Il Corvo, psicopompo infernale e tramite morte/vendetta, stavolta arriva a Roma.
Una Roma da Suburra, bagnata dal sangue e della violenza.
Sono Recchioni e Dell'Edera, stavolta, a condurre il gioco in vece di James O'Barr, che pure ha dato il suo benestare all'opera.
Memento Moriè la storia di morte e fondamentalismo, la deriva religiosa de Il Corvo che si toglie via dalle oscure derive barocco-dark del capostipite e ci porta in una nuova realtà.
Stavolta a tornare dall'oltretomba è un ragazzino.
Di quelli casa&chiesa, sentinelle in piedi, gesùtiama, chierichetto power: make up! e via dicendo.
Cocco del prete, Daniel perde vita e fidanzatina durante un attentato terroristico di matrice islamica.
Riportato in vita, inizia la sua personale jihad nella confusione mentale che lo avvolge: non ha più alcun punto di riferimento se non Dio.
Memento Mori si compone di 4 albi, già prontamente raccolti in un unico volume.
La storia corre lineare e veloce, non ha persino nulla di così originale. Fino al piccolo (in parte delizioso) plot twist finale.
Se O'Barr aveva messo tutto se stesso dentro la sua storia, che procedeva coraggiosamente sconnessa tra citazioni letterarie, poesie, frammenti e azione, chiariamo subito che Memento Mori il suo compito lo svolge, ma non ha certo la forza (né l'originale arte) de Il Corvo.
Certo ogni tanto ci scappa qualche frase nota, anche i disegni cercano omaggi (bussare Doré), ma è solo per aggiungere quel tocco in più a una storia che si risolve benissimo da sé.
Memento Mori ha comunque dei passaggi forti.
Nel suo dualismo religioso va a parare su due fronti che il lettore più facilmente intuire, rivelando la trama solo nelle ultime, intense pagine. Con in più qualcosa che intuire proprio non si poteva, ed è la trovata vincente che rende giustizia all'acquisto.
In ogni caso, è sempre Il Corvo: l'originale e oscuro, però italiano.
Ogni albo è chiuso da storie extra firmate da autori vari. Queste ultime, sì, più artistiche e visionarie.