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[FILM] Mamma ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York - 30 anni di successi

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Due anni dopo il capostipite, che aveva riscosso un inaspettato successo grazie a una formula avvincente e azzeccata (QUI l'analisi completa), era inevitabile che Home Alone avrebbe generato un sequel: vede così la luce, nel 1992, Mamma ho riperso l'aereo - mi sono smarrito a New York (Home Alone 2: Lost in New York).
Che però si svolge un anno dopo il primo, e ne ripropone (con altrettanto successo) la formula, cambiando giusto qualcosa ma rivelandosi un sequel ottimo.



Mossa intelligente quella di reimmaginare di fatto la ricetta precedente, evitando però di ricalcarla pedissequamente: Home Alone 2 è un'operazione riuscita, che ripropone tutto ciò che di iconico v'era nel primo film ma cambia location generali, senza ribaltarne le situazioni (in parte, ciò verrà fatto solo nel sequel del 2021, vedi QUI).




Ritroviamo quindi Kevin e stavolta i genitori si premurano che non perda di nuovo l'aereo, assicurandosi che vada in aeroporto (fortunati gli adattatori nostrani che si sono ritrovati una situazione pivot analoga a quella del primo film, tanto da non dover cambiare il titolo italiano...); con lui c'è l'intera famiglia di simpatici&antipatici già conosciuti l'anno prima (nella finzione) o due anni prima (nella realtà della produzione cinematografica).




Ma poi ecco che il ragazzino (sempre Macaulay Culkin, ormai superstar) sbaglia aereo, e al posto di volare fino a Miami coi suoi, si ritrova nella Grande Mela.
Per fortuna, con addosso i documenti e le carte di credito di suo padre, che gli permetteranno di spendere e spandere (tipo alloggiare al Plaza Hotel del tycoon Donald Trump, che appare anche in una scena).





L'avventura finisce qui? No, è appena iniziata: i due banditi (Joe Pesci e Daniel Stern) che un anno prima provarono a svaligiare la casa dei McCallister, quest'anno -evasi di prigione- sono proprio a New York, pronti a mettere a segno un colpo colossale.
Ovviamente, si ritroveranno Kevin tra i piedi, tra voglia di vendetta e volontà di portare a casa il frutto della rapina.





E poi c'è anche chi ha più di un sospetto sul ragazzino: Hector, il concierge del Plaza (un grande Tim Curry, fresco di Pennywise) non crede alle bugie di Kevin e inizia a indagare per conto suo, tramite i dati della carta di credito usata per pagare la stanza.
Infine, a completare il quadro, c'è la clochard di Central Park, una donna che ha perso tutto e, oggi senzatetto, fa paura.



Kevin, lo vuoi un palloncino?



Lo schema è il medesimo di Mamma, ho perso l'aereo, così come le situazioni (anche se magari declinate diversamente): Kevin, come nel primo film, farà credere di non essere solo (stavolta anche grazie a un aggeggio so 90's, un registratore/modulatore vocale col quale si diverte anche a prendere in giro il malcapitato di turno, reinterpretando la famosa scena del "tieni il resto, lurido bastardo!").
Se nel primo film a far paura c'era il vecchio solitario, stavolta quel ruolo è ricoperto dalla barbona del parco, che sostanzialmente manda al pubblico un analogo messaggio (mai fermarsi alle apparenze, ognuno ha una storia che può mandare la vita sottosopra...).





Non possono mancare le trappole e i marchingegni creati da Kevin contro i due ladri, altro ingrediente fondamentale (di certo "infantile", e sicuramente dagli effetti slapstick) che piace sia ai bambini sia agli adulti.
Mamma ho riperso l'aereoè forse un po' più cupo e cinico del precedente, anche se sempre natalizio (e l'atmosfera newyorkese aiuta non poco, specie con l'enorme negozio di giocattoli che fa da sfondo alle vincende).
La stessa città si presenta con scorci fantastici (c'è Kevin al World Trade Center, che oggi non esiste più, e lo vediamo persino su una delle Torri Gemelle).






Un sequel gestito con passione, quasi come fosse una storia fatta per duplicare il divertimento dell'originale; scritto sempre da John Hughes e diretto sempre da Chris Columbus, la produzione non lavora con stanchezza e si vede: funziona alla grande.

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