A sei mesi di distanza dalla prima stagione (QUI la recensione), torna su Netflix la nuova serie del nuovo He-Man and the Masters of the Universe.
Per capirci, quella in computer grafica e che si rivolge a un target di giovanissimi.
L'avventura continua lì dove si era interrotta, con la sempiterna contrapposizione tra le forze del bene e quelle del male, rappresentate ovviamente da He-Man e Skeletor, che però -sappiamo- non sono proprio quelli "classici".
Se la prima stagione era piaciuta abbastanza, mettendo d'accordo tutti (grandi e piccoli, vecchi e nuovi fan) anche e soprattutto dopo le delusioni della "serie sequel" di Kevin Smith, che aveva ben altri intenti (ne abbiamo parlato QUI), questa seconda forse rischia di depotenziarsi un po', lasciando sgonfiare l'entusiasmo.
Chiariamo subito: non è brutta, ma non sono propriamente i Masters e qui appare chiaro.
Anche se, paradossalmente, si tratta dell'unico sotto-brand MOTU ad essere arrivato in modo abbastanza preciso nei negozi di giocattoli e grandi magazzini, presentando al pubblico italiano action figures e playset (evidentemente c'è un certo ritorno economico).
Questa seconda stagione di He-Man and the Masters of the Universeè come la prima, niente di più niente di meno, con delle minime differenze (anche di sostanza: otto episodi e non dieci).
Rivolta ancora più a un pubblico giovane (sparisce anche una certa crudezza presente nel primo capitolo), prosegue con le storie di Adam e i Dominatori, tutti capaci di invocare il Potere di Grayskull.
Eternia è sempre più in pericolo, e mentre Skeletor cerca di mettere la mani sul Sigillo di Hisss (un artefatto degli Uomini Serpente), possiamo vedere come i produttori tentino di espandere la mitologia dello show; scopriamo quindi altri due reami, uno conclamato (Avion, retto da Stratos) e un'Eternos sotterranea popolata da reietti, guidata da Man-e-Faces.
Qualche altro nuovo ingresso contribuisce a rinverdire un po' il tutto (Mosquitor che però diventa Mosquita, o Webstor...) ma tutto conferma quel che già era chiaro con la prima stagione: è una vicenda che sa essere intrigante, ma per un target basso (anche più basso della storica serie Filmation, e ho detto tutto); battutine, comicità, canzoncine imbarazzanti e l'uso spropositato di nomignoli (Skelly, Randy ecc...) purtroppo ne abbassa ancora di più il target stesso e anche le intenzioni, nonostante la trama possa comunque riuscire a farsi seguire.
Spiccano, tra i nuovi ingressi, Stratos e Man-e-Faces.
Il primo è una sorta di Silverhawk vanesio e arrivista, che forse migliora un po' episodio dopo episodio ma non ha nulla a che vedere con lo Stratos originale; il secondo è il leader di una corte dei miracoli: viene rispettato il suo ruolo da "attore di corte" ma qui ha una trama diversa.
Un episodio centrale è ai limiti del cringe (quello del compleanno); stridono un po' certi passaggi e personaggi (tipo la libellula), altri momenti sono interessanti (come il confronto tra Teela e Evil-Lyn o la situazione finale, che apre al possibile terzo capitolo).
Ai più piccoli piacerà ancora, probabilmente; forse gli altri perderanno già da adesso interesse verso questo prodotto, che resta una sorta di videogioco gigante dalla grafica spesso confusionaria, con personaggi dai colori cupi e difficili da distinguere.
Sostanzialmente, una storia che rilegge qualcosa di già noto, con uno stile diverso.
Ma che soprattutto usa nomi e luoghi entrati nell'immaginario collettivo giocandoci a piacimento per una platea di piccoli.
Per loro sarà forse ancora divertente, per gli altri chissà.
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