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[FUMETTI] l'edizione italiana di Berserk, tra censure e adattamenti imperfetti

In attesa di riprendere l'analisi sull'opera, saga per saga (e non solo: aspettatevi qualcosa di più... grosso!), torno a parlare di Berserk.
Berserk arriva in Italia nell'agosto 1996, a sei anni circa dalla prima uscita giapponese.
E, da allora, la Panini ci ha portato numerose edizioni e altrettante ristampe. Ma nessuna esente da difetti: pronti a fare un giro ventennale nell'edizione italiana di Berserk?

DALLA SPAGNA CON FURORE

Forse non tutti sanno che... i primi albi italiani di Berserk derivano da una poco felice versione spagnola appena precedente all'edizione italiana.
Niente di così strano: è normale che succeda, e specie in passato cose del genere avvenivano spesso.

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il primo volumetto italiano di Berserk

NOMI SBAGLIATI

Proprio a causa di questa versione, tradotta e adattata in modo raffazzonato dagli iberici, anche in Italia ci siamo portati dietro tutti i problemi che ne sono derivati: onomatopee assurde dal gusto spagnolo (risate tipo jajajaja e via dicendo), censure grafiche e nomi clamorosamente cannati.
Già, i nomi: Gatsu, Grifis, Pak.
Ovviamente non sono questi i nomi originali, così come li ha pensati e trascritti l'autore nel nostro alfabeto. Sono trascizioni fonetiche della pronuncia giapponese degli stessi. Come se scrivessimo, letteralmente, uozz ior neim al posto di what's your name. Assurdo anche solo continuare a utilizzarli, no? Specie quando ormai esistono trascrizioni ufficiali degli stessi.

QUESTIONE FONETICA

Kentaro Miura ha chiamato i suoi personaggi Guts, Griffith, Puck e via dicendo: semplicemente per un giapponeseè impossibile pronunciare correttamente nomi dal suono anglofono/europeo, e tra una consonante e l'altra (tranne la n) si è costretti foneticamente ad aggiungere una u oppure una o. Ecco perché Guts (che noi siamo in grado di pronunciare gazz) per un giapponese si trasforma in gazzu. Che gli spagnoli hanno adattato ahimé in Gatsu, nome che scelleratamente ci portiamo dietro anche noi italiani. Ma pensateci: con quella terribile u finale, sembra un nome giapponesoide in un mondo europeo, e ci stona tantissimo. Come fosse una sottomarca del personaggio stesso.

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Berserk Official Guidebook, originale giapponese: si legge chiaramente il nome Guts nel nostro alfabeto

IL CASO PAK

Qui, poi, gli spagnoli hanno sfiorato l'inverosimile. L'elfo Puck, che prende il nome da un personaggio della letteratura, perde completamente il suo senso scespiriano e da noi diventa Pak. Già solo questo sarebbe da licenziamento immediato.
Poi succede che, a un certo punto della storia, arrivi un personaggio che si chiama davvero Pack, scritto così. E in Italia bisogna fare i salti mortali per far combaciare le cose, così questo nuovo Pack diventa... Puk. E certo.

CENSURE: COLPI DI BIANCHETTO

Al di là della questione sui nomi, probabilmente sono in pochi a sapere che la prima quindicina di albi italiani, sempre derivanti dalla penosa edizione spagnola, presentano censure grafiche.
Esattamente: oltre che alleggerimenti nelle traduzioni o persino interi dialoghi col senso completamente alterato/sbagliato, vi erano proprio dei rimaneggiamenti grafici.
Colpi di bianchetto su nudi integrali, retini che mascherano capezzoli e così via.

UNA QUESTIONE SOLLEVATA DA LODOSS MAGAZINE

Se il bianchetto è opera spagnola, altre censure forse arrivano addirittura dallo stesso Giappone, che avrà venduto inizialmente una versione di Berserk più... spendibile sui mercati. Non è dato sapere.
Fu la rivista Lodoss Magazine, nel 1997/98, a sollevare per prima la questione (che colpiva anche versioni italiane di altri fumetti, tra cui Bastard!!).

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stessa immagine: edizione originale, edizione italiana censurata (il capezzolo è oscurato), edizione italiana ripristinata

TRADUZIONI IMPRECISE

Purtroppo anche la comprensione stessa della storia era resa difficile, con iniziali traduzioni completamente sballate. Nel primo albo, uscito da noi nel 1996, si lascia intendere che Guts stia uccidendo mostri sottoposti del barone di Coca (l'Apostolo serpente), quando invece semplicemente il protagonista sta dando la caccia ad altri Apostoli della Mano di Dio.
Non mancano, come detto, alleggerimenti nelle traduzioni.

BERSERK COLLECTION: NUOVA EDIZIONE

Nel maggio del 2000 la Panini decide di ristampare Berserk. Innanzitutto riacquistando il materiale originale, e quindi dando -almeno per i primi sette volumi- una vera e propria nuova edizione che differisce dalla precedente.
Se molte censure spariscono (molte, non tutte: restano quelle dei volumi 8 e 13), e le traduzioni si fanno più attente e fedeli, purtroppo non si torna indietro sulla trascrizione dei nomi, che restano sciaguratamente Gatsu, Grifis e così via.

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nei primi sette volumi è possibile leggere la scritta "nuova edizione"

MAXIMUM: UNICA SENZA CENSURE

Per aspettare un'edizione completa e davvero priva di censure, bisogna attendere il 2004 con Maximum Berserk. Finalmente lettura alla giapponese ma packaging mediocre (le copertine presentano colori fluo che poco hanno a che vedere con le atmosfere dell'opera). Tutte le censure svaniscono, ma anche questa è ben lungi dall'essere un'edizione perfetta. Presa dalla versione tedesca (sempre Panini), ha delle onomatopee tradotte in quella lingua e addirittura in una si legge... il nome originale di Grifis, ossia Griffith. Sì, perché la Panini, almeno all'estero, ha usato i nomi ufficiali.
Peraltro si registrano errori derivanti da adattamenti precedenti e una tavola ribaltata come se si leggesse specularmente.

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la serie Maximum: i colori sono poco consoni

LA SERIE NERA

Comunque Berserk continua a mietere successi, e sebbene sia un'opera destinata a un pubblico adulto arriva a vendere quasi quanto altri bestseller a fumetti. Pertanto la Panini lancia ancora una nuova edizione, stavolta per le fumetterie. Che però non è altro che una ristampa della Collection, in tutto e per tutto.

ERRORI CORRETTI

Purtroppo, non c'è modo di avere pace con l'adattamento di Berserk: errori di traduzione commessi nella primissima edizione vengono talvolta corretti con la Collection o andando avanti coi volumi in ogni edizione (oggi si utilizza Spadaccino Nero al posto del precedente Guerriero Nero, o Pishaca al posto dell'impreciso Bisharca, o ancora hanno ripristinato la corretta formula/preghiera in ebraico dell'evocazione magica). Ma è anche vero che tanti errori continuiamo a portarceli dietro senza che vengano corretti (il Qlipphoth chiamato sempre Clifoto, per dirne uno).

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finalmente kenshi kuroi, ossia spadaccino nero, è tradotto letteralmente

OGGI

Sebbene negli anni la Panini ha cercato di adattare Berserk in modo sempre più preciso e fedele (le ultime uscite sono davvero molto curate), purtroppo ad oggi in Italia (e in italiano) non esiste una versione perfetta e fedelissima di quest'opera, degna di quest'opera.
Arriverà mai tale edizione? Chissà...

Ami Berserk? Leggi anche

[CULT] gli intoccabili: i grandi miti che proprio non mi piacciono


Ieri, su FB, stanco dell'ennesimo video di Battisti, ho lanciato una piccola provocazione.
Ho scritto: quanto mi sta sul cazzo Battisti. Che non era per andare contro (solo chi non mi conosce potrebbe pensare ciò), ma davvero non ho mai sopportato questo artista... da sempre.
Siccome voi conoscete tutto ciò che amo, colgo l'occasione per parlarvi di altrettanti miti -di cui riconosco la grandezza- che però mi stanno in culo o più semplicemente non mi piacciono.
Gli intoccabili: quelli che devono piacerci per forza, o che bisogna aver paura di dire che non sopportiamo.

LUCIO BATTISTI

Inizio da lui visto che da lui è iniziato il tutto.
Mai amato: mia madre ci provava pure, a farmi addormentare con le sue canzoni, ma appena sentivo "che ne sai tu di un campo di grano" era insonnia. Piangevo. Ci voleva altra musica, per me.
Una antipatia che dura dai miei primi mesi di vita. Stacce, ricciolì.

IL SIGNORE DEGLI ANELLI

Pure riconoscendo l'immensa grandezza di Tolkien e della sua opera, ve lo devo dire: a me Il Signore degli Anelli non piace.
Ma manco Lo Hobbit, eh.
Letto per la prima volta nel 1998, ci misi un anno per portare a termine quel mattone, pur saltando varie cose. I film, che ho visto tutti al cinema, sono stati in diversi punti una tortura a cui non mi sottoporrei mai più. Amo molto però la versione animata (parziale) dell'opera, che vi consiglio.

SUPERMAN

Qua Ema mi uccide ma io non ho mai sofferto questo supereroe.
Anche Bill non sarebbe d'accordo, e pur apprezzando il suo punto di vista sulla filosofia del personaggio, proprio non riesco a farmi appassionare dalle trame di Supes e del mondo che lo circonda.

STAR WARS

Pensate, la grande saga di Lucas è tra le opere preferite del mio scrittore/disegnatore preferito (Kentaro Miura, autore di Berserk). Dovrei amarla solo per questo, eppure... non mi ha mai fatto impazzire. Ho visto le prime due trilogie, amo il flipper di Episodio I, so che l'Episodio IVè una pietra miliare della fantascienza cinematografica e non solo... eppure niente, non riesce ad attirarmi più di tanto.

ELIO E LE STORIE TESE

Qui mi uccide Marco, invece.
Oh, saranno geniali, saranno bravissimi, ma non mi hanno mai detto nulla.
Non mi esaltò nemmeno la loro canzone sui Litfiba, per dire.
Diciamo proprio che mi lasciano del tutto indifferenti.

