Capita a tutti di provare - magari da bambini - delle paure irrazionali.
Per cose che non nascono con l'intento di generare inquietudine.
Quindi, se è persino ovvio che ci si possa (ci si debba!) spaventare guardando un horror, e per estensione si possano provare fobie interconnesse (come per i clown: non per niente un pagliaccio killer è protagonista di celebri produzioni del terrore), a volte succede che si provi paura per cose (oggetti, situazioni, musiche, video) che non dovrebbero scatenare questa emozione.
Ma perché succede ciò?
La riflessione nasce parlando del programma l'Almanacco del giorno dopo (ne abbiamo discusso in questo post QUI), probabilmente l'esempio massimo di prodotto televisivo che ha spaventato - irrazionalmente - tantissimi spettatori. Senza che fosse qualcosa che avrebbe dovuto far spavento.
La combinazione di sigla, immagini e - aggiungo io - nomi, può generare un cortocircuito mentale assurdo.
In sostanza, ritengo che l'Almanacco inducesse inquietudine per via della sigla (una ballata sullo stile medievale), le antiche immagini allegoriche che passavano, e il titolo. Qualcosa di arcaico che irrompe nel nostro modernissimo mondo, scuotendolo.
Per me, lungi dall'affrontare la cosa in senso psicoanalitico - non ne avrei le competenze - è tutto qui: un mondo proiettato al futuro (gli anni '80 lo erano, come i '70 e i '90), dove però ecco che puntuale, ogni sera, arriva un almanacco, che sa ancora di grimorio, di ricettario, di libri dei nonni. Una finestra su un passato rurale, superstizioso, oroscopico.
È lo stesso cortocircuito che, se ci pensate, avviene (per ovvi motivi sempre meno, anche se qualcuno ogni tanto ci prova ancora) con questioni della sfera religiosa. Già avere un Padre Pio, tra miracoli e avvenimenti paranormali, con accanto uno degli ospedali più aggiornati al mondo, è assurdo.
Si mischiano convinzioni arcaiche, da universo ancora rurale (a volte anche credulone), immateriale e antico, con la scienza e il futuro più moderni.
Lo stesso avviene ad esempio con i riti della Settimana Santa.
Sarà per questo che oggi i nuovi sedicenti santoni (tra apparizioni, doni, misteri...) sono spesso accusati (al 99% giustamente) di truffa.
I loro presunti miracoli davvero non reggono più, nel mondo di oggi; un mondo iperconnesso e futuribile.
Ma fino a qualche tempo fa ciò era ancora possibile: era un'epoca di passaggio. Con la Tv a fare da wormhole tra un passato gotico (case dei nonni, oggetti impensabili...) e oggi.
Io da bambino ero terrorizzato da un mobile ad angolo e da un'anfora. Dalle loro forme.
Mi faceva paura un disegno che raffigurava una cariatide di Modigliani.
Ero rimasto profondamente scosso dal dipinto sull'omicidio di Marat by Jacques-Louis David, trovato per caso su un numero di Panorama.
Non sono cose che dovrebbero far spavento, eppure eccole qui.
E la Tv, almeno una volta, era molto meno attenta a certe sensibilità: sigle prog, suoni noise e via dicendo, che magari a un adulto non provocano nulla, ma per un bambino sono un oscuro squarcio dimensionale.
Ma la chiave per me sta tutta nel mix di futuro e passato.
Penso infatti che molte delle scene paurose di Twin Peaks siano dovute a questo: una primigenia CGI, effetti tipo chroma key, e senso di straniamento.
Forse, le prime tecnologie televisive in tal senso (ed ecco un altra grande paura di molti: il personaggio di Superclassifica Show fatto come fosse una sfera strobo) tra bumper e nuovi colori erano fuori dal tempo, ancora oscure mentre cercavano di essere moderne.
Ho chiesto a ragazzi giovanissimi se loro avessero paure irrazionali, immaginando (a torto) che la Tv di oggi sia più "anestetizzata" in tal senso. E invece anche qui: cartoni animati, spot, sigle.
Ma poi anche oggetti.
Quindi, abbiamo paura delle forme, che ci ricordano qualcosa o ci sembrano "fuori posto", un po' come quella sensazione che si prova con gli spazi liminali (vedi QUI).
E voi? Avete mai provato paure irrazionali per delle cose (musiche, oggetti, scritte, video...) che invece non dovrebbero suscitare tale emozione?
Se sì, quali?
E che risposta vi siete dati?
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