Con il numero adesso in edicola, Mercurio Loi chiude la sua prima fase di vita.
O forse la seconda, se consideriamo l'episodio pilota uscito qualche anno fa nella collana Le Storie.
Mettiamola così: chiude la sua fase di vita mensile.
Possiamo dunque tracciare un quadro completo di questa testata, tanto elegante e inusuale.
Mercurio Loi, il miglior fumetto italiano degli ultimi anni.
Sin da quando al professor Loi venne dedicato l'albo de Le Storie, in molti ne avevano intuito il potenziale: personaggio, storia e ambientazioni ideali per una serie regolare.
E così, un paio di anni dopo, Mercurio Loi ottiene la sua propria testata, tutta a colori.
Quello che sembrava -e che forse il grande pubblico ha creduto che fosse- uno Sherlock Holmes romano con il suo fedele assistente-collaboratore, si prestava alla perfezione per un racconto di più largo respiro, episodico.
Una collana che non tarda ad arrivare, ma che quando arriva... spiazza.
E se al logo poco accattivante ci si abitua -ormai è parte integrante dell'opera, almeno la M iniziale-, il lettore si trova di fronte non più (o meglio, non solo) a un detective che si muove nella Roma di ieri, ma anche a un professore perdigiorno, niente affatto impegnato a scovare sempre e solo assurdi criminali o a sbrogliare misterici enigmi attraverso la città.
No.
Mercurio Loi è geniale, è diverso, e spiazza per questo. Ma chi ha coraggio di andare avanti, chi ne comprende e ne accetta la filosofia, la poesia, l'oniricità, l'allegorica stramberia e l'ermetica farsa... si ritrova tra le mani un gioiello.
Passeggiate e introspezioni, visioni, scenari. Mercurio Loi e i suoi personaggi sono filosofi di una Roma antica, ora colta ora bassa. La strada e i suoi abitanti, le locande e i loro cuochi, le famiglie felici e quelle infelici. Le Guardie, la Chiesa, società segrete. Luce, colori, sapori, sensazioni.
Disegni, pensieri, stagioni, noia e vivacità.
Il professor Loi, scimmiesco e dinoccolato, bohémien del gusto e raffinato uomo di cultura, ama perdersi e farci perdere. Tra le sue follie, tra i suoi momenti di quiete, tra le sue lunghe camminate che fissano sanpietrini e monumenti.
E così, oltre che insegnare all'università, cerca di indagare nei cuori altrui e nei nostri cuori; perde intere giornate a rintracciare gli ingredienti di una ricetta; si imbatte in una tesi di laurea metafumettistica; si presta a sfide d'ingegno e risolve irrisolvibili misfatti.
La trama portante, il filo orizzontale, è la filosofia. Filosofia di vita e narrativa.
Mercurio Loiè un fumetto da meditazione. Come un buon sigaro. Come un buon liquore fatto in casa. Da gustarsi lentamente. Da comprendere, da perdercisi.
Non è paragonabile a nulla: la sua forza è nella sua anarchia, splendidamente ingabbiata tra le circa cento pagine di ogni albo.
Mercurio Loi da adesso diventa bimestrale. Un modo per resistere e insistere.
La creatura ideata, scritta e sceneggiata da Alessandro Bilotta ha il sapore di quelle opere dell'avanguardia fumettistica di ormai trenta, quaranta anni fa.
È il miglior fumetto che potete trovare in circolazione.
A patto che siate disposti a essere condotti verso . O verso .
O forse ancora, verso .
Buona lettura.