BREAKING BAD

Pur avendo visto tutta la serie che, di fatto, è stato il battesimo di fuoco hipster per i tantissimi che di colpo scoprirono la serialità televisiva del nuovo millennio, ne riconosco i pregi ma per me resta una serie come un'altra. Nulla di più.
Anzi, a Breaking Bad preferisco mille volte The Shield, a cui ha "rubato" più di un'idea.

STEPHEN KING

Da ragazzino (tra le elementari e le medie) vi avrei detto che era il mio scrittore preferito, assieme a Poe.
Oggi Poe resta sul podio mentre il Re dell'Horror è sceso vertiginosamente di posizione.
Amo ancora qualche sua opera, ma altre proprio non riesco più a leggerle. A partire da IT, che ho tentato di rileggere per tre volte e per altrettante volte il proposito è naufragato miseramente.
Prolisso, noioso, a tratti pedante... è così che ora giudico King. Mi perdoni, maestro.

ALDO, GIOVANNI E GIACOMO

Non sono un fan dei comici. Né dei carrozzoni dove si esibiscono (Zelig, Colorado, Made in Sud e via dicendo). Ho le mie eccezioni (Seven Show, il primissimo Zelig -facciamo cabaret- e la produzione di Nunziante/Toti e Tata) altrimenti evito come la peste gente che vuole (cercare di) farmi ridere. E puntualmente non ci riesce mai.
Aldo Giovanni e Giacomo li ho apprezzati in qualche sketch di Mai dire Gol, ma già dall'osannato Tre uomini e una gambainiziavano a non piacermi più. Il pelato, quando emette quei suoni-tormentone, è per me insopportabile, peraltro.



Aggiungete poi che assolutamente mi stanno sul cazzo zombie e vampiri, se non in rarissimi casi, e vedete quanto potrà sembrarvi iconoclasta questo post.
Eppure è così: i cult che ho citato qui sopra proprio non mi piacciono.
Ce ne sono sicuramente anche per voi, di intoccabili che non amate, vero?
Aspetto i vostri nomi!

[CARTOONS] She-Ra 2018, il primo teaser trailer: parliamone


Da poche ore è stato rilasciato il primo teaser trailer del reboot animato di She-Ra, in arrivo per Netflix in autunno.
Ne stiamo parlando già sui social; alla visione di questa clip le impressioni sono state varie e anche diverse a seconda dei gusti.
Le aspettative? Ci sono, anche se già tradite da cambiamenti inopportuni(razzisti/razziali e politicamente corretti, clicca per saperne di più).
Vediamo il trailer e parliamone.



Ok, la prima cosa che ho pensato è: Sailor Moon.
Non solo per la vestizione, tra stivali - gonnellino svolazzante - tiara sui capelli biondi e fluenti. Penso che chiunque abbia pensato alla Guerriera della Luna.
Ma non l'originale giapponese: dato il design così piatto (purtroppo anche pacchiano), mi è venuta in mente la Sailor Moon della Saban, opera mai prodotta di cui però vi sono in giro diverse tracce (potete trovare tutto cliccando sull'immagine che segue).


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https://mikimoz.blogspot.com/2018/03/sailor-moon-serie-saban.html
sono Adora, sorella gemella del famoso He-Man. Ah, no.

Ok, torniamo propositivi.
Il trailer comunque mette un po' di curiosità. Va bene che Adora si trasforma in (Sailor) She-Ra e solo in un secondo momento alza la spada al cielo pronunciando la sua formula: chissà se sarà proprio così o è solo come andrà la prima volta.
Colpiscono (in negativo) i fondali, che mi aspettavo più rifiniti (dopo la foto promozionale di luglio). Sembrano molto molto impastati e grossolani.
Pare comunque sia questo -ahimé- lo stile vigente.
She-Ra 2018 è perfettamente in linea col design delle attuali serie da Cartoon Network e simili.

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sgraziata al massimo

Nel trailer vediamo Adora trovare la Spada della Protezione come fosse la Spada nella Roccia (eliminato, almeno per ora, He-Man e la sua missione su Etheria). Una voce femminile spiega alla ragazz(in)a che è necessario ripristinare il bilanciamento di potere sul pianeta, invaso dagli Horde.
Questa voce sarà quella di Sorceress? Chissà.
Almeno come nome, Grayskull sopravvive, venendo evocato.

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è un uomo che gioca a fare la guerriera Sailor

E poi il titolo: She-Ra and the Princesses of Power, marcando la parola princesses che fino a ieri era princess.
Impressioni: per me né positive né negative, visto che io nemmeno considero questo prodotto come originale ma lo percepisco come rilettura, dato lo stravolgimento di certi personaggi e della loro iconografia.
Già trovo scellerata la scelta di partire dalla storia di She-Ra -che nella trama più ampia (rileggi qui il riassunto completo) subentra molto dopo-; purtroppo temo che qualsiasi riferimento all'universo generale dei Masters venga cassato.

Però... non nego che ora sono curioso di vedere dove vogliono andare a parare, e qui avranno una persona che non gliene farà passare liscia nemmeno mezza.
Insomma, ci divertiremo.
Intanto, io prego per vedere un giorno una She-Ra degna di questo nome, e non una bimbominkiata modaiola.

[AFFETTI PERSONALI] i regoli a colori degli anni '80-'90


E si torna a scuola anche quest'anno.
Sempre più presto, quasi in una corsa a togliersi dalle palle i figli per godersi in pace gli ultimi scampoli d'estate.
Anche il pianeta Moz O'Clock torna a scuola: in questi giorni nellaCameretta del Moz O'Clock arrivano diversi post a tema: vi aspetto lì!
Invece qui, ora, vi mostro un cimelio che conservo sin dal 1989: i regoli a colori!


Inutile dire: quando una cosa è ben realizzata, dura nel tempo.
Questi miei regoli ne hanno viste di cotte e di crude, sono sopravvissuti a ben tre bambini (io e i miei fratelli) e sono ancora qua con me.

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la scatola è un po' malridotta ma c'è ancora...

Ma cosa sono i regoli? Strumento di calcolo che aiuta i bambini ad approcciarsi con la matematica, servono a far comprendere i concetti di unità e multipli.
Io, che della matematica me ne sono sempre strasbattuto, usavo i regoli in ben altri modi.
Giocandoci.

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fagiolini e carote, con patatine fritte (con ketchup e maionese)

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un hamburger da fast food

Credo in realtà che chiunque di voi abbia giocato, coi regoli, piuttosto che studiarci.
Ma... oh, sono colorati, sono fighissimi... è ovvio che nessuno pensa di utilizzarli per la matematica!

Gli altri miei Affetti Personali

[VIDEO] A fantastic journey through the 80's movies: quattro chiacchiere con Alessandro Maggia


Con un nuovo lavoro certosino, Alessandro Maggia della Starlight Video Productions ha messo assieme tantissimi altri spezzoni di famosissimi film anni '80, creando una vera e propria compilation di sequenze, stavolta accompagnate dal brano St. Elmo's Fire di John Parr.
Inutile dirvi che vedere in successione He-Man, Rambo, Indy e Conan è orgasmitico.
Vi avevo già presentato il suoprimo video (cliccate qui per rivederlo!), oggi ce ne gustiamo un altro, accompagnato da quattro chiacchiere proprio con Alessandro!


Vi sfido a riconoscere i titoli dei film che scorrono nel video, e intanto vi linko anche il canale Youtube della Starlight Video Productions!
Buona visione!


Miki - Chi è Alessandro Maggia? Cos'è la Starlight Video?
Alessandro - Sono un videomaker dal 1997: mi ero appena iscritto all'università e a quei tempi realizzavo i miei primi video. Erano soprattutto video di spettacoli teatrali. Parallelamente iniziai anche con i cortometraggi: ho sempre amato Ai confini della realtà, e come omaggio alla serie nacque Time, trasmesso anche da La7 e con cui ho partecipato a diversi festival. Finiti gli studi, nel 2004 ho fondato la Starlight Video. Per fortuna ho anche subito trovato lavoro presso Televenezia realizzando servizi giornalistici e sportivi; un po' alla volta ho cominciato ad acquisire clienti, realizzando video su eventi (privati e pubblici), spot e documentari affinandomi nel montaggio.
Per cinque anni sono stato il videomaker ufficiale della Esso italiana; da poco mi sono trasferito a Berlino allargandomi anche alla Germania.
Amo molto legare la musica al video, lavoro sempre a tempo di musica: per me la colonna sonora è fondamentale e questo è un po' il mio marchio di fabbrica.

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Alessandro al lavoro

Miki - Adori gli anni '80 e questo traspare dai lavori apparsi sul Moz O'Clock: cosa ti piace di quell'epoca? Da dove nasce questa passione?
Alessandro - amo gli anni '80, da sempre. Dal come si viveva sino agli eventi storici e politici; ovviamente anche il cinema, i cartoons, i fumetti e ovviamente la musica.
Sono del '77, ho attraversato completamente quel decennio che non ho mai smesso di amare. Quando è arrivato il 1990 c'è stato un fortissimo cambiamento, specie nella musica. Gli anni '90 li ho percepiti più cupi. La passione aumentò ancora di più nel 1995, quando conobbi un ragazzo che era stato dj e mi regalò diverse cassette piene di musica degli anni '80.
L'attuale voglia di revival, tra movimenti musicali e mondo nerd, secondo me è dovuta al fatto che prima si stava effettivamente meglio. La società è cambiata in peggio, e questo ritorno al passato avviene perché si cerca qualcosa che non c'è più e perché, probabilmente, era migliore.

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la Starlight

Miki - Ecco, parliamo un po' delle differenze tra gli anni '80 e oggi. Ad esempio nel cinema.
Alessandro - differenze ce ne sono tantissime. Un tempo si lavorava molto sulla sceneggiatura. C'era un grande investimento sugli effetti speciali, che sbalordivano. Oggi non c'è la "preparazione all'effetto": era la sceneggiatura a creare un senso di attesa.
I film anni '80 piacciono ancora perché sono delle fiabe, fanno sognare.
Oggi si cerca di creare sempre un effetto di realismo, mentre prima c'era molto romanticismo. Quello stesso riscontrabile nelle fiabe Disney, per evadere dalla realtà e per immergerti in un bel mondo.
Pensiamo poi alle battute memorabili: negli ultimi anni sono poche; fino agli anni '90 invece possiamo snocciolarne a iosa. Tutto era romanzato, ma in senso positivo e fiabesco.
I valori che trasparivano all'epoca erano semplici ma bellissimi. Cosa insegnavano i film anni '80? Che chiunquece la può fare. Anche se non nasci propriamente vincente (vedi I Goonies).
Tecnicamente, anche la fotografia faceva tanto, creando un senso di magico che oggi non esiste più.

