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[CARTOONS] He-Man and the Masters of the Universe, il remake del 2002: la retrospettiva

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Penso che, chi per un motivo chi per l'altro, tutti amiamo la serie animata di He-Man arrivata nel 1983. E anche il sequel/spin-off She-Ra la Principessa del Potere (io amo di più quest'ultimo).
Ma al di là della nostalgia, o del piacere nel vedere prodotti e tecniche d'animazione del passato, i cartoons anni '80 sui Masters hanno tantissimi limiti.
È che prima le cose stavano così: per quanto narrativamente la Filmation cercasse di non fare un mero spottone ai giocattoli, producendo episodi memorabili o comunque godibili, i tempi non erano adeguati per presentare serie americane narrativamente più articolate.
Nel 2002 He-Man and the Masters of the Universeebbe però un remake. Che non fu solo un remake: riscopriamolo assieme.


IN ORIGINE

Quando questa serie era ancora nelle fasi iniziali di ideazione, non era un remake degli episodi storici. Ma, pensate, ne doveva costituire un sequel.
Saltando completamente l'idea del 1996 della serie He-Ro, Son of He-Man (ve ne ho parlato anche qui), e probabilmente senza tener conto degli episodi "spaziali" de Le nuove avventure di He-Man del 1990, si voleva riportare l'attenzione lì dove tutto si era concluso, negli anni '80.

Ram-Man, Stratos, He-Man, Orko, Ma-At-Arms e Teela

Inizialmente, infatti, la trama doveva vertere su Skeletor che finalmente aveva vinto, conquistando Eternia e la Spada del Potere. Adam otteneva così una Spada del Potere Tecnologica, che gli avrebbe permesso di nuovo di diventare He-Man per riconquistare lo status perduto.
Tracce di questa idea sono state comunque mantenute: nella serie del 2002, Skeletor impugna una spada che "si sdoppia" (retaggio dell'antico concetto delle due metà della Spada del Potere) e Adam/He-Man brandisce una Spada del Potere completamente diversa dall'originale, che in effetti qui appare molto tecnologica.

Skeletor e la sua spada

IN ONDA!

Accorpando i primi tre episodi regolari, che costituiscono di fatto un unico story-arc, Cartoon Network mise in onda questo special di un'ora che narrava l'inizio delle avventure dei Masters.
E fu subito chiaro, così, che si trattava di un remake; ma non solo: la volontà, stavolta, era quella di raccontare una storia con una continuity abbastanza serrata, che prendesse spunto da molte cose già viste nella serie Filmation anni '80 ma le rileggesse un po', magari in chiave più matura.
E così, in quei primi episodi, lo spettatore vide l'inizio della storia: Adam che diventa He-Man per la prima volta, Skeletor che riesce a eludere l'esilio in cui era stato forzato e le ostilità che cominciano.

Mer-Men, Skeletor, Trap-Jaw e Tri-Klops

SUCCESSO E DECLINO

Sebbene alcuni (forse molti?) fans storici storsero il muso per via del nuovo design e della modernità della serie, questa non andò affatto male presso il pubblico del 2002, tanto che ne fu ordinata una seconda stagione.
Certo, come negli anni '80, la questione alla base era puramente commerciale: si dovevano vendere i giocattoli della Mattel, punto. E pare che fu proprio a causa di una distribuzione sbagliata degli stessi, nei negozi, che le vendite crollarono e di conseguenza anche la serie terminò.
Molte varianti di He-Man e Skeletor, spesso di dubbio gusto, contro una penuria di action figures degli altri eroi del bene e del male.

provate a indovinare chi siano questi due personaggi...

STORYLINE

Nonostante la fine prematura della serie, che non completò il ciclo di episodi previsti per la seconda stagione, i fan videro comunque concludersi l'arco narrativo principale di quell'anno (scopri qui come finisce!).
Infatti, durante quegli episodi vennero introdotti gli Uomini Serpente, per una saga completamente inedita: nel cartoon anni '80 Re Hisss e alcuni dei suoi scagnozzi non erano nemmeno mai apparsi!

Rattlor, Sssqueze, Tung Lashor, Kobra Khan e Re Hisss

Si riuscì a espandere la mitologia del mondo Masters of the Universe introducendo Hordak e la sua Orda Infernale (che, con She-Ra, avrebbe dovuto debuttare l'anno seguente), ma ancora di più dando un senso filologico al passato (le vicende di Re Grayskull) e utilizzando al meglio anche personaggi creati per la serie anni '80 (il Conte Marzo, che qui diventa un co-protagonista).
Le trame si infittiscono, ai protagonisti viene fornita spesso un storia più complessa (si veda il caso di Fisto, o quello di Stinkor -quest'ultimo mai animato prima d'ora-) e anche la storia si fa davvero epica.

gli Horde Troopers con Mantenna, Hordak, Leech e Grizzlor

IMPORTANZA DELLA SERIE

Quindi, evitando di fare ottusamente i nostalgisti, bisogna riconoscere la grande importanza di questa serie nell'economia generale dei Masters of the Universe.
Oltre che a fare da base al canone completo sviluppato a partire da qualche anno dopo (qui puoi leggere la storia completa e ufficiale!), la serie 2002 è stato -dopo anni- il primo medium narrativo su He-Man a ripensare il brand in modo più adulto (o meno bambinesco).

Adam

DIFETTI

Se proprio si devono muovere critiche a questa serie, possiamo puntare il dito contro le musiche, poco incisive rispetto a quelle della serie storica (che erano davvero più evocative e ricordabili).
Altra cosa che potrebbe non piacere, il pattern di colori scelto: molto meno accesi rispetto al passato.
Ma il resto funziona davvero bene, dall'animazione alle trame.
I giocattoli erano molto dettagliati -come si usava all'epoca- e infatti sono figli del loro tempo, forse invecchiati male: ma pose e mobilità proprio non mi piacciono. L'ideale sarebbe stato farli più "cartooneschi", come li si vedeva in tv.

Ram-Man, Teela, Man-at-Arms

FUMETTI

Ad esplorare molti lati di questa serie vi fu una collana a fumetti, a cui perlatro lavorò come disegnatore anche il nostro Emiliano Santalucia, vero appassionato dei Masters che ha contribuito alla "rinascita" del marchio, nel 2002.

un albo a fumetti

CONCLUSIONI

In sostanza, questo è un remake che non altera l'originale bensì lo arricchisce. È uno dei rari esempi di rifacimento fatto a regola d'arte, fatto con cognizione di causa.
I difetti della vecchia serie vengono eliminati (finalmente Adam e He-Man non sono la stessa persona con addosso solo un costume diverso), i personaggi vengono differenziati nelle fattezze (Adam e Teela ad esempio vengono giustamente ringiovaniti), e non vi sono stravolgimenti stronzi e inutili che fanno storcere il naso, anche quando il design non rispetta il passato (vedi il Conte Marzo, completamente differente rispetto agli anni '80 ma di fatto migliore; o Zodak che diventa afro ma la cosa non infastidisce -e comunque non era il vecchio Zodac: oggi Zodac e Zodak sono due personaggi diversi).

