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[MUSICA] t.A.T.u.: (finti) scandali dalla Russia

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Fenomeno pop proveniente dalla fredda Russia, il duo delle t.A.T.u. (anche riportato come Tatu e in russo Тату) sono state sulla cresta dell'onda per i loro atteggiamenti.
Con un'eco così forte da arrivare anche in Italia, tra polemiche e scandali.
Ma era tutto costruito -ovviamente- a tavolino...

Russia putiniana, algida e chiusa: così la immaginiamo, così ce l'hanno fatta immaginare. 
Penserete a qualche film propagandistico americano e invece no: dalla stessa Mosca, nel 1999, arrivano Lena Katina e Julia Volkova.
Confermando l'immagine algida e chiusa della loro nazione: ma è un'immagine da sovvertire, in qualche modo.
Come? Con atteggiamenti ambigui che sfociano nel lesbismo.




Un fenomeno del genere non nasce quasi mai da sé, e le t.A.T.u. (che significa letteralmente "questa ragazza ama quella ragazza") vengono selezionate con cura dal loro produttore, Ivan Sapolavov.
Costui fa in sostanza quello che Boncompagni realizzò qualche anno prima con Non è la Rai: capisce che le ragazzine fanno faville, ne sceglie due complementari.
Lena e Julia sono perfette per interpretare un ruolo, che va oltre quello di cantanti pop-dance.
Saranno due collegiali, sostanzialmente, che si amano.





Una relazione lesbica e quindi ovviamente scandalosa, in quella nazione di persone robotiche come automi e settate su un pensiero comune che è quasi l'ultimo baluardo dei vecchi valori.
E così, intuendo il loro potenziale mondiale, le due bimbette russe devono piegarsi alla lingua della dominante cultura americana, per sfondare worldwide.
Le loro canzoni del 1999 vengono tradotte approssimativamente in inglese e pochissimi anni dopo Lena e Julia danno spettacolo con All the things she said (in origine Я сошла с ума).


           


Il video presenta proprio le due cantanti che interpretano due ragazzine innamorate l'una dell'altra, in un ambiente decisamente ostile: loro sono dietro una grata stile campo di concentramento, osservate con sdegno dal resto del popolo (tra cui un tizio che ricorda qualcun altro... non vi pare?):




In realtà, si scopre, ad essere in gabbia sono proprio gli altri, e le due farfalle spiccano il volo verso la libertà di un mondo migliore.
Il video internazionale è il rimontaggio dell'originale Я сошла с ума, che presentava praticamente le stesse scene:


           


All the things she said lancia le t.A.T.u. (che intanto qualcuno pronuncia tatù, come fosse un tatuaggio) come due vere amanti.
C'è da dire che anche loro, pur avendolo poi smentito tempo dopo, inizialmente glissavano sulla cosa o lasciavano intendere che la loro relazione fosse vera.
Niente di nuovo; ad esempio da noi fu suggerito a Gerardina Trovato di non dichiarare apertamente la sua eterosessualità ma di camminare su binari incerti che generavano curiosità, chiacchiericcio e quindi interesse verso il progetto.

E così, con secoli di ritardo sul mondo (specie ellenico), due ragazze che si baciavano sollevarono polemiche e scandali; ma forse il fatto che fossero russe contribuì non poco a sottolineare la situazione.
Quindi, la loro ospitata a Sanremo 2003 salta (si temeva un bacio saffico in diretta Rai: in mezzo ai baracconi di oggi passerebbero inosservate) e la loro esibizione al Festivalbar 2002 viene ripresa con le telecamere che fanno i salti mortali per evitare il fattaccio.




In un playback imbarazzante, le due mettono piede in occidente e sembrano vestite col contenuto dei bustoni per gli aiuti in Ucraina; giocano a fare le pose manco fossero Uranus e Neptune ma la loro esibizione è tutta qui: il succo sono loro, che si tengono la mano e giocano scambiandosi fugaci effusioni.
Di più, ovviamente, non c'era. Né poteva esserci.


           


In Italia qualcuno storpia "all the things she said" in "ora che ci sei" e ne nasce anche una piccola leggenda urbana (la canzone era stata incisa davvero nella nostra lingua? No, ovviamente) ma questo dimostra che le t.A.T.u hanno fatto centro.
E restano intrappolate nei loro personaggi: due studentesse lesbiche.
A loro, finché ciò attira gli arrapati di tutto il mondo, fa comodo. E così continuano.
Ci aveva visto giusto il tovarisch Sapolavov: era arrivato a spulciare addirittura i siti porno e pedoporno per intercettare i gusti delle platee.



           


In realtà, la creazione delle t.A.T.u è ancora più complessa, e coinvolgerebbe la ex di Sapolavov (che, è bene dirlo, prima di fare il produttore discografico era psicologo e operatore di marketing).
Le notizie a riguardo sono contrastanti, quel che si sa è che inizialmente doveva esserci solo Lena, scelta per cantare una canzone sulla guerra in Jugoslavia.
Poi saltò fuori l'idea di un duo, e si aggiunse Julia: le due si conoscevano da diversi anni, avendo cantanto assieme in un coro popolare.
Dal quale Julia venne cacciata: circolarono voci su molestie ad altre ragazze, voci ovviamente che aderivano allo storytelling lesbico; in realtà, Julia fu espulsa per altri motivi.





Lo scandalo, provocato e costruito, alimentò il successo delle due ragazze: censure televisive, dichiarazioni imbarazzanti, scene esplicite nei video condivano il tutto.
Ma già in un documentario del 2003 dichiararono che non erano omosessuali né amanti.
Eppure ormai la loro immagine era quella.
Negli anni, sono tornate con All about us (nel 2005: altro enorme successo) e poi si sono viste un altro paio di volte (cantanto ad esempio alle Olimpiadi Invernali).
Si parla di una reunion nel 2022, dopo allontanamenti e divergenze.
E un po' d'amore lesbo, anche se finto, potrebbe salvarci.
È questa l'unica Russia (pop) che vogliamo invada, ma sempre in inglese.

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