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Alessandro con Dolph (He-Man, Ivan Drago, il Punitore... tutti in uno!)

Miki - A Fantastic Journey: due video, perché? E quanto tempo ti è costato montarli?
Alessandro - sono due video che rappresentano le due anime del cinema anni '80. Il primo è più nostalgico, più romantico e fiabesco; nel secondo traspaiono grinta e voglia di vincere.
Sono stati dei lavori molto impegnativi; il primo video è stato relativamente più semplice, mi ha tenuto impegnato una ventina di giorni in totale. Il secondo è stato più complesso, visto il grande successo del primo video sentivo la necessità di fare un lavoro che non deludesse. Ho dato a questo una connotazione diversa, anche con la musica. Nel primo si balla molto, nel secondo ci si guarda: si viene rimbalzati da uno sguardo all'altro in 135 film per 4 minuti. Che mi hanno tenuto impegnato un mese e mezzo, per scegliere i fotogrammi perfetti di ogni opera che ho utilizzato.

[LIFE] nostalgia, nerdismo e l'età adulta


Da un po', in rete, ci stiamo ponendo delle domande che riguardano noi e le nostre passioni.
Nostalgismo, retronostalgia, nerdismo, geekismo.

Addirittura abbiamo parlato di quando, secondo noi, sarebbe finita "la magia".
Il discorso prosegue, anche su altri lidi, anche con battibecchi e analisi abbastanza feroci.

E questo è il mio punto di vista a riguardo.

Il post del blogger Pirkaf, sul peso dell'età nerdica (ossia: come si resiste alla disaffezione?) mi ha spinto a riflettere sulla questione.
In sostanza: superati i trent'anni, si ha davvero ancora la passione iniziale per giocattoli, film, fumetti, cartoons, videogames? Oppure spesso è solo uno status che si mantiene forzatamente -magari per mestiere-?
Il tempo, i guai della vita da adulti... tolgono spazio e entusiasmo per ciò che si amava?
Queste domande non sono affatto scontate.

gli altri articoli sull'argomento:

Credo che tutti noi siamo diversi. C'è gente che, pur di mantenere uno status (rassicurante anche se fasullo) fa cose peggiori che continuare ad esaltarsi (per finta) davanti all'ultimo trailer Marvel.
Ma c'è anche chi, per davvero, ama ancora questo mondo "nerdico".

VOI DA CHE PARTE STATE?

Siete tra coloro che si esaltano per forza, o tra coloro che si esaltano genuinamente?
Che poi, anche qui ci sarebbe da fare più di una distinzione.
Chi si esalta forzatamente è -ovvio- falso. Magari non è nemmeno colpa sua.
Si può diventare così per soldi, per paura, per incapacità di crescere, per insicurezza.
Tra coloro che si esaltano ancora genuinamente, invece, possiamo distinguere altre tipologie.
Chi è rimasto bambino (patologicamente: si riconosce dagli atteggiamenti), chi è affetto da nostalgia, chi da nostalgismo e chi, invece, in modo maturo è capace di vivere una vita completa.
Poi, ovviamente, c'è anche chi lo fa per moda: in quei casi dura il tempo che deve.
Ah, la foto in apertura del post è volutamente "esagerata".

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tanti miti

NOSTALGIA O NOSTALGISMO?

Sono il primo ad affermare che tutti idealizziamo il nostro passato, quando si è trattato -ovviamente- di un passato felice.
Formiamo un calderone di bei ricordi e belle sensazioni in salta retro, e parte la malinconia nostalgica del "bei tempi""prima era meglio" e tutto il campionario simile.
Penso che non ci sia niente di male a voler rivivere ciò che ci fece stare bene: perché doversi allontanare da questo benessere? È scontato che prima o poi lo ricercheremo.
E credo sia giusto. Il problema è quando si perde di vista la realtà; quando si vuole, cioè, ricrearsi un mondo ideale ma fittizio: è il sottile confine tra nostalgia e nostalgismo. Il secondo è patologico.
È quello delle lacrime facili, dell'esaltazione sfrenata, del presente che non si vive e di gente ottusamente pericolosa: penso a tutti coloro che non riescono ad accettare i minimi cambiamenti in ciò che hanno amato (vedi i remake) anche quando sono oggettivamente migliori del passato.

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siamo ancora qua, eh già...

PRIMA ERA DAVVERO MEGLIO?

La domanda è particolare.
Il passato è migliore? In un certo senso sì: è vero che la società cambia ed evolve (in peggio?), che tantissimi modi di fruizione sono mutati, che i valori sono diversi e spesso quelli più vecchi sembrano calpestati.
Ma i nostri genitori dicevano lo stesso degli anni '80; i nostri nonni dicevano lo stesso degli anni '60.

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qua sì che si stava davvero meglio!

QUANTI ANNI HAI? QUANTI ME NE DAI?

Ecco, forse dovremmo solo vivere il nostro tempo, sempre. E sforzarci di comprenderlo, iniziando dal comprendere i giovanissimi di oggi.
Oggi l'età non esiste più, specie sui social.
Di mio, per lavoro, sono sempre stato abituato a frequentare gente più piccola. Assieme a gente più grande. Le cose sono cambiate e la differenza di età non si percepisce più come prima.
Sono pronto a scommettere che, con noi, scompariranno i centri sociali per anziani perché vivremo tutti in un continuo centro sociale giovanile/adulto.
Le passioni si sono mischiate, in questa retronostalgia che porta He-Man con i Pokémon, i Dire Straits con Sfera Ebbasta e tutti sempre e comunque a tirar calci a un pallone o a pedalare in bicicletta. O a usare smartphone e giocare coi videogames.

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ragazzini oggi

UN MONDO LUDICO

L'uomo è nato per giocare: al lavoro l'ha condannato il peccato originale.
Mai frase fu più vera. Siamo fatti per un mondo ludico, di divertimento.
E oggi le barriere sono cadute: divertiamoci.
È chiaro che comprare un Lego da trentenni non è come averlo a otto anni.
Il Lego da adulti si fruisce in altro modo. Penso anche alle action figures: da bambini ci si gioca con fantasia, da adulti diventano collezioni o ci si "gioca" in modi diversi: ad esempio costruendo scenari, facendo fotostorie e via dicendo.
A chi si chiede se sia da deficienti continuare a giocare, ricordo che non è così dissimile dal costruire galeoni, dal far volare modellini costosi o dal montare e accessoriare case delle bambole. Hobby e passioni ben precedenti alla nostra generazione. Che l'uomo sia un animale (da gioco) sociale, anche da adulto, lo prova il fatto che da sempre esistono giochi da tavolo.

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continuano a farli...

E IO?

Non posso giudicarmi da solo. Ex eterno dodicenne, ora eterno tredicenne, cresco a modo mio ma vivo sempre il presente guardano al futuro. Sono un retronostalgico ma non di quelli che pensano che nel passato sia tutto bello a prescindere e oggi faccia tutto schifalcazzo.
Amo tantissime cose di oggi. Mi esalto ancora oggi. Ecco: torniamo all'inizio.
Le mie passioni sono rimaste: tutte con la stessa forza ma in modi più adulti.
Mi esalto per ogni nuovo albo di Berserk come dal 1996: oggi semplicemente lo leggo con un bagaglio culturale diverso, apprezzandolo anche di più.
Mi esalto per ogni nuova notizia sui Masters: è ovvio che oggi il mio "giocarci"è differente. Ad esempio scrivendone e facendone retrospettive.
Gioco ancora a ogni nuovo Street Fighter, esattamente come un tempo in sala giochi.
Credo sia tutto qui: prendere in mano i nostri anni, portare la genuinità delle nostre passioni nel presente, con noi, e vivere bene.
Questo è quello che conta.

Vero, falso: come mi percepite?
E voi... come siete a riguardo?

[FILM] Kill Bill, a 15 anni dalla vendetta: la retrospettiva


Incredibile, questo ottobre saranno passati quindici anni dall'arrivo di Kill Bill (volume 1: la seconda parte giunse qualche mese dopo, nel 2004).
Un film che -in entrambi i suoi capitoli- segnò più di un colpo.
E che solo Quentin Tarantino poteva girare, a sei anni dalla sua precedente fatica...

VOLPI FORZA CINQUE

Ci chiamavamo Volpi Forza Cinque. La mia specialità? Lame affilate.
È così che Mia Wallace/Uma Thurman parla del pilot televisivo citato all'interno di Pulp Fiction.
Lei doveva essere l'esperta di lame.
Ora, sostituiamo le volpi con i serpenti e avremo la Squadra Assassina Vipere Mortali di Kill Bill. Un gruppo di sicari di varia etnia che agisce in giro per il mondo. Tra loro Uma Thurman/B----- K----/La Sposa, esperta di lame (e pistole e qualunque altra arma).

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Uma Thurman nel 1994

Q & U

Furono proprio Quentin e Uma, durante la lavorazione di Pulp Fiction, a immaginare il personaggio della Sposa e a inventare lo slogan "uccidere Bill". Chissà chi cazzo era questo Bill.
Dopo tantissimi anni, Tarantino scrisse la sceneggiatura dove lo spiegava: e quello fu il regalo di compleanno per Uma Thurman, che il regista voleva assolutamente come interprete.
E aspettò anche un anno, data la gravidanza dell'attrice, per iniziare le riprese del loro Kill Bill.

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dai titoli di coda

UN GRANDE FUMETTO

Tarantino ha dichiarato che Kill Billsarebbe il film che i personaggi dei suoi precedenti lavori (Le Iene, Pulp Fiction, Jackie Brown) vedrebbero al cinema.
Insomma, un fumettone quasi metanarrativo ed esagerat(issim)o, che riesce a mixare con grande cura, ironia (tanta) e anche dramma tutte le passioni di Tarantino.
Feticismo cinematografico e non solo.