Zodak il rinforzatore cosmico

Questi sono i remake che funzionano, che rispettano il passato e non lo stravolgono, anzi lo impreziosiscono.
Una lezione che evidentemente i produttori della nuova serie di She-Ra non hanno imparato, visto che -almeno nel design- molti sono gli inutili e sciocchi cambiamenti.

Da noi, la serie He-Man and the Masters of the Universe arrivò nel settembre 2004, su Italia 1.
Clicca per ascoltare

[GIOCHI] L'Isola di Fuoco, dal 1986 al suo ritorno

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Tutti voi ricorderete il gioco di società tra i più amati degli anni '80, e tra i più bramati dei collezionisti.
L'Isola di Fuoco (The Fireball Island) arriva per la MB nel 1986, e subito si piazza sul podio di quei giochi tridimensionali che facevano figo: Hotel, Brivido, Il Tesoro del Tempio e via dicendo.
Ma sapevate che sta per tornare?
Scoprite di più...

L'ORIGINALE

Giunto da noi nel 1987, L'Isola di Fuoco sin dal logo omaggiava Indiana Jones: e infatti si trattava di un'avventura a caccia di una misteriosa gemma, nascosta su di un'isola presenziata dal malvagio idolo Vul-Kan (nome che fa tanto Masters of the Universe).
Rivediamo lo spot italiano:


Lo scopo del gioco era quello di riuscire a conquistare per primi il gioiello, stando però attenti alle palle infuocate che scendevano dalla montagna, e che potevano prendere direzioni impreviste.
Non solo: bisognava stare attenti anche agli altri giocatori, che potevano fotterti la gemma in qualunque momento, per una sfida bastarda dove era necessario stare alla larga sia dai pericoli sia dagli amici!


OGGI

Grazie a una raccolta fondi, con obiettivo già ampiamente raggiunto, L'Isola di Fuoco sta per tornare sui nostri tavoli da gioco.
La Restoration Games produce la nuova versione, con sottotitolo La maledizione di Vul-Kan, e non solo: ci saranno anche 4 possibili espansioni (una delle quali, pare, ispirata proprio a Indiana Jones) e sicuramente il regolamento sarà rivisto un po' per rendere il tutto aggiornato coi tempi, più divertente e ancora più imprevedibile. La versione base costa sui 60 dollari.



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[FUMETTI] Fantomius, il diaboliko predecessore di Paperinik

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Qual è la cosa che mi spinge ancora oggi all'acquisto del magazine Topolino?
È presto detto: le storie a fumetti di Fantomius, ideate scritte e disegnate dal mitico Marco Gervasio.
Ma chi è Fantomius? Si tratta davvero di un fumetto così straordinario?

1969

Fantomius nasce assieme a Paperinik, sul finire degli anni '60.
Per introdurre l'alter ego diabolico (poi giustiziere e infine supereroistico) di Paperino, i disneyani Elisa Penna, Giovan Battista Carpi e Guido Martina inventarono Villa Rosa, dimora di un ladro gentilpapero vissuto tempo prima, di cui lo stesso Paperino trova il diario e ne riprende usi e costumi.

PAPERINIK

Nasce così Paperinik, che agli esordi era proprio la risposta "vincente" a un Paperino sempre perdente, sopraffatto dalla sfortuna e maltrattato costantemente dallo zio.


NEGLI ANNI

Fantomius è stato citato altre volte nel corso degli anni, tra le pagine delle vicende di Paperinik.
Ma, essendo deceduto, è chiaro che il suo nome poteva essere soltanto menzionato.
Però, ecco, non era giusto che Fantomius restasse una mera e costante citazione...

GLI ANNI 2000

E qui entra in gioco il nostro Marco Gervasio: mentre sempre nuovi dettagli impreziosiscono il quadro generale del fu Fantomius (appariono la sua casa estiva, Villa Lalla, e quella montanara, Casa dell'Ermellino), iniziano ad apparire dei flahback che lo vedono protagonista; tra l'altro, veniamo anche a conoscenza del suo nome di battesimo.

IL PRESENTE

Fantomius, dal 2012, guadagna una sua"serie regolare" di storie: ambientate in una Paperopoli del passato, con atmosfere vintage e mood alla Arsenio Lupin, raccontano le imprese criminali di questo papero che interseca le sue vicende anche con quelle dei giovani Paperon de' Paperoni e Cuordipietra Famedoro.

L'ISPIRAZIONE

Il nomeè un omaggio al ladro Fantômas, mentre l'aspetto da civile ricorda quello di Lupin mixato con il nostro Diabolik (i capelli, con la tipica stempiatura spigolosa). Anche la sua compagna (e assistente) Dolly Paprika ricorda la bella Eva Kant.

IL FUMETTO

Le storie di Fantomius sono un omaggio al noir e feuilleton francese, ma anche un sincero atto d'amore verso il Diabolik delle sorelle Giussani, che Gervasio dimostra di amare e di conoscere a tal punto da rispettarlo pur proponendolo in chiave disneyana.


Il bello di Fantomiusè che -più di ogni altro fumetto- presenta storie filologicamente compatibili col passato di Paperopoli e della grande saga dei paperi; non solo: si può stilare una vera e propria biografia di Lord John Lamont Quackett aka Fantomius, tra eventi storici reali e quelli della saga barksiana.
Interessante è anche la precisa scelta di colori (le tavole sembrano quasi virate in seppia, o con filtro "antico") e un design delle ambientazioni che ci porta a metà tra le metropoli francesi e americane, in pieno stile liberty/nouveau.


Davvero, Fantomiusè un fumetto che innalza la rivista Topolino ogni qual volta che appare tra le sue pagine: sono storie con un tenore diverso dalle altre, belle come le celebri e classiche parodie Disney ma soprattutto apprezzabili per via dei tanti dettagli e riferimenti che fanno la felicità di chi, da sempre, ama il mondo dei paperi disneyani.
Insomma, leggibili da chiunque, adatte a tutti, ma per un lettore adulto sono qualcosa di più.
E non è sempre facile procedere su due binari simili, contemporaneamente: Gervasio ci riesce sempre.



