), e mantenere giusto certe cose che suonano come strizzatine d'occhio al passato.




Riscrive la mitologia, lo fa con qualche sequenza azzeccata (la visione-incubo su Zoar; i discorsi sull'universo che risponde a seconda della visione di ognuno; la scrittura dei rapporti genitori-figli e persino le crisi matrimoniali), ma anche con questioni che stridono tantissimo in un prodotto del brand (involontariamente imbarazzante una certa scena "erotica", inutilmente sanguinosi altri passaggi).
Revelation non sa da che parte stare, o forse non lo sa fino in fondo: sembra volersi far guardare dai vecchi fan, dando loro una buona dose di morte e di dark altrimenti potrebbero vergognarsi di star guardando ancora, a 40 anni suonati, He-Man.
Ma He-Man non necessita di tutto questo.




Revelation regala bei momenti, ma non mantiene salda la storia; veloce, pure simpatica, questa Parte 2è francamente più dimenticabile della prima.
Ci porta una Evil-Lyn superstar (bella anche la sua seconda androgina trasformazione, con rimandi al fumetto 2012 e alla serie 2002).




Ma suona anche come l'ennesima occasione sprecata per mettere in scena qualcosa di puro, sincero e semplice riguardo al mito dei Masters of the Universe.
Il finale aperto potrebbe indicare già dove si andrà a parare, se continueranno a produrre altri episodi.

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