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sul set

IL SENSO DELLA VENDETTA

Cos'è Kill Bill? Un film semplice, semplicissimo. Una storia che potremmo definire archetipica se non addirittura... banale. Sì: tu vuoi uccidermi, io sopravvivo per miracolo e ti vengo a cercare per fartela pagare. E sono cazzi amari.
Ecco cos'è Kill Bill riassunto in due parole.
Ma un film di Tarantino è un film filosofico, di stile, e soprattutto divertente.
E così Kill Bill diventa un frullatore dove inserire ogni succoso frutto, tropicale e non. Dosando tutto con cura, abbiamo cinema italiano, cinema degli anni '50, arti marziali, cartoons, spaghetti-western, cinema dei samurai, catfight da prigione e blaxploitation. Tutto, grindhousamente squisito.

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"mi trovi sadico?"

VOLUME 1: OMAGGIO ALL'ORIENTE

Se Bruce Lee fosse stato ancora vivo, sarebbe stato in Kill Bill.
Parole di Tarantino, che comunque ha Bruce Lee nel suo film del 2019 (come personaggio, s'intende) e che ha omaggiato l'artista cinese proprio in Kill Bill: si veda la tuta della Sposa, che è la medesima -in giallo e nero- indossata da Lee ne L'ultimo combattimento di Chen.
Ma non è solo la Cina col suo furore a essere prepotentemente dentro Kill Bill: c'è anche tanto Giappone. Quasi ogni scena del combattimento alla Casa delle Foglie Blu è un rifacimento preciso & spaccato di sequenze di film "cappa e spada" nipponici. Tra cui Lady Snowkiller.
Non mancano i riferimenti a Battle Royale, opera dura e cruda molto amata da Tarantino, che ne riprende addirittura un'attrice -vestendola peraltro proprio da liceale in marinaretta-.

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Bruce

VOLUME 2: OMAGGIO ALL'OCCIDENTE

Se la prima parte si concentrava sul Giappone (tra Okinawa e Tokyo), la seconda non ci risparmia un bel tocco di Cina ma principalmente si torna negli ambienti più americani tanto cari al cineasta. Molto west, molto deserto, un po' messicano. E junk food, Morricone, Heckle & Jackle e tanta tenerezza.

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La Sposa con Pai Mei

I PERSONAGGI

Uma Thurman domina nei panni della Sposa: a lei è richiesto lo sforzo più grande, alternandosi tra scene grottesche, scene di combattimento e altre drammatiche.
Deryl Hannah, che sembra conservare la sua androgina freddezza da replicante, è qui Elle Driver: favorita di Bill, crudele e spietata cavallona sempre alla moda. Riesce ad abbinare alle sue mise anche la benda che le copre l'occhio. Non si vedeva un personaggio così forte, con occhio bendato, dai tempi di Nadine in Twin Peaks.
Vivica A. Fox è la gatta nera, sboccata e agilissima, Vernita Green. Una stronza di prima categoria.
Micheal Madsenè forse il personaggio più riuscito di tutti: disilluso, spiantato, filosofo e perdente: è Budd, fratello di Bill.
Lucy Liuè O-Ren Ishii, half chinese half japanisie half american. Regina della yakuza, è una bastarda nippo-sino-americana che sa come farsi valere.
Infine il compianto David Carradine ricopre il ruolo dell'antagonista, un po' romantico e un po' deluso: Bill.
Non mancano nemmeno due personaggi già "noti": il samurai Hattori Hanzo, qui forgiatore di katane, e Pai Mei, maestro di kung-fu apparso in altre opere.

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i personaggi

KIRU BIRU

Così pronuncerebbero Kill Bill i giapponesi, mettiamo il caso che l'opera fosse un anime. Ma ehi! Kill Billè anche un anime. L'intera storia di O-Ren Ishii viene raccontata per mezzo dell'animazione giapponese, quella della casa Production I.G di Ghost in the Shell. E con un intero capitolo dedicato ai cartoon giapponesi, Kill Bill compì il passo decisivo per sdoganare gli anime presso il grande pubblico italiano, come vi ho raccontato qui.
Purtroppo questo gioiello fu anche occasione di ossessione/idolatria da parte dei giappominkia otaku-ottusi-fissati della prima ora. Ma ci sta.

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sesso e violenza, tipico degli anime (scherzo, ovviamente)

B-MOVIES 

Altra cosa che Kill Bill ha contribuito a fare, è stata quella di aprire le porte dello spettatore medio ai b-movies, italiani in primis. Dall'arrivo del quarto film di Tarantino, il cinema per fortuna non era più solo quello dei grandi titoli, passati magari in tv o disponibili nelle videoteche degli anni 2000.
No: si era finalmente tornati a scoprire le perle nascoste di questa arte. Perle trash, anche. Chiariamoci.

MUSICA

Se Tarantino fa un film, quel film diventa un juke-box. Stessa cosa successa con Kill Bill, che sfornava pezzi di Bacalov, Morricone, Nancy Sinatra e il pop giapponese. Nella sua colonna sonora, anche campionamenti dal nostro Vince Tempera (Sette note in nero), un estratto da Riz Ortolani, il fischio di Twisted Nerve, poi Johnny Cash, Shivaree, i Santa Esmeralda. Direi che possiamo ascoltarci proprio Don't let me be misunderstood.
Inutile dire che ognuna o quasi di queste canzoni, dal 2003, è stata usata ovunque come sigla tv o spot.

MODA

Come per la musica, i film di Tarantino lanciano le mode. Tutti con gli impermeabili lunghi alla Elle, ma soprattutto non sarebbe esistito il revival delle Onitsuka Tigersenza questo film.
Sì, le scarpe della divisione asiatica dell'Asics, cadute nel dimenticatoio dopo gli anni '70, vennero riproposte grazie a Tarantino che ne fa indossare ben due paia a Uma Thurman.
Da quel momento erano ai piedi di chiunque: io ho avuto le Mexico '66 di entrambi i colori.
Peraltro, quelle gialle-nere le ho ancora, e me le feci arrivare appositamente proprio prima che esplodesse il fenomeno Kill Bill: così fui tra gli ultimi a pagarle senza il sovrapprezzo della moda...

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già: Tarantino è riuscito a farmi indossare delle scarpe GIALLE...


[MEGARIASSUNTO] Sailor Moon (serie animata anni '90)

Raggio di Luna che accendi la notte, poi dove vai?
Così cantava la prima sigla italiana di una serie storica, una serie che ha fatto epoca e ha macinato successi su successi: Sailor Moon.
Cinque stagioni dal 1992 al 1997, un pubblico letteralmente impazzito e una storia diventata mitica.

Questo riassunto ripercorre, in modo velocissimo, tutti gli avvenimenti nella grande trama dell'anime anni '90.
Per ogni delucidazione e dettaglio vi aspetto nei commenti!

PREMESSA

In un lontano passato il Regno della Luna e quello della Terra erano in pace: la principessa Serenity della Luna e il principe Endymion della Terra erano innamorati e promessi sposi.
Ma i malvagi del Dark Kingdom sobillarono i terrestri, causando la distruzione del Regno della Luna.

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la Regina Serenity assiste alla fine di sua figlia e l'amato Endymion

La regina Serenity, madre dell'omonima principessa, si sacrificò e tramite il Cristallo d'Argento ibernò sua figlia e le sue guerriere permettendo la loro rinascita in tempi più felici.

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Jadeite, Nefrite, la Regina Beryl, Kunzite e Zoisite

NOME IN CODICE: SAILOR V

Il gatto Artemis, risvegliatosi nel presente, trova la prima guerriera reincarnatasi in una ragazza del nostro tempo: è Minako (Marta), che diventa la guerriera Sailor V aiutando la polizia contro strane forze oscure che imperversano a Tokyo: il Dark Kingdomè tornato e cerca il Cristallo d'Argento, nonché molta energia umana affinché il sigillo che blocca la malvagia Regina Metallia al Polo Nord venga distrutto.

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la misteriosa Sailor V

SAILOR MOON, LA GUERRIERA CHE VESTE ALLA MARINARA

Poco tempo dopo la gatta Luna rintraccia un'altra guerriera reincarnata: è Usagi (Bunny), che -pur con riluttanza- si trasforma in Sailor Moon e accetta la segreta missione di trovare la Principessa Serenity, il Cristallo d'Argento e difendere la città dagli attacchi del Dark Kingdom.
Un misterioso rivale/soccorritore arriva a difendere Sailor Moon ma anche lui è alla ricerca del Cristallo d'Argento: si tratta dello Smoking Mascherato (Milord).

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lo Smoking Mascherato e Sailor Moon

Poco a poco si risvegliano anche le altre guerriere: tocca a Ami (Amy) che diventa Sailor Mercury e quindi a Rei (Rea) che si trasforma in Sailor Mars. I primi due Generali del Dark Kingdom vengono sconfitti.
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Sailor Mercury e Sailor Mars

È la volta di Makoto (Morea) che diventa Sailor Jupiter, e in ultimo anche Sailor V (ossia Sailor Venus) si unisce finalmente al gruppo. Il tutto proprio quando si scopre che è Usagi stessa a essere la reincarnazione della Principessa e che Mamoru (Marzio) oltre a vestire i panni dello Smoking Mascherato è la reincarnazione di Endymion.

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Venus, Mars, Moon, Mercury, Jupiter
La Regina Beryl riesce a catturare proprio quest'ultimo, facendone un suo soldato. Ma l'amore di Usagi spezza l'incantesimo. La battaglia finale vede perire tutte le guerriere tranne Sailor Moon, che al Polo Nord sfida e sconfigge Beryl e Metallia. Come desiderio finale, con il Cristallo d'Argento ritrovato, Usagi chiede che tutto torni come prima: sia lei che Mamoru che le altre ragazze tornano in vita senza più ricordare nulla della battaglia.

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la Principessa Serenity

SAILOR MOON, LA LUNA SPLENDE

Qualche tempo dopo, due alieni si stabiliscono sulla Terra: sono Ail e An, decisi a rubare energia terrestre per tenere in vita il sacro Albero, fonte della loro stessa esistenza. A causa dei loro attacchi, le guerriere Sailor devono essere risvegliate e devono tornare a combattere, anche se Ail e An non sono davvero malvagi e assieme all'aiuto di Sailor Moon e del Cristallo d'Argento potranno vivere in pace tornando nello spazio.