UN'IDEA, UNA SPERANZA

Tra i tanti prodotti, davvero non mi dispiacerebbe vedere una serie tv (animata, of course) su Paperinik/Fantomius. C'è da sperare che, magari, qualcosina si potrà vedere già davvero nel nuovo DuckTales.
E poi proseguire da sé: non sarebbe affatto male.
Fidatevi: attualmenteè il miglior prodotto Disney sulla piazza.
Correte in edicola perché proprio oggi lo trovate su Topolino!

ami il mondo Disney? Non perdere

[SERIE TV] Supaidaman, L'Uomo Ragno come fosse un Power Ranger

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L'Uomo Ragnoha sempre fatto presa sul pubblico nipponico, innegabile.
E così, se i giapponesi ebbero già nel 1969 la loro versione manga del mito dell'arrampicamuri (clicca qui per scoprirne di più), con un'ulteriore versione disegnata da un artista giapponese annunciata poco fa dalla Marvel, è nel 1978 che arriva un telefilm molto particolare.
Qualcosa che unisce lo Spider-Man americano alla tradizione tokusatsu/sentai (robottoni e squadre in costume) così forte nel Sol Levante: arriva dunque (come dicono i giappi) Supaidaman!

LA TRAMA

Il giovane centauro Takuya Yamashiro ottiene dall'alieno Garia i poteri per diventare Spider-Man, un supereroe che difende la città dalle mire della Iron Cross, un esercito segreto fatto di mostri.
Gaia inietta nel ventiduenne un siero che permette al ragazzo di acquisire le abilità di un ragno.
Per continuare a combattere i malvagi emissari del Dr. Monster e della sua Iron Cross, Spider-Man può contare sull'aiuto del robot gigante Leopardon. Tra i nemici, i tipici footsoldiers chiamati qui Ninders, e le guerriere del male Amazoness, Rita e Bella.
I "mostri del giorno" sono chiamati Machine Bem.

REALIZZAZIONE

Andata in onda in 41 episodi (più un film) nel biennio 1978/79, Spider-Man venne prodotta dalla Toei Animation.
Inizialmente, la storia avrebbe dovuto vertere su tutt'altro, col vero Uomo Ragno (inteso il personaggio a fumetti americano) che appariva ogni tanto come spalla o aiuto. Poi, si decise per rendere lo stesso Spider-Man (in versione giapponese) effettivo protagonista della vicenda.
La Toei era intenzionata a realizzare anche una serie tv similare di Captain Japan (ossia Captain America).
Rivediamo l'opening tutta seventies di Supaidaman!

ASPETTI

Passano alla storia le vestizioni dell'eroe: lui porta con sé il costume, custodito all'interno di un bracciale, e questo viene indossato semplicemente sovrapponendosi al protagonista in borghese.
L'uso del robot gigante fu una variante introdotta proprio in questa serie: ebbe così successo che la Toei introdusse i vari robottoni anche nelle successive serie super sentai. In pratica, se i Power Rangers hanno i loro Megazord, si deve tutto a Leopardon!


ami i tokusatsu e l'America? Leggi anche

[SPOT] pubblicità del passato: restavano più impresse?

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Proprio pochi giorni fa abbiamo parlato degli spot dell'AIDS e quelli contro la droga dei primissimi anni '90 (qui per vederli).
E praticamente tutti sono concordi: facevano paura. Restavano impressi.
Chi sa citarmi pubblicità più recenti, sempre campagne sociali che informano su AIDS e droga?

Ecco, vedo pochissime mani alzate: nessuno spot è come quello dell'alone viola o degli occhi bianchi.
Perché? Parliamone...

SPOT RETRO (MA NON TROPPO)

Al di là dei due celebri spot che sono rimasti sempre uguali nel tempo (la Cedrata Tassoni e il Pennello Cinghiale), penso che chiunque tenda a ricordare maggiormente le pubblicità del passato.
Ad esempio, prendiamo il caso Barilla: quanti di voi sanno dirmi com'è lo spot della pasta, nell'ultimo periodo?
E quanti sanno invece dirmi com'erano negli anni '80 (tra cui quello con la bambina con l'impermeabile giallo) e negli anni '90 (tra cui quello col figlio che vive in Giappone)?
Chi sa citarmi la musica utilizzata negli ultimi anni? E chi sa dirmi quali erano i jingle del passato?


Ecco, tirate da voi le somme.
Posso fare altri esempi: esiste ancora una Kaori per la Philadelphia? Non credo.

COSA FUNZIONA ANCORA?

Ultimamente, le poche cose che mi sono rimaste impresse sono Carletto dei Sofficini e poco altro. Anche la Mulino Bianco fa bene il suo lavoro di storytelling, tra Banderas-Rosita-Pasotti-Grimaudo.
E poi? Sembra che siano rimasti in pochi a raccontare una storia.


QUALE MOTIVO?

Ho come l'impressione che le pubblicità non "restino" più come prima, tra slogan e lanci.
Forse ne fanno troppe e tutte uguali, forse i tempi sono davvero cambiati; ma perché allora tutti ricordiamo la celebre réclame Coca-Cola coi ragazzi che cantano per Natale (qui per scoprire tutto di quel video), e in pochi ricordiamo invece lo spot natalizio dello scorso anno?


Ora, c'è da capire: siamo noi a essere cresciuti, e quindi le cose ci colpiscono meno (e qui vorrei sentire chi è ancora giovane, oppure ha figli)... oppure veramente tra frenesia e sovrabbondanza/sovraesposizione di prodotti, gli spot non si "fissano" più come prima?


Peraltro, vi siete accorti che se nelle decadi passate le pubbicità stesse venivano parodiate o citate in opere come film e serie tv, oggi questo non accade più? Come se non esista quacosa di "unico", una scena davvero impressiva, che si leghi in modo forte e duraturo a un marchio.

Cosa ne pensate?

[CARTOONS] il trailer di She-Ra e le Principesse del Potere: parliamone

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Il 16 novembre, quest'anno, non sarà solo il dodicesimo compleanno del Moz O'Clock.
Il 16 novembre, quest'anno, Netflix rilascerà la prima stagione (già, così pare...) dell'ormai tristemente famoso remake di She-Ra.
E intanto ci possiamo sparare un lungo trailer ufficiale, che mostra un bel po' di cosucce.
Su cui malignare.
A voi!


