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[MUSICA] Duets Forever, il nuovo album di Cristina D'Avena

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Dopo un anno dal successo del primo Duets - Tutti cantano Cristina, la nostra record-woman bissa con Duets Forever.
E lo fa accanto a nomi molto più blasonati (il primo sembrava sin troppo legato alle officine De Filippi o a scorie di talent show), che si prestano a interpretare famose sigle dei cartoons.
In pratica: Duets Foreverè meglio del primo, e ci regala diverse piccole perle.

Apre Patty Pravocon La canzone dei Puffi.
Piccolo passo falso, il brano non è così carino. Si prosegue con Il Tulipano Nero: canta Fabrizio Moro.
Non male ma nente di che: si segnala giusto l'aver evitato il clamoroso errore storico nella sigla originale.

Dolcenera su Georgie funziona bene, Elisa su Memole non è niente male.
Malika Ayane ci sa fare su Pollyanna.

Elodie con Vola Mio Mini Pony niente di memorabile.
Lo Stato Sociale su Ti voglio bene Denver un po' sopra le righe con arrangiamento vocale che si abbassa di qualche tono su certe strofe, diventando fastidioso per chi la sigla la conosce a memoria.
Il Volo funziona alla grande su D'Artagnan, restituito in chiave lirica.

I The Kolors rockeggiano su Alvin Rock 'n' roll.
Papà Gambalunga si avvale della voce di Federica Carta e di un fresco riarrangiamento; il contributo di Alessandra Amoroso su Il mistero della Pietra Azzurra a tratti non pervenuto ma il brano è ottimo.

Max Pezzalisu Robin Hood si diverte non poco, e fa divertire: pezzo riuscito.
Le Vibrazioni con Batman eccedono leggermente ma il brano c'è.
Carmen Consoli con Sailor Moon e il Cristallo del Cuoreè la perla dell'album, e ce la ascoltiamo:


Nek su Rossana porta a casa la pagnotta con stile, mentre Shade con Doreamonè l'occasione per Cristina di scandire bene, finalmente, copter di bambù, che tutti hanno sempre capito "cocktail di bambù".

Duets Foreverè un grande album, superiore al precedente.
Lì dove Duets sembrava voler stravolgere forzatamente molti brani, con arrangiamenti che spesso andavano persino a impoverire le musiche così ricche di quelle sigle, Duets Forever restituisce versioni più simili alle originali, senza inutili eccessi (in meno, in più, per pura stravaganza).

Qualche brano diventa più minimalista, rinunciando (purtroppo) a certi barocchismi; altri ne risultano impreziositi.
Shade rappa tra le strofe con nuove liriche ironiche; la Consoli non poteva che intornare "dona dei poteri imbevuti di misteri forse magici" che sembra proprio scritto da lei (insomma, proverbiale egoismo nelle intenzioni non è così lontano).
A questo punto aspettiamoci anche un terzo volume.

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