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Ail e An
Mentre Usagi e Mamoru finalmente si godono qualche attimo di tranquillità, piomba letteralmente dal cielo una bambina scontrosa che dice di chiamarsi Usagi e che viene perciò ribattezzata Chibiusa.

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Chibiusa
Stabilitasi a casa di Usagi dopo aver ipnotizzato la famiglia Tsukino, Chibiusa si mostra poco collaborativa anche quando nuovi nemici giungono sulla Terra per darle la caccia.
Si tratta del Black Moon Clan, arrivati da un futuro desolato e pronti a cercare il Cristallo d'Argento.

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il Black Moon Clan

Chibiusa è in realtà la figlia di Serenity ed Endymion, arrivata nel presente dopo essere scampata alla distruzione del Regno della Luna nel suo tempo (futuro). I nemici della Black Moon sono comandati dal malevolo Wiseman, e cercano in tutti i modi di catturare Chibiusa. Le guerriere Sailor scopriranno presto la verità, grazie all'incontro con Sailor Pluto, la guardiana del Tempo.

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al cospetto di Sailor Pluto

Riuscendo a evitare quel che succederà nel futuro, Sailor Moon e Chibiusa utilizzano il potere combinato dei loro Cristalli d'Argento per distruggere Wiseman/Death Phantom.
Cessato per sempre il pericolo, la piccola Chibiusa fa ritorno nel suo tempo, salutando gli amici del presente per riabbracciare la sua famiglia.

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Re Endymion, la Regina Serenity e le guerriere nel futuro

SAILOR MOON E IL CRISTALLO DEL CUORE

Un sogno premonitore allerta le guerriere: una nuova minaccia incombe, qualcosa che da tempo si è insediata sul pianeta e ora cerca il modo per impadronirsene. Solo trovando la mistica figura del Messia sarà possibile scongiurare l'Apocalisse annunciata, ed è necessario radurare i tre Talismani sacri. Con queste premesse inizia una delle più dure battaglie di Sailor Moon, che deve fronteggiare gli attacchi dei Death Busters, un esercito di maghi/scienziati.

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i Death Busters

I Death Busters attaccano le persone dal cuore puro, perché sperano di trovare nei loro cristalli del cuore uno dei tre Talismani. Così, molte sono le vittime di questi assalti; parallelamente, due nuove guerriere fanno la loro comparsa: Sailor Uranus e Sailor Neptune, intenzionate anch'esse a recuperare i tre Talismani a costo di sacrificare tre vite innocenti.
Pertanto, le due combattenti entrano presto in contrasto con Sailor Moon e compagne.

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Sailor Neptune e Sailor Uranus

Radunando i tre Talismani potrà materializzarsi il Calice Leggendario, ossia il Sacro Graal che dona immensi poteri e che deve essere impugnato dalle forze del bene: se cadesse nelle mani dei nemici, per il mondo non ci sarebbe scampo.
Anche Usagi e Mamoru vengono attaccati dal nemico, ma nei loro cuori non c'è traccia di alcun talismano. Dal futuro torna Chibiusa, stavolta per un apprendistato come guerriera: aiuterà le altre nei panni di Sailor Chibi Moon.

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Sailor Chibi Moon

I Death Busters infine trovano i possessori di due Talismani: sono proprio Haruka (Heles) e Michiru (Milena), ossia Uranus e Neptune!

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i Talismani nei cuori di Uranus e Neptune

Il ritorno di Sailor Pluto, reincarnatasi nel presente in Setsusa (Sydia), porta sulla Terra il terzo e ultimo Talismano: le tre guerriere del sistema solare esterno permettono l'apparizione del Calice Leggendario, che finisce fortunatamente nelle mani di Sailor Moon.

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il Potere Supremo dato dal Calice Leggendario
Pur ottenendo nuovi poteri, Sailor Moon non sembra in grado di riuscire a controllare una forza così grande. La missione di Uranus, Neptune e Pluto diventa quindi quella di trovare il Messia che dovrà impugnare la sacra coppa.

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Neptune, Pluto, Uranus

Ma il nemico è già passato al contrattacco: Hotaru (Ottavia), figlia del dottor Tomoe (il capo dei Death Busters) è stata da tempo trasformarta in un guscio umano che permetterà il risveglio del Messia del male. Hotaru finisce per fare amicizia con Chibiusa, mentre i Death Busters continuano a rubari i cristalli del cuore delle persone per nutrire Hotaru.

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Usagi, Chibiusa e Hotaru

Dentro l'animo di Hotaru albergano sia l'ultima guerriera Sailor, ossia Saturn, sia la malefica Mistress 9, che i Death Busters vogliono impugni il Calice.
Il risveglio di Sailor Saturn e della sua falce fa calare sul mondo l'Apocalisse, e dopo una dura battaglia all'interno dell'istituto scolastico Mugen che faceva da base ai Death Busters, è la stessa Sailor Moon a riscoprirsi Messia: sconfitto il malvagio Pharao90, Usagi salva sia Hotaru che suo padre dalla distruzione. Anche la Terra è salva.

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Sailor Saturn e la sua falce di morte

Terminata la missione, Uranus e Neptune vogliono sincerarsi se Sailor Moon sia davvero il Messia, visto che la sua bontà d'animo, dimostrata nel voler salvare Hotaru, ha rischiato di mettere a repentaglio le sorti dell'umanità. Convintesi, le due guerriere si inginocchiano davanti alla Regina Serenity e lasciano la città.

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la partenza di Michiru e Haruka

SAILOR MOON E IL MISTERO DEI SOGNI

Qualche tempo dopo, Chibiusa sogna Pegasus.
In concomitanza con questo suo sogno e con un'eclissi di sole, arriva a Tokyo il Dead Moon Circus, un tendone di cui solo pochi sembrano accorgersi.
In realtà, al suo interno, vi sono gli abitanti della Luna Spenta, che cercano ossessivamente proprio Pegasus e la persona che lo custodisce nei propri sogni.

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il Trio Amazzonico del Dead Moon Circus

Iniziano così nuovi attacchi a gente che, secondo il nemico, avrebbe un "sogno meraviglioso". Ma gli attacchi risultano vani anche grazie all'intervento delle guerriere Sailor, che ottengono tutte nuovi poteri.

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il Super Potere Supremo

La Regina Nehellenia stessa, sovrana del Dead Moon Circus, si risveglia: dopo aver utilizzato come sicari i tre membri del Trio Amazzonico, tocca al Quartetto Amazzonico trovare Pegasus.

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Nehellenia con il Quartetto Amazzonico

Alla fine, Pegasus viene trovato e il piano di Nehellenia sembra giungere al compimento: il cavallo alato è in realtà il giovane Helios, che custodisce il Cristallo d'Oro.
Nehellenia è la Regina della Luna Nuova, e fu punita da Serenity che la rinchiuse in uno specchio, perché aveva rubato l'energia dei sogni dei suoi sudditi pur di conservare la sua bellezza. Tuttavia Nehellenia partorì un alter ego vecchio e brutto, e approfittando dell'eclissi portò il suo dominio sulla Terra.

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Chibiusa e il suo Specchio Dorato dei Sogni

Mentre tutta la città viene addormentata, le guerriere riescono a penetrare nel tendone del Dead Moon Circus e combattono contro i loro nemici. Nehellenia, spedita nello spazio, riesce e far precipitare giù Chibiusa. Sailor Moon si lancia nel vuoto per salvare la sua futura bambina, ma grazie alle ali di Pegasus il peggio viene evitato. Helios torna su Elysium con la promessa di rivedere, un giorno, Chibiusa...

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Helios/Pegasus e Chibiusa

PETALI DI STELLE PER SAILOR MOON

Una voce misteriosa risveglia Nehellenia, alla deriva nello spazio, conferendo alla Regina delle Tenebre un rinnovato potere malvagio che la porta a vendicarsi dell'ultima bruciante sconfitta.
Spedendo sulla terra i frammenti del suo specchio, che si animano come soldati, Nehellenia fa piombare il pianeta nel caos: è il preludio all'ultima battaglia di Sailor Moon.

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Nehellenia seduce Mamoru

Le guerriere Sailor ritrovano anche Uranus, Neptune e Pluto: queste ultime, visto l'imminente pericolo, hanno richiamato anche Saturn.
Tutte assieme riescono a donare a Sailor Moon il Potere Eterno: tuttavia la sfida contro Nehellenia sarà ardua.

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Sailor Chibi Moon e Saturn contro Nehellenia

La vendetta della Regina Nehellenia trova quasi compimento, ma grazie alla collaborazione di tutte le guerriere, la situazione torna alla normalità: Nehellenia ritrova la pace, ma c'è ancora un subdolo nemico da sconfiggere.
Un nemico che si palesa prestissimo, proprio mentre le ragazze sono a un punto di svolta nella loro vita, tra studi e partenze. Se infatti Minako, Makoto, Rei e Ami sono felici di iniziare un nuovo percorso scolastico assieme, Usagi è triste sia per la partenza definitiva di Chibiusa, sia per quella del suo amato Mamoru: il ragazzo, infatti, andrà un anno in America per motivi universitari.
Purtroppo non arriverà mai a destinazione, e Usagi perde ogni traccia di Mamoru arrivando a credere che non voglia più sentir parlare di lei.

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il bacio d'addio

In città, nel frattempo, impazzano tre idoli: Seiya, Taiki e Yaten. Sono tre cantanti molto apprezzati dal pubblico giovanile, ma in realtà non sono che la versione maschile di tre guerriere Sailor: Star Fighter, Star Maker e Star Healer.
Il gruppo delle Sailor Starlights entra in contrasto con le altre guerriere: vogliono ritrovare la loro principessa, dispersa dopo che un potente nemico ha distrutto il loro pianeta.

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le Sailor Starlights

Questo nemico è Sailor Galaxia: una guerriera fredda e crudele che giunge sulla Terra in cerca dei Semi di Stella, dando inizio alle sailor wars.
Lei, infatti, soggioga altre guerriere Sailor di pianeti remoti, costringendole ad agire al suo servizio contro le altre guerriere.