Ebbene: che ve ne pare?
Io sono abbastanza contrariato. Cosa sembra? Un mix tra Sailor Moon e le Superchicche, con qualche vago accenno della reale She-Ra.
E sia chiaro, non è la prima volta che i Masters anni '80 vengono remakeizzati: proprio pochi giorni fa abbiamo parlato della serie animataHe-Man and the Masters of the Universe del 2002 (clicca per vedere), ottimo esempio di reboot che migliora addirittura il prodotto originale, rispettandolo in tutto e per tutto.

Ma, dal trailer di She-Ra 2018 appena visto, possiamo dire lo stesso?
No: innanzitutto di He-Man e altri Masters non v'è traccia. Già solo iniziare la storia partendo dalle vicende di She-Ra, che nella trama subentra molto dopo, significa che hanno voluto "isolare" tale brand, slegandolo (quasi?) del tutto dall'universo di provenienza.

È un serie per ragazzine; certo sono rimasti gli Horde e tratterà dell'amicizia/inimicizia tra Adora e Catra (potrebbe essere l'unico vero punto interessante dell'opera), ma il resto?
Sembra una parodia buonista e perbenista (ma io direi razzista...) dell'originale.

Guardiamo gli screen catturati dal video, che ho preso dal profilo Instagram Castlegayskull:


Nel primo notiamo i nuovi look di Hordak e della Tessitrice d'Ombre, nonché una panoramica della Grande Ribellione.


In queste altre immagini possiamo vedere il design tremendamente "manga" dei ragazzi dell'Orda, un terribile Sea Hawk, personaggi con acconciature alla Chibiusa, un horde trooper space-operesco, Perfuma e Mermista.


Infine qui abbiamo visto Hordak che ha la sgrima alla Hitler, Imp, Frosta e Swift Wind.
Ebbene, cosa salta agli occhi?
Il tremendo vizio di cambiare modello ai personaggi, in questo caso proprio drasticamente (e odiosamente e inutilmente, aggiungerei).
Quindi largo alle cicciottelle, largo alla pelle afro di personaggi che fino a ieri erano bianchi.
Largo alle bruttine in generale, per fertilizzare il malato ego di qualche gruppo di potere.
Un vero peccato.


Sea Hawk sembra uscito dritto dritto da un gay pride, mentre abbondano inutili personaggi che da bianchi diventano razzisticamente neri o mulatti (razzisticamente proprio verso queste etnie, che devono sempre accontentarsi di scarti ricolorati e non di personaggi originali).


Molto viene preso dagli anime, come design e concetto di squadra.
Ah, sembra proprio che l'identità di She-Ra sia nota a tutti, almeno ai buoni.


She-Ra guadagna dei power-up con l'armatura di qualche Cavaliere d'Oro? Beh, sembra proprio di vedere Shaka di Virgo o qualcosa del genere...


Insomma, ennesima occasione sprecata per portare il (vero) mito dei Mastersa livelli degni di nota.
Cosa salvo, per ora? I colori che richiamano gli anni '80. Almeno questo.
L'Onore di Grayskull, comunque, stando a questo trailer, è ampiamente calpestato.

[BLOG] la guerra dei cloni: com'è finita con i fake-bloggers?

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Da quando parlai dei clone-bloggers, molte cose sono successe nella blogosfera.
In molti hanno compreso di avere a che fare con utenti non reali, ma account fake creati ad arte da qualcuno. Una sola mente malata? Un paio di compagni di merenda? Un collettivo di profili-clone?
La questione cambia poco, perché a noi interessa quello che fanno e come si comportano sul web.
A chi mi accusava di non fare nomi, rispondo che non è necessario: le false identità e i comportamenti sotto gli occhi di tutti; inoltre, al di là di questo discorso, vedendo cosa mi è successo sulla scia del mio allarme di luglio, ho una bella lista ufficiale di nomi da cui starò alla larga.
I motivi? Sono stato vittima di cyberbullismo, con calunnie aggiunte sul mio conto.
Vi racconto tutto, con tanto di prove.

 

CHI SONO I CLONE-BLOGGERS

Premetto che "clone-blogger"è un nome che ho inventato su due piedi, mi sembrava simpatico per descrivere il fenomeno.
Siccome altrove si è cercato di distogliere l'attenzione dalla serietà del problema (perché mai...) chiamiamoli pure fake-bloggers, o finti blogger che dir si voglia.
Si tratta di una serie di account creati tutti da un'unica persona (o al massimo da uno sparuto gruppo di gente); per quanto restino "anonimi" (nessuna traccia di loro o del loro quotidiano, al di là di un nome qualunque) queste identità presentano sempre una storia di vita assurda: infelicità, violenze, bullismo, infermità, genitori-parenti-figli problematici. E due grandi leitmotiv: femminismo e lesbismo, proposti in maniera ossessiva. I loro blog (tutti similari nell'impostazione, nel layout e nei widget usati...) hanno quasi sempre la moderazione dei commenti; non trovate tracce di loro da nessuna parte se non su G+, e spesso ricondividono video musicali (con brani di cantautorato italiano) caricati da un dato profilo YouTube.

 

COSA FANNO

Oltre quindi a raccontare storie inventate, ma spacciandosi per persone vere, questi profili fake, facenti parte di un unico nucleo, formano un branco. A che pro?
-per autoincensarsi, magari ripubblicizzando concetti e pubblicazioni (spesso e-book) di un profilo, tra recensioni e segnalazioni;
-per darsi manforte nelle discussioni (specie quelle più appassionate: omosessualità e femminismo, e ora anche la stessa questione clone-bloggers): serve a "rendere più forte" un'idea, dandosi ragione a vicenda, o spalleggiandosi con decine di profili diversi;
-per attaccare: il branco (che di fatto è formato da un'unica persona reale o due) si scatena contro il malcapitato di turno, mettendolo in minoranza o riempiendolo di parole. Questo è cyberbullismo, è mobbing. Un comportamento da haters, perlopiù malato: perché si tratta di un nucleo che agisce come un'unica mente, un nucleo di almeno quindici cloni.

 

COSA È SUCCESSO

Dopo il mio post, in molti hanno aperto gli occhi.
C'è stato chi ha rilanciato il mio articolo, parlando del problema, e chi ha avuto il dubbio di avere a che fare proprio con qualcuno di questi finti profili.
Claudia, ad esempio, era in confidenza con una persona con caratteristiche che potevano corrispondere con quelle di un tipico utente fake: in privato le ha chiesto spiegazioni.
Claudia si è vista attaccata da questa persona senza che le sia stata data possibilità di vere spiegazioni e che ha continuato a malignare su di lei, come vi illustrerò.

 

MA TU CHE C'ENTRI?