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Shadow Galactica

In realtà Galaxia, mentre proteggeva la Via Lattea, stava per sigillare per sempre Chaos, l'entità suprema del male. Ma costui si impadronì della mente e del corpo della combattente, che cominciò a rubare i Semi di Stella agli abitanti dell'universo, al fine di ingrandire il suo impero Shadow Galactica. Poco prima di essere posseduta da Chaos, spedì nello spazio il suo stesso Seme di Stella, affinché trovasse qualcuno che lo avrebbe accolto per aiutarla a combattere il nemico.
Da malvagia, liberò Nehellenia e rubò il Seme di Stella del Re Endymion.

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Galaxia e i Semi di Stella

Infatti anche Mamoru era finito nella sua collezione, ed è per questo che il ragazzo risultava irrintracciabile. Il tutto mentre Usagi e Seiya iniziano a provare un sentimento che va oltre l'amicizia, anche senza concretizzarlo mai: la ragazza resta fedele a Mamoru. Proprio durante queste battaglie giunge sulla Terra ChibiChibi, una bambina molto piccola che protegge Sailor Moon ma nasconde un grande segreto.

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ChibiChibi
 
Una volta giunte alla battaglia finale, Mercury, Mars, Jupiter e Venus si sacrificano per difendere le Starlights; presto tocca anche a Pluto e Saturn svanire per sempre, mentre Uranus e Neptune giurano fedeltà a Galaxia.

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la fine di Pluto e Saturn

Le Stalights restano accanto a Sailor Moon; Uranus e Neptune sono in realtà passate dalla parte del nemico solo per provare a colpirlo dall'interno, ma senza successo: anche loro si dissolvono.

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Uranus senza speranza contro Galaxia

ChibiChibi si rivela essere il Seme di Stella stesso di Galaxia, che Sailor Moon finalmente affronta: con il potere del suo amore, avvolge la rivale che espelle Chaos.
Tornata alla normalità, si occupa del recupero dei Semi di Stella precedentemente sottratti agli abitanti dell'universo, per ripristinare l'originale equilibrio.

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Galaxia finalmente libera da Chaos

Terminano così le avventure animate della combattente in marinaretta, che differiscono in più punti dal fumetto originale. Ma di quello, contateci, ne riparleremo...

Se ami Sailor Moon non perdere:
Altri megariassunti:

[VIDEO] MikiMoz doppiatore per una fan-serie sui Fabuland!


Spero tutti voi conosciate il sito Nijirain (visitatelo!), che idealmente potrebbe essere il fratello maggiore del Moz O'Clock: è lo spazio web più completo riguardo la cultura pop/nerd del passato (anni '70 e '80), online sin dalla metà degli anni '90.
Ebbene il mitico Alex -gestore di Nijirain- ha chiesto ai suoi amici di doppiare alcuni personaggi Lego Fabuland.
La sua idea? Fare dei microepisodi tra l'ironico e la parodia, rispettando in pieno lo stile e il tenore delle storie riguardanti i bellissimi animaletti della Lego.

Alex ha ricreato addirittura i fondali "pastellati" che si vedevano sulle confezioni, per fare dei veri e propri set dove far muovere i pupazzetti.
Ho scelto di doppiare, per il primo episodio, Clive il coccodrillo: il criminale di Fabuland. Criminale, sì, ovviamente scoprirete per quale reato si può essere incarcerati in un mondo così positivo e colorato.
Prossimamente doppierò anche un altro personaggio, a cui sono legatissimo.
Intanto vi invito a mettere un bel like allapagina Facebook Nijirain, così non perderete nessun aggiornamento!


ti piace questa linea Lego? Leggi anche

FABULAND - viaggio nel mondo colorato

[EXIT POOL] PlayStation Classic: quali giochi vorreste?


Annunciata stamattina, arriva anche la storica PlayStation in versione mini.
Dopo il Nintento 8 bit (qui la mia videorecensione), il Super Nintendo, il Sega MegaDrive e pure il Commodore 64, era inevitabile aspettarsi la retronostalgica proposta della console che rivoluzionò gli anni '90.
Per ora si conosce ancora poco; si sa che la PlayStation Classic arriverà per Natale, avrà due joypad e sarà la versione in miniatura della stazione-gioco in grigio nata quasi venticinque anni fa.
Prezzo in linea con gli anni che celebra: 99,99 €.
Ma è sui giochi che c'è ancora un velo di mistero... pertanto voglio sapere da voi cosa inserireste qui dentro!

I videogames proposti nella memoria interna saranno 20: per ora si sa che Final Fantasy VII, Tekken 3, Jumping Flash, Wild Arms e Ridge Racer Type 4 faranno parte del lotto.
Almeno tre di questi titoli già valgono l'acquisto (Wild Arms, ad esempio, spacca!).

Provo a dire anche io cosa vorrei dentro la PlayStation Classic:
E voi quale scegliereste?
Aspetto le vostre risposte!

[COLLEZIONI] Pog/Caps, i dischetti da ribaltare (e collezionare)


Erano gli anni '90 e un nuovo gioco prendeva prepotentemente piede tra i ragazzini: si trattava dei Pog, dischetti di cartone raffiguranti immagini di varia natura.
Immagini che presto diventarono vere e proprie linee ispirate ai titoli più in voga.
E proprio oggi il paladin paladiere Ema vi parla dei dischetti di Street Fighter II (quindi correte anche da lui!).

Io vi racconto come si giocava coi Pog, mostrandovi qualche altro esempio di collezione!

Andiamo indietro di sessant'anni e spostiamoci alle Hawaii: il Pog era un succo di frutta, i cui tappi venivano usati dai ragazzini come collezione e come... gioco. Esatto, far ribaltare i tappi delle bottiglie era un'idea semplice quanto divertente, che risaliva a decenni prima!
Difatti, a pensarci bene, i Pog anni '90 non facevano che mixare gioco e collezionismo: a metà tra i tappi a corona (vedi qui la mia collezione) e le figurine (vedi qui la mia collezione).


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due contenitori per Pogs

COME SI GIOCA

Due giocatori si sfidano, impilando i propri Pog gli uni sugli altri realizzando una piccola torre. La sorte decide chi lancia per primo lo slammer.
Lo slammerè un gettone più pesante degli altri, che solitamente ha anche piccoli incavi per permettere a indice e medio di tenerlo nel modo migliore. Con questo gettone (di plastica o metallo) si colpisce con forza la pila di Pog: quelli che si ribaltano vengono conquistati.
Si continua a oltranza fino a che la pila non si dimezza.

ESEMPI DI COLLEZIONI

Oltre alla linea Pog classica, dato il successo del gioco (che causò anche qualche problema di distrazione a scuola!) le aziende realizzarono gettoni raffiguranti i titoli più popolari dell'epoca.
Addirittura vi erano Pog con scopo divulgativo.
Di seguito, qualche esempio di collezione: iniziamo dai Power Rangers.







Proseguiamo con le Teenage Mutant Ninja Turtles.


Quindi Street Fighter II, di cui potete trovare un post apposito cliccando qui.


E anche Dragon Ball, con le avventure di Goku.


Questi invece sono i Pog originali, dallo stile inconfondibilmente anni '90, molto urban e graffitaro:



E sapete che intorno alla metà degli anni '90 la Giochi Preziosi commercializzò addirittura la Cap Machine, ossia un macchinario che permetteva di crearsi i Pog in casa?
Se volete rivederla, e volete vedere come funzionava, non vi resta che cliccare sulla seguente immagine!



Voi collezionavate i Pog?
Li ricordavate?

Parliamone nei commenti!

per le foto thanks to Ema & Step

[BLOG] 10 anni di Moz O'Clock... o forse no


Il 14 settembre scorso il Moz O'Clockha spento 10 candeline.
Ok, ora giustamente direte: non è vero.

Il Moz O'Clockè nella sua dodicesima stagione di vita e il suo compleanno cade a novembre (la città si accende in un istanteeee).
Ma allora... perché dico che questo blog ha compiuto dieci anni?

No, non vi sto prendendo in giro.
Non vi sto nemmeno confondendo le idee, come vorrebbero delle voci che mi accusano di farvi credere ch'io sia stato un adolescente negli anni '80 (lol).
È vero che il 14 settembre 2018 il Moz O'Clock ha festeggiato il suo decimo compleanno, perché è vero che il Moz O'Clocknacque il 14 settembre 2008.

Ma non questo spazio in sé, che invece è nato il 16 novembre del 2006.
Semplicemente, per i primi due anni circa, il blog dove siete adesso si chiamava in un altro modo.
Un modo che potete leggere accanto al titolo, nella storica head che ho usato come immagine.
Con un sottotitolo altrettanto storico che presi dal nome di una delle rubriche.

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il 2008


Il nome Moz O'Clock mi frullava in testa da prima del 2006.
Me lo dimenticai, probabilmente non ci pensai. E chiamai il blog Pop Corner (anzi °°PoP CoRNeR°°) dedicandolo alla cultura popolare che tratto anche oggi.
Ma era un nome abusato e, per quanto funzionale, poco "mio". Forse andrebbe bene per un sito di news, ma volevo che il MIO blog avesse il MIO nome nel titolo. Che rappresentasse la mia identità.
E così, quello che forse doveva essere il nome di una delle tante rubriche che avevo all'epoca, finì per diventare il titolo stesso di questo spazio. 
mozzoclòc, mozzoclòc, mozzoclòc. Suonava bene.

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la prima vera head col nome Moz O'Clock, ovviamente by SandroArmy

E, soprattutto, aveva a che fare con il tempo.
Un elemento per me imprescindibile, che ci governa senza fare sconti.
Volevo che il mio blog fosse una personale macchina del tempo (del mio tempo: passato, presente, futuro) con la quale visitare ricordi, fare previsioni, godermi il presente con voi lettori.
Ecco, il 14 settembre non è un compleanno ufficiale.
Ma mi sembrava giusto, almeno, ricordare che da quel lontano giorno di fine estate sono passati dieci anni.
Un viaggio che continua, e che c'era anche nel passato dei due anni precedenti: non è bellissimo?

Io però vi aspetto a novembre (tu dicevi basta e io restavo inermeeee) per festeggiare il vero compleanno del blog, che spegne dodici candeline.

Vuoi conoscere la storia del blog? Leggi anche

[LIFE] A MikiMoz's Club Sandwich Story


Ve ne avevo parlato durante il recap di agosto (lo trovate qui): preparai un panino che non era stato per nulla apprezzato dai miei amici.
È successo che l'abbia riproposto qualche sera fa a una platea quasi del tutto nuova: stessi ingredienti, amici diversi. Ed è andata bene.
Questo il racconto -e le ricette- delle due serate Club Sandwich: dovrò cambiare hobby, dovrò cambiare supermarket o dovrò cambiare amici?

14 AGOSTO 2018

Un amico ha casa libera: mi chiama. No, non vuole scopare, vuole che cucini qualcosa per lui e per qualche altro invitato.
Così mi viene in mente di realizzare due Club Sandwich: sia l'originale americano, sia una variante più estiva che viene solitamente chiamata "norvegese" e che non ha regole fisse.

1894, NUOVA YORK

Era uno scenario di fine secolo, quando al Saratoga Club House di NY venne inventato questo panino: tre fette di pane leggermente tostato, petto di pollo, bacon, insalata, pomodoro e un velo di maionese. Poi, nel tempo, qualcuno ha proposto delle modifiche comunque ufficiali: tacchino al posto del pollo; senape assieme alla maionese (o salsa alla senape: mischiando cioè i due intingoli).

BONUS CULTURALE

Fu il nostro Gabriele D'Annunzio a inventare la parola "tramezzino" per tradurre "sandwich".
In ogni caso, i tramezzini sono molteplici, ma il Club House Sandwichè solo uno.

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Club Sandwich canonico, by Moz (il panino era stato posizionato a rovescio)

14 AGOSTO 2018 (AGAIN)

Preparo dunque il tramezzino originale, addirittura nella sua versione iniziale con pollo.
Piace.
Poi, mi azzardo a preparare il "norvegese": Philadelphia (sapevate che non è più della Kraft?!), succo di limone, salmone affumicato, insalata. E pezzetti di bacon.
Quest'ultimo ingrediente scatena lo sdegno di molti miei amici: non so se proprio per aver osato mischiare carne e pesce, il panino comunque non è piaciuto.

Ma non era la prima volta che vedevo il bacon utilizzato, in cucina, col pesce: sia coi gamberetti, sia col salmone stesso.
Cioè, una cosa simile la fa qualche stronzo di Masterchef e va bene; la trovi dalle fanatiche su GialloZafferano e va bene; la faccio io e fa vomitare al sol pensiero.
Al che magari ho pensato che proprio non avevo saputo preparare questo panino.

18 SETTEMBRE 2018

Ci riprovo. Preparo l'originale Club Sandwich (stavolta con tacchino) e piace.
Preparo pure il "norvegese" che ribattezzo Twin Peaks Club Sandwich, ma lo carico pure di più: salmone affumicato, Philadelphia, fette di limone cotte al forno, bacon, valeriana e granella di pistacchi.
Stavolta la prova è superata.
Ed è superata anche quando faccio il gran finale per finire gli avanzi: tacchino e salmone assieme, con tutto il resto o quasi.

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il Twin Peaks Club Sandwich by Moz








Insomma, ho potuto tirare un sospiro di sollievo.
Ora ditemi: cambio amici, cambio hobby o cambio ingredienti?
Aspetto consigli.

[LIFE] la magia degli anni '80 e '90: realtà o impressione nostalgica?


Ebbene, siamo arrivati al punto: il passato è magico in quanto passato, o è (stato) magico per davvero?
Sì, perché è chiaro che qualunque sia la decade in cui abbiamo vissuto l'infanzia, questa ci appare meravigliosa: anni felici, a patto che felici lo siano stati.
Ma, di norma, l'infanzia è così: ognuno di noi ripensa a quelle giornate (che siano negli anni '40, '50, '60, '70, '80, '90 e anche 2000) in modo mag(nif)ico, sommerso di dolci ricordi.
Però c'è effettivamente una variabile: gli anni '80 e '90...

Se gli anni '60 sono quelli della ricchezza, i '70 sono il decennio di piombo, gli '80 e '90 (più i primi) sono il periodo maggiormente mitizzato: a posteriori ma non solo.
Le spalline e i capelli cotonati hanno sempre fatto più scena dei pur celebri pantaloni a zampa e baffo leccafregne, per dire.
Ma la domanda è: al di là della nostalgia che proviamo per quelle decadi, sono stati davvero anni magici?

       non perdere gli altri articoli sull'argomento:

NOI QUI, FIGLI DEL BOOM

Perché gli anni '80 e '90 vengono mitizzati più di ogni altro periodo?
Possiamo probabilmente individuare l'inizio della cultura popolare contemporanea col boom degli anni '60. In sostanza, la televisione e il Carosello -arrivati negli anni '50- e l'americanizzazione -che si era progressivamente instaurata nei cervelli e nel modo di vivere sin dal dopoguerra- gettarono le basi per una pop culture di massa (e mass-media) fatta di sorpresine, pupazzi, cartoon, slogan e nuovi miti.

UN ALTRO BOOM

Ci vuole un nuovo boom economico, quello degli anni '80, per fondare definitivamente i canoni della cultura popolare comunemente intesa. Non che dei seventies sia rimasto poco, ma pensateci: prendete un Topolino del 1977 e uno del 1985. Guardate le differenze abissali nei prodotti reclamizzati. Ciò che troviamo nell'albo più giovane, è noto bene o male ancora oggi (ed è molto più probabile che sia vivo, ancora oggi, almeno come forte ricordo).

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LA NASCITA DEI MITI MODERNI

Proprioil germe consumistico-capitalista degli anni '80 -fatto di tv a colori e canali privati, di pubblicazioni a profusione e di enormi possibilità di scelta- ha dato origine ai miti che ancora oggi celebriamo e ricordiamo.
Strategie di marketing abbinavano i nuovi giocattoli a disegni animati da seguire ogni giorno in televisione; gli stessi pupazzetti diventavano sempre più colorati e plasticosi, ben realizzati, lontani dal metallo e altri materiali che andavano sparendo da quel mondo. Per non parlare dei videogames.

CAMBIAMENTI

Ma, nel momento stesso che si stavano vivendo, quegli anni erano percepiti come mitici?
Una domanda che non troverà mai risposte univoche.
Da un lato possiamo dire con certezza di no: erano anni come gli altri, e solo chi li ha vissuti da bambino/adolescente li avrà percepiti come magici.
Dall'altro, è pur vero che fummo tutti testimoni di un cambiamento epocale: la provincia si sprovincializzava, la Standa e le sue scale mobili rendevano Milano anche il paesello di montagna, ovunque fiorivano pub pizzerie discoteche e club, nuovi templi del divertimento e dell'aggregazione.
Insomma, chi li stava vivendo, si rendeva conto che c'era qualcosa di più.


CONSIDERAZIONI FINALI

Per me quindi gli anni '80 e '90 sono magici per davvero: ma perlopiù retroattivamente.
Non solo per nostalgia, che quella ci frega sempre -per qualunque sia il periodo in cui abbiamo vissuto la nostra giovinezza-, quanto per la mitizzazione degli stessi visto ciò che successe lì, a livello di cultura popolare, consumismo e società.
Voi cosa ne pensate?

[CARTOONS] I Wuzzles, il lato morbido della Disney

Correvano gli ormai celebratissimi anni '80. Ovunque nelle case dei bambini cominciarono ad arrivare giocattoli peluchosi profumosi animalosi petalosi e soprattutto coloratosi di colore pastello-fluo-gaypride.
Pensiamo ai Popples, pensiamo agli Orsetti del Cuore.
Correva il 1985, e la Walt Disney Pictures Television Animation Group lanciò due serie: i Gummi e i Wuzzles. Solo la prima ebbe successo, affiancandosi poi alle più celebri DuckTales, Cip & Ciop Agenti Speciali e Tale Spin.

I Wuzzles, che incarnavano più di tutti la moda del momento, furono presto dimenticati...

Ami il mondo Disney? Non perdere

LA SERIE

Protagonisti delle avventure (ripartite in una sola stagione di 13 episodi) sono i wuzzles, creature colorate che altro non sono se non un mix di due animali.
Tutti dotati di ali, vivono nell'inesplorata terra di Wuz, dove tutto è mescolato.
Animazioni a cura della giapponese TMS.
Rivediamo la sigla.

I PERSONAGGI

Abbiamo Apilone (metà ape e metà leone), Farforsa (metà farfalla e metà orsa), Conippa (metà coniglietta e metà ippopotamo), Focalce (metà foca e metà alce), Rinobert (metà rinoceronte e metà bertuccia), Eleguro (metà elefante e metà canguro). Poi abbiamo la ricchissima tigre-orsetto Wuzfeller e il bullo Dinodrillo, antagonista della serie dalla forma di coccodrillo-dinosauro, coi due tirapiedi Brat e Ranalucy.

GLI EPISODI

Solo tredici puntate costituiscono l'intera serie de I Wuzzles, che non fu rinnovata per una seconda stagione. Andata in onda in America a fine 1985, arrivò da noi nella primavera dell'anno seguente su Rai 1.
Nel 1987 venne raccolta in vhs per la sola versione noleggio.

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foto di Ema

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foto di Ema

I FUMETTI, I GADGETS

Nonostante la brevità della serie, la Panini propose uno sticker-album con le figurine; in qualche negozio arrivarono i peluche; era possibile acquistare i libri illustrati e i diari, e brevi fumetti con le avventure dei Wuzzles apparvero sulla rivista Topolino.

Vuoi riscoprire altri cartoons dimenticati? leggi anche

[FUMETTI] Topolino e i dolci segreti di Twin Pipps (1992)


Se c'è qualcosa che la Disney -e ancora più nello specifico il magazine Topolino- è sempre in grado di fare bene, quelle sono le parodie, sono gli omaggi ad altre opere.
E così pure la tradizione disneyana italiana ha spesso preso spunto da cose note (si pensi a Rivondosa/Rivombrosa, o a Fantozzi), arrivando ovviamente anche a Twin Peaks.
Ora, direte voi, com'è possibile che un'opera così poco adatta a un pubblico giovane sia potuta arrivare tra le pagine di Topolino?
Riscopriamo insieme la storia Topolino e i dolci segreti di Twin Pipps.