Quindi, l'inaspettato: senza che le sia chiesto nulla (anche perché non facevo, appunto, nomi), la blogger Francesca A. Vanni mi attacca direttamente in un suo post: questo.
Io le rispondo, e lei mi commenta: dice chiaramente che io ho inviato C.T. (Claudia Turchiarulo, ovviamente) contro di lei.
Al che mi girano, perché io proprio non ho invio nessuno a far niente, e non credo che Claudia sia poi una che si faccia "inviare" da terzi, né potevo io sapere che le due fossero in confidenza.
Così rispondo a Francesca. Lei, dopo qualche commento, mi blocca e non ha mai pubblicato la mia replica finale.

 

IL COMMENTO

Penso sia ingiusto attaccare alla cieca senza dar diritto di replica, specie dopo avermi posto una domanda e aver detto falsità sul mio conto.
E va bene, ma io non sono fesso, e sospettando la censura scattai una foto al messaggio che lei non mi ha pubblicato.
E ve la mostro, così potete leggerlo e farvi un'idea chiara:

"Premesso che seguo il tuo consiglio e da te non ci torno più, perché una persona che si comporta come te è meglio perderla che trovarla (e che delusione!!) ti dico: CHI AVREI MANDATO DA TE? Ma come ti permetti?
Io non ho mandato nessuno, non avevo dubbi su di te e non ti ho chiesto nulla. Ti stai facendo un film mentale assurdo... cos'è, hai la coda di paglia? D'altronde, come si dice, chi si scusa s'accusa! E voglio sperare non sia davvero così, per te.
Stammi bene e comunque non ti permettere MAI più di dire falsità sul mio conto, perché io non invio terze persone: quello lo fanno proprio i fake bloggers che condanno.
Stammi bene.
Per me, e ripeto per me, poteva anche finire qui.
Ma immaginavo sarebbe successo ancora qualcosa.
E così, ecco che arriviamo a parlare dell'altro argomento: i comportamenti da branco, il cyberbullismo di certa gentaglia.

 

DURANTE L'ESTATE

Tengo d'occhio Google Plus, convinto di trovare quel che poi ho trovato.
Esattamente: avevo già scoperto la nascita di nuovi cloni, guardacaso sorti nei momenti successivi al mio post di denuncia, e che -a fare un giro sui loro profili- vedrete da voi quanto corrispondono alle mie linee-guida per sgamarli.
Ma va bene così. Il 2+2 lo lascio sempre a voi, così come il giudizio finale: non serve essere scienziati per capire.
Per finire, voglio anche mostrarvi cosa si continua a dire, nei commenti del blog della signorina Francesca A. Vanni, contro di me. Anche gente che io nemmeno ho mai incrociato, almeno non con quei nickname:








Quindi, ecco cosa hanno detto di me.
La bugiarda Francesca afferma che io ho mandato C.T. a infastidirla (falso).
Sugar Free mi dà dello sfigato hater (forse se lo sta dicendo da sola, visto il suo comportamento).
Ofelia dice che voglio conquistare la blogosfera (il non capire nemmeno una battuta... mamma mia) e assieme a Francesca parla male di molti di voi, malignando ancora su Claudia (e sui suoi reali problemi).
Insomma, direi che è necessario fare un nuovo altolà, nella blogosfera.
Anche perché, voilà, pure le nuove utenti mi attaccano. E con loro tutta la pletora.
C'è anche qualche profilo che rispunta fuori dopo molto tempo: vero, Melinda?
Ecco cosa dice questa gente di me e di voi. Potete riconoscervi nelle loro parole.














Vediamo un po':
Elettra mi dà del co*****e (questo profilo è sorto dopo il mio post di luglio, non ci siamo mai incrociati e già si permette di conoscermi così bene); Olivia Hessen mi dà dello scemo e ribadisce il "coglione" di Elettra; risbuca dal 2014 anche Melinda (e subito si schiera con tutto questo branco, evvai!) e dice che sono sempre stato stupido (eppure mi leggeva e commentava, mah... doppiamente falsa, quindi). Elettra continua dandomi del "personaggio piccino" e sostiene (ma è una calunnia) che ho preso di mira qualcuno (Elettra o chi per te: non ti permettere più, cretina).
Di voi dice che siete scimmie, e che io vi terrorizzo.

 

CONCLUSIONI

Io non feci nomi a luglio e non ne ho fatti adesso.
Ma due cose voglio dirvele.

Come mai, dopo il mio post di denuncia, proprio le persone che sospettavo essere cloni non sono più passate qui da me, di loro iniziativa? Coda di paglia? Qualcosa da nascondere? Si sono sentite sgamate?

Possibile poi che tutti, ma proprio tutti questi profili che sono solo su G+, sono guardacaso d'accordo con Francesca Vanni e guardacaso gli stessi profili mi hanno defollowato e bloccato?

Ora, tirate voi le vostre conclusioni.
Io, intanto, al di là della questione clone-bloggers (su quella fatevi la vostra idea...) vi ho appena mostrato alcuni comportamenti da branco-fotocopia, con offese e falsità nei miei e nei vostri riguardi.
Gente di cui non sappiamo un bel niente, profili vaghi, che si permette di parlare di me e di noi.
Ma a costoro/costei voglio dire una cosa: prima di continuare a calunniarmi, di dire che io mando gente a infastidirti, che faccio teatrini... bada bene, perché poi chi di dovere interviene davvero.
Anche Claudia è stata attaccata da questa gente: ecco le prove.

Voglio chiudere riunendo i due discorsi di questo post: fake-bloggers e branco.
Sta a voi pensare o meno che questi due argomenti possano collimare. Io ho la mia idea.
In ogni caso, so precisamente da chi devo stare alla larga, visto quel che vi ho mostrato.
Chiudo con una frase proprio di Francesca A. Vanni, e la dedico al clonatore di blogger, chiunque esso sia:


Non sempre così maledettamente bravo. A volte si viene sgamati. Stai a cuccia.
Namasté.

AGGIORNAMENTO DEL 5 OTTOBRE 2018 ORE 19.15

La signorina Francesca Vanni pubblica un ennesimo post contro di me, pieno di menzogne e ingiurie: questo.
Le voglio rispondere qui, volta per volta.
Scusate tanto, amici lettori, non volevo giungere a questo punto ma mi sembra doveroso dire una cosa.
Ormai è chiaro anche ai sassi che la famosa clone blogger di cui delira MikiMoz Capuano del blog Moz O’Clock da quest’estate secondo lui sono io.
Assolutamente no, quando scrissi il mio post a tutto pensavo tranne che a te.
Il film mentale è stato tutto tuo. Io non ho mai fatto nomi, tra l'altro.