Nessun cadavere sulla riva: Lalla Talper è solo scomparsa.
Forse l'autore italiano (soggetto e sceneggiatura sono di Mario Volta) ha persino guardato molto oltre nella sfera, chissà, fattostà che la Laura Palmer disneyana è ciò che -come nella serie tv- costituisce l'elemento pivotale del tutto.

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la cascata, il cartello di benvenuto...

Topolino, Pippo e Pluto raggiungono una cittadina tranquilla e immersa nel verde, al confine col Canada: Twin Pipps. È Basettoni a inviare lì il suo detective prediletto, rispondendo a una chiamata di soccorso del collega Tuper, sceriffo di quella strana cittadina.
I tre topoliniani raggiungono il nord e sono accolti dall'agente Tappy Bill, un poliziotto tra il tonto e la sagoma.
Il mistero dietro la scomparsa di Lalla Talper è tutto... zuccheroso: due industrie di dolciumi si contendono il primato, e solo Lalla conosce il segreto della crema tanto amata.
Chi si nasconde dietro il misfatto?

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i Pippi Gemelli

L'autore riesce a concentrare le atmosfere della serie inserendo tantissime citazioni alla stessa. Dai nomi dei personaggi (abbiamo un Leonson/Leo Johnson; i Tortell/Martell, i Lonthre/Horne, il dottor Topoby/Jacoby, Lup Griggs/Bobby Briggs, la Signora del Tronchetto/Signora Ceppo) fino alle ambientazioni (ricreate dal disegnatore Roberto Marini), l'appassionato di Twin Peaks può farsi davvero sane risate. E se l'appassionato di Twin Peaksè anche appassionato Disney, il divertimento sarà... doppio.

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c'è persino la celebre scena del pic-nic...

Topolino e i dolci segreti di Twin Pippsè stato pubblicato nell'agosto 1992, e ristampato in volume unico nel 1996.
Quest'anno è uscito ancora una volta, in grande formato, nella collana di albi Parodie Collection; proprio questo albo mi è stato donato da Riky: sul suo Bazar trovate un ulteriore approfondimento sulla storia.

Ami l'opera di David Lynch e Mark Frost? Non perdere

Ami la rivista Topolino? Non perdere

[SPOT] AIDS e droga: le Pubblicità Progresso da brividi

Se come me avete vissuto l'infanzia tra gli anni '80 e '90, siete sopravvissuti a tante paure.
Magari vere, magari mere leggende urbane (clicca qui per rivederle tutte!), ma magari anche indotte.
Paure per aver paura di qualcosa: e a questo ci hanno pensato un paio di campagne pubblicitarie del Ministero della Salute: rivediamole assieme e rabbrividiamo oggi come allora.


AIDS - SE LO CONOSCI LO EVITI
SE LO CONOSCI NON TI UCCIDE

Se penso a una persona sieropositiva, ancora oggi me lo immagino con un contorno viola attorno alla sua persona. Sì, tipo l'aura di Dragon Ball ma violetta, minacciosa.
Colpa di questi spot qui, che davvero sono riusciti a terrorizzare la gente sul pericolo AIDS.
La musica inquietante e il bianco/nero facevano il resto.
In realtà tutto parte dal 1988, con un filmato chiaro e innocuo, sullo stesso stile.
Ma poi, due anni dopo, ecco arrivare appunto gli spot con l'aura viola e con la musichetta stronza, che sembra la versione horror di Moments of Love degli Art of Noise.


SE TI DROGHI TI SPEGNI

Passiamo ai drogati. Noi della nostra generazione non ce li immaginiamo sfattoni tipo Cesare di Amore Tossico, ma bei ragazzi normalissimi che... non hanno gli occhi.
Esatto: la droga fa venire gli occhi tutti bianchi. A suon di un minaccioso carillon.





CHI TI DROGA TI SPEGNE

La stessa campagna arrivò a terrorizzarci anche sulle pagine dei giornali. Pure Topolino!
Ecco qui, tra una storia a fumetti e una rubrica sulle vhs, cosa ti ritrovavi:


DROGATEL - TOCCA I TASTI GIUSTI

Chiudo con quest'altra serie spot, i primi due sulle note degli U2, molto minimal e d'impatto.
1994.

1996.

1997, più articolato e con un finale meno da depre.


CONSIDERAZIONI

Negli anni, in tantissimi si sono schierati contro questi spot, specie quello contro l'AIDS e quello contro la droga. Colpevoli di veicolare messaggi forse non chiari, di non parlare del problema ma di creare terrore riguardo tali argomenti.
Io, sinceramente, non so cosa chiedere di più da uno spot: di certo non si può mettere, in trenta secondi, a fare trattati socio-politici sul perché esistono le droghe.
Vi dirò: sarà che il viola non mi piace (preferisco l'arancio), sarà che non volevo gli occhi senza pupille... non ho mai scambiato siringhe o avuto rapporti non protetti, e non mi sono mai bucato.
Hanno funzionato.

[FOTO] Onirica (backstage, 2014)


Sono passati quattro anni, forse è giunto il momento di tornare a esplorare il mondo dei sogni e quindi dell'Io (e Super Io e ES)...
Fu un bel progetto, ovviamente amatoriale, realizzato alla buona con alcuni giovani amici.
Ho bellissimi ricordi di quei caldi giorni diinizio autunno.
Già, forse davvero è giunto il momento di tornare a esplorare il mondo onirico, o meglio di Onirica.
A chi non ha mai avuto modo di vedere il tutto, lascio qui la versione "reload" di Onirica commentata da me e dal protagonista. Potete anche togliere l'audio, nel caso.
Buona visione:


Chi vuol comprendere tutto il significato della storia, tra spiegazioni e citazioni, trova invece tutto cliccando qui.
Se non l'avevate mai visto vi invito a fare un giro nel Regno di Morfeo...

[MIKIPEDIA] Un Post al Sole 2018 - settembre


Con questo post chiudiamo definitivamente l'estate 2018.
Un'estate nella norma, che ha avuto bei momenti ma non ha raggiunto minimamente la magia dello scorso anno: ci sta.
Pronti a vedere le foto delle avventure di MikiMoz & Friends?


Partita di beneficenza, ma io non gioco a calcio manco per giuste cause. 
Aiuto nella gestione dell'evento.

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Moz & Tommy

Uno dei miei millemila lavori di quest'estate, a prova di vegano.

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Moz e zio Pork

I racconti della cripta.

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Yuri e Moz

Cena tra amigos.

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Moz, Fedecheng, Marta, Torby, Luca

Si torna in tv.

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Moz & cameragirl

Aperistreet a Teramo.

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con Yuri

Normali serate da bar...

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troppa gente, mi scoccio a nominarla

Superserata cinema: ecco i Cani Arrabbiati (Semaforo Rosso).

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Moz, Stefano, Luca, Fedecheng, Chiara, Franzcheng

Mica posso sempre cucinarli io: a volte voglio mangiarli...

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Moz con faccia da culo, Emidio

Due ore in una quinta liceo.

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in un momento di pausa...

Underground mood.

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Moz & Fedecheng

Una serata... A prova di morte.

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Moz & Tommy

Il caffè del dopopranzo.

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Moz, Fede, Luca, Stefano

Ultimi pomeriggi caldi, anzi ormai tiepidi.

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Andrea SoulOfGamer, Emidio, Giovanni, Moz

E chiudiamo con Burgermania, evento da me ideato!
Si torna in cucina per un'altra serata junk!

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Double Ranch & chips

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Classic & Cheeseburger

VISITATE LA CAMERETTA DEL MOZ O'CLOCK!

Il Moz O'Clockè cambiato, addirittura raddoppiato!
Avete già visitato la sua espansione, fatta di rubriche superveloci, pubblicità anni '80-'90, foto, video e musica?
Cliccate sull'immagine, vi aspetto!


Bene, si volta pagina: io vi auguro un grandissimo autunno ricco di salute, amore & divertimento!
Buon Ottobre!

[VIDEOCASSETTE] il Catalogo Disney del 1990: rivediamolo insieme!


Pronti a fare un tuffo nel passato, in un mondo che di fatto non esiste più?
Le videocassette Walt Disney Home Video: tra cartoon classici, film d'animazione e storie live-action, tante di queste copertine saranno note a chi leggeva in quegli anni la rivista Topolino.
Se volete rivederle, vi invito a proseguire nella lettura: il catalogoè stato preso dal forum Papersera.
Ma prima di tutto questo, se volte, date anche un'occhiata a
Buon proseguimento!

Iniziamo dai Grandi Classici: come potete notare, questo catalogo presenta molte "versioni noleggio" delle vhs: il 1990 è stato quasi un anno a cavallo tra le edizioni solo noleggio e quelle per la vendita, con i prezzi che si andavano stabilizzando (29.900 lire e 39.000 lire, rispetto alle anche 90.000 lire del passato).

Continuiamo con le pagine più "succose" e numerose, quelle dedicate alla serie DuckTales.
Anche queste versioni sono quelle noleggio, con tre episodi a cassetta.






Un altro grande classico dell'animazione seriale disneyana anni '80 era Winny Puh: sì, lo trascrivevano così, al posto del corretto Winnie the Pooh.

Continuiamo con i cortometraggi (e non solo: trovate qui anche Saludos Amigos, ancora Winny Puh, persino Musica Maestro e Bongo e i tre avventurieri).




E adesso i film comedy: molti di questi li abbiamo visti per anni sulla Rai.





Passiamo all'avventura: anche molti di questi film andarono in onda sulla Rai.




Chiudiamo col fantastico, forse a tratti anche horror... inusuale per la Disney ma non se siamo in quegli anni. Bello rileggere anche i nomi degli attori presenti, tra cui Bette Davis e Sean Connery.



Di fatto mancano sei pagine, che proprio non sono riuscito a recuperare: non so se in quelle ci fossero film come F.B.I. Operazione Gatto e simili, o ancora altri cartoons.
Vi è piaciuto questo tuffo nel passato?
Ricordavate questi titoli?
Parliamone nei commenti!

-grazie a Ema per i file-
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