 
Ebbene, secondo questo signore “gentilissimo” e i suoi amici “altrettanto cortesi” io sarei una malata di mente che si diverte ad avere diecimila blog diversi (perché ho tempo da perdere dietro a degli stupidi come loro, evidentemente) e va in giro a creare discussioni sterili: tutte affermazioni molto gentili spese nei miei confronti, e tutte denunciabili per diffamazione.
Un fabbricatore di account sì, è un malato di mente. Se ti sei sentita chiamata in causa (io non ti ho mai nominata) sono problemi tuoi.
 
No, non è così, non sono pazza, non sono falsa, non sono una f**a di legno come Moz ha scritto su un altro blog, non sono pu***na come sempre lui ha scritto.
Ti sfido a trovare anche solo un post dove dico qualcosa contro di te, citandoti. Al contrario, come vedi, ho molto materiale dove tu e le tue amichette mi offendete deliberatamente, e con me molti miei lettori.
 
Il punto che infastidisce Moz e i suoi amici è che sono una persona riservata, non parlo dei miei affari personali in pubblico, non mando via mail fotografie mie (né le pubblico) né dati personali (come da lui richiesti tramite altre utenti): basta di me a fare una persona falsa?
No.
Non mi infastisce la riservatezza, evidentemente non hai capito (o non vuoi capire) niente del fenomeno che ho denunciato. Inoltre, lo ripeto per l'ennesima volta, brutta falsa bugiarda, io non ho richiesto nulla tramite nessuno. Non invio gente da te. Ti diffido dal dirlo ancora.
 
Ora, io lascio qui due cose: il post ingiurioso e poco intelligente dove Moz fa nomi e contronomi di persone che non c’entrano niente e che hanno solo esercitato la libertà di esprimere la loro opinione, accuse e controaccuse di quelli che lui ritiene dei blogger finti e anche il video dove il signore afferma di voler conquistare la blogsfera.
Anche un menomato mentale capirebbe che quella  sulla conquista della blogosfera era una battuta scherzosa, ma anche se fosse, dove sarebbe il problema? Tu non rientreresti nei miei piani, magna tranquilla. Libertà di opinione con offese e CALUNNIE sul mio conto? Bene.
Ah, alcune offese e calunnie ho avuto il buongusto di evitare di pubblicarle, per farti conservare un briciolo di dignità.

 Per quel che mi riguarda, ho provveduto a fare i miei passi verso questo “signore” del web (che parla di bullismo quando è il primo a esercitarlo sugli altri) e non tornerò mai più sull’argomento. Continuerò a ignorarlo come ho sempre fatto finora e andrò avanti per la mia strada.
Ho dimostrato l'esatto contrario proprio con questo post, non rigirare la frittata.
A offendere, direttamente, sei tu. E le tue amichette, chiunque esse siano.
Tutta gente che, tra l'altro, in blocco, è sparita da qui. Ribadisco.
Magna tranquilla, davvero, che non voglio incrociarti più manco io.


[BLOG] le cyberbulle continuano: ecco gli aggiornamenti!

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Questo post è un'appendice del precedente, perché proprio dopo il mio articolo di ieri il branco sta continuando a infangare me e i miei lettori.
Aggiornerò qui, anche se spero di non dover aggiornare più. Ma si sa, ormai siamo entrati in una spirale di follia da cui speriamo si esca presto.
Ecco intanto cosa dicono di me e di voi: nuove calunnie, nuove bugie, nuove diffamazioni (che ovviamente sto catalogando).
Da un lato, è anche bello vedere come queste persone arrancano, dovendosi inventare chissà cosa senza rendersi conto di sembrare ridicole e di smascherarsi ancora di più.
Buona lettura!


UN NUOVO POST DI FRANCESCA VANNI DEL 5 OTTOBRE 2018

La signorina Francesca Vanni pubblica un ennesimo post contro di me, pieno di menzogne e ingiurie: questo.
Le voglio rispondere qui, volta per volta.
Scusate tanto, amici lettori, non volevo giungere a questo punto ma mi sembra doveroso dire una cosa.
Ormai è chiaro anche ai sassi che la famosa clone blogger di cui delira MikiMoz Capuano del blog Moz O’Clock da quest’estate secondo lui sono io.
Assolutamente no, quando scrissi il mio post a tutto pensavo tranne che a te.
Il film mentale è stato tutto tuo. Io non ho mai fatto nomi, tra l'altro.


Ebbene, secondo questo signore “gentilissimo” e i suoi amici “altrettanto cortesi” io sarei una malata di mente che si diverte ad avere diecimila blog diversi (perché ho tempo da perdere dietro a degli stupidi come loro, evidentemente) e va in giro a creare discussioni sterili: tutte affermazioni molto gentili spese nei miei confronti, e tutte denunciabili per diffamazione.
Un fabbricatore di account sì, è un malato di mente. Se ti sei sentita chiamata in causa (io non ti ho mai nominata) sono problemi tuoi.

No, non è così, non sono pazza, non sono falsa, non sono una f**a di legno come Moz ha scritto su un altro blog, non sono pu***na come sempre lui ha scritto.
Ti sfido a trovare anche solo un post dove dico qualcosa contro di te, citandoti. Al contrario, come vedi, ho molto materiale dove tu e le tue amichette mi offendete deliberatamente, e con me molti miei lettori.

Il punto che infastidisce Moz e i suoi amici è che sono una persona riservata, non parlo dei miei affari personali in pubblico, non mando via mail fotografie mie (né le pubblico) né dati personali (come da lui richiesti tramite altre utenti): basta di me a fare una persona falsa?
No.
Non mi infastisce la riservatezza, evidentemente non hai capito (o non vuoi capire) niente del fenomeno che ho denunciato. Inoltre, lo ripeto per l'ennesima volta, brutta falsa bugiarda, io non ho richiesto nulla tramite nessuno. Non invio gente da te. Ti diffido dal dirlo ancora.

Ora, io lascio qui due cose: il post ingiurioso e poco intelligente dove Moz fa nomi e contronomi di persone che non c’entrano niente e che hanno solo esercitato la libertà di esprimere la loro opinione, accuse e controaccuse di quelli che lui ritiene dei blogger finti e anche il video dove il signore afferma di voler conquistare la blogsfera.
Anche un menomato mentale capirebbe che quella  sulla conquista della blogosfera era una battuta scherzosa, ma anche se fosse, dove sarebbe il problema? Tu non rientreresti nei miei piani, magna tranquilla. Libertà di opinione con offese e CALUNNIE sul mio conto? Bene.
Ah, alcune offese e calunnie ho avuto il buongusto di evitare di pubblicarle, per farti conservare un briciolo di dignità.

 Per quel che mi riguarda, ho provveduto a fare i miei passi verso questo “signore” del web (che parla di bullismo quando è il primo a esercitarlo sugli altri) e non tornerò mai più sull’argomento. Continuerò a ignorarlo come ho sempre fatto finora e andrò avanti per la mia strada.
Ho dimostrato l'esatto contrario proprio con questo post, non rigirare la frittata.
A offendere, direttamente, sei tu. E le tue amichette, chiunque esse siano.
Tutta gente che, tra l'altro, in blocco, è sparita da qui. Ribadisco.
Magna tranquilla, davvero, che non voglio incrociarti più manco io.

UN NUOVO POST DI OLIVIA HESSEN DEL 6 OTTOBRE 2018

Sul blog di Oliva Hessen un nuovo post contro di me: questo.


Io non sopporto gli haters, i bulli, gli stupidi gradassi in generale.
Oggi voglio parlarvi di uno di questi perché questo stupido essere insulso si è permesso di fotografare un mio commento e postarlo dicendo a tutti che io (e altri blogger, alcuni dei quali non conosco e altri invece seguo) lo molesto e che mi fregio di un’identità falsa per dare fastidio alla blogsfera.
Chi è questo malato di mente?
Miki Moz, del blog Moz O’ Clock, il blog più infantile e scemo che abbia mai visto.
Rileggi lo screen (cioè quello che hai scritto, e che hai scritto su di me: blog di uno scemo); poi rileggi quello che ho detto io: quando mai ti avrei nominata dicendo che mi molesti e hai una identità falsa? Stai facendo confusione, cara... Lo so, non deve essere facile raccapezzarsi...
Malato di mente lo dici a qualcun altro, se permetti.
 Lui e le sue migliori amiche Claudia (premetto, mi ero iscritta al suo blog in passato pensando fosse un bel posto dove stare, ma quando leggi che una blogger ne insulta altri, manda a fan… chi non è d’accordo con lei e fa allusioni sessuali nemmeno fosse una maitresse, allora quel blog e quella blogger non fanno per me) e Mariella (che parla sempre a sproposito, ecco perché non seguo nemmeno più lei) si divertono da un po’ di tempo (tanto tempo, ho spulciato il blog di Moz e non è la prima volta che solleva queste pagliacciate da buffone) a prendere di mira una mia amica scrittrice.
Grazie per avermi letto da così tanto tempo... che palle ti sarai fatta a passare del tempo sul blog più infantile e scemo del web...

Avevo espresso in forma privata, quest’estate, il mio appoggio nei confronti di questa signora e pensavo che tutto si fosse giustamente esaurito perché in genere le calunnie hanno le gambe corte.
Invece no!
MikiMoz ritorna a rompere le scatole a tutti e che fa?
Mi tira in mezzo con uno screenshot dove ho commentato sulla questione dei veri clone blogger (che poi sono grafici computer, mica persone con tanti account, questo lo sa chiunque ha un po’ di esperienza di computer grafica tranne Moz) e insulta.
Tu mi hai tirato in ballo: io non ti ho mai incrociata prima, che ricordi, e tu ti permetti di dire "blog di uno scemo". Ma chi ti conosce?

Ma la vogliamo ripassare la lista per entrare di fatto fra i clone blogger?

-Devi tenere la vita privata separata da quella web, non devi essere su fb e se ci sei essere riservato: questo è il punto cruciale. Essendo Moz uno sfigato che fuori dal web non è nessuno e si realizza solo facendosi gli affari altrui, se qualcuno non lo se lo fila o vuole restare tranquillamente anonimo allora lui gli si getta addosso come un cane rabbioso.
Perché? Perché il giullare del web vive solo le vite degli altri, una sua non ce l’ha.
Bugiarda e calunniatrice. Non mi getto addosso a nessuno che vuole restare anonimo.
Inoltre ho una mia vita fuori dal web: com'è, mi leggi da mesi e non sei incappata in nessun Mikipedia? Mah...

-Devi appunto stare lontano da fb e stare su gplus perché si sa che gplus è falso (parole sue).
Fate anche caso a questa frase: se li sentite solo via e-mail e non vogliono darvi altri contatti -appellandosi sempre alla privacy- allora probabilmente avete a che fare con un clone-blogger, con uno di questi blogger "anonimi".
Nel mondo normale questa frase è da denuncia, perché NON È NORMALE pretendere i dati sensibili di qualcuno e costringerlo con tante belle minacce a fornirli.
Bugiarda e calunniatrice, ancora: pensa, oltre a non aver mai detto che G+ è falso (dove?) io stesso sono lì sopra. Pensa tu. E poi, quando mai avrei preteso i dati sensibili delle persone? Non sai leggere, o leggi solo quel che ti pare... spero per la tua carriera tu non scriva in modo altrettanto distorto.

-Devi avere una storia difficile alle spalle o magari vivere all’estero.
Io sono una ragazza fortunata, non ho sfighe addosso e vivo in Italia.
Però ci sono tante persone che usano i social e i blog per parlare di sé, sfogarsi o cercare aiuto e queste persone che magari vivono anche all’estero possono avere storie sfortunate alle spalle.
Sono false per questo o Moz dà riprova di quanto è stupido?
Ah, ho poi scoperto che molte persone con delle vite difficili lo seguono (lui ricambia) ma con le sue amiche le chiama sfigate o depresse croniche.
Qui ancora non capisci o non vuoi capire. Ma il problema è tutto tuo.
Fammi capire, chi è che avrei chiamato sfigato o depresso cronico?

-Devi avere blog con grafica simile, avatar magari simili, magari andare in ferie nello stesso periodo, moderare i commenti e postare anche solo un giorno la settimana o quando ti gira.
E allora?
Uno non può andare in ferie quando il capo glielo concede (di solito luglio o agosto, caro Moz, a meno che come te non sei un disoccupato che si ammazza di pippe), non può moderare i commenti (è anche utile, fra l’altro, per evitare spam o stupidi come te) o prenotare un post perché ti gira storto l’amico che sta nei pantaloni?
Ma tu che ne sai cosa faccio nella vita? Chi ti ha detto che sono disoccupato? Ma come ti permetti di dire queste cose sul mio conto? Ma va bene, ti stai dimostrando sempre più folle e in fondo la cosa mi piace: ti scavi la fossa da sola...
-Devi gettare l’esca per farti seguire.
Detto da uno che ha più di 400 follower e che con le sue amiche va a rompere a tutti le scatole iscrivendosi e chiedendo “mi segui” o “non ti fermerai qui solo per commentare” questa affermazione vacilla.  
Mai fatta una cosa del genere. Forse mi confondi con qualcun altro o, come si usa fare, hai estrapolato chissà quale frase da un mio discorso. Ma va bene, voglio vedere la tua follia fino a dove arriva, a questo punto sto amando vedere renderti ridicola da sola...

-Devi avere a che fare col mondo dell’editoria, specie con gli ebook!!!
Okay, io sono una scrittrice (e un archivista, non un medico come sostiene quella stupida di Claudia che un cece in bocca non se lo tiene mai) e un sacco di gente che frequento scrive e si occupa di libri, facendo un gran bel lavoro.
Sono tutte persone false, sono tutte la stessa persona che Moz accusa da luglio?
O è Moz un fallito, magari anche nel campo editoriale, che si rosica per l’invidia?
Mai tentato il campo editoriale, non ancora, almeno. Quindi nessuna invidia. Anche perché questi bestseller di tale Olivia Hessen (o chi altri), tramutati in film hollywoodiani o serie tv per Netlfix, ancora non ne ho visti...

-(Ultimaaggiunta di settembre) devi essere donna femminista e lesbica.
Ahi Moz, qui caschi male, OMOFOBO CHE NON SEI ALTRO.
Io sono lesbica dichiaratissima, vivo con la mia compagna e non ho timore dei VERMI come te che odiano le donne (forse perché non te la danno?) specialmente quelle omosessuali.
Sei tu che hai dei problemi.
Sai che per quel che hai detto potrei denunciarti? Omofobo, a me?
Stai attenta a quel che dici, stolta. Verme sarai tu, tu hai tanti problemi e lo stai dimostrando con queste calunnie e diffamazioni che stai dicendo. Fatti una vita, stolta.
 Soprattutto è quest’ultima parte a convincermi dell’infermità mentale del soggetto e dei suoi amici che lo seguono come pecore fedeli (ah, gente, a proposito: se anche io vi molesto tutti i giorni o lo dimostrate tirando fuori mail e commenti, o siete solo degli sparacaz...).
Come ho dimostrato, se ci sono persone malate di mente non le trovi qui: guarda piuttosto in casa tua, povera infelice. Non permetterti più di insultarmi, in qualsiasi modo. Non permetterti più di insultare i miei lettori, in nessun modo.
Fatemi capire: lui, Claudia, Mariella, Franco e tantissimi altri stupidi possono infastidire le altre persone ma quando poi qualcuno dice “basta” o li manda a quel paese allora è cyberbullismo?
No, è FACCIA DI BRONZO, Moz: la tua e quella dei tuoi amici che nascondete i coltelli dietro la schiena e poi fate i santarellini.
In realtà stai distorcendo la questione, ma non mi stupisce, visto cosa hai scritto finora.
La verità è che il branco ha iniziato a infastidire la gente, e io l'ho fatto notare. Ti infastidisce ciò? Problemi tuoi.
Non rigirare la frittata. E, ripeto, fatti una vita e sciacquati la bocca prima di permetterti di parlare di me o dei miei lettori.

E ora godiamoci un po' di nuovi screenshot diffamatori e ovviamente pieni di bugie sul mio conto, tra i commenti del post di Olivia (che riporto integralmente e a cui ribatto punto per punto).
Bello vedere che, come sempre, i post di queste persone generano commenti-fotocopia, tipici del branco, tra l'altro mostrandoci tutte le identità coinvolte nel loro giochetto: una vera e propria sfilata!
Premesso che se la stanno suonando e cantando da sole, praticamente è un delirio allo specchio: è il branco stesso che parla di me dopo avermi attaccato: patetico, se non ironico.

ZeroZero, non mi conosci e già insinui che offline vivo faide meschine? O forse parli in generale?
Olivia, sei quasi simpatica: dai dell'indifendibile a un comportamento che tu stessa hai usato, al contrario mio.

 Lucrezia, che bello leggerti! Dodicenne cretino, eccomi. Quindi, tu sbuchi dal nulla, mi offendi, e io sarei l'hater bullo? Ahaha. Per piacere, ripigliati.
Ma ora viene il bello: dal 2014 spunta fuori la cara Melinda: bugiarda, malignatrice e calunniatrice.
Quando mai ho avuto pagine segrete? La meschina sei tu, oltre che falsa.
Francesca manco la commento, è il profilo che merita meno attenzione.

Olivia, scusa, forse ti sfugge un particolare: io ho fotografato un tuo commento (pubblico, tra l'altro) dove tu -che non mi conosci- mi OFFENDEVI.
Capito quanto stai contorcendo il discorso? Ripigliati, bambina.


Insomma, il delirio continua ma almeno si stanno mostrando tutte per quello che sono, per cosa sono... Insomma, si stanno infangando da sole!

[VACANZE] le vostre cartoline (estate 2018)!

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Era giugno quando vi chiesi di inviarmi una cartolina dalle vostre vacanze estive.
Era l'inizio dell'estate e ora quella stagione è già un ricordo.
Ma nel frattempo, ho ricevuto le vostre cartoline... e, come promesso ormai più di tre mesi fa, eccole raccolte in questo post!


-Iniziamo con una cartolina dalla magica (magia bianca? magia nera?) Torino.
Me la invia Stefania Stella invitandomi a visitare questa città: beh, presto potrei essere in Piemonte... chissà cosa succederà! Stay tuned!

-Sara Fatina (una blogger di cui presto sentirete parlare qui...) mi manda questo scatto versiliese: un caro saluto da Viareggio!
-La cara instagrammer Hong_Ngat invece mi ha inviato una cartolina da Rimini, e mi chiede se l'Algida si è ispirata a me per il suo 4 O'Clock: posso dire che è un gelato buonissimo, come il Moz O'Clock!



-Rimaniamo in zona Rimini, perché da Marebello c'è il prode Max (altro mio lettore e commentatore fedelissimo) che mi ha spedito questa cartolina. Max presto sarà ospite sul blog e vi chiederà aiuto per ritrovare... un qualcosa!
-Andiamo a sud: Maris, con consorte e i loro due monelli mi hanno inviato -testualmente- BACI da Paestum!
-Risaliamo su per l'Italia: da Pesaro una cartolina del nostro Riky. Un pacco-sorpresa a dir la verità, con un bell'albo Disney (Twin Pipps) di cui avete letto la recensione qualche post fa.


-Il torinese a Roma: il blogger Eros Evose mi invia la foto del Foro Romano, scrivendomi che sono campione nazionale di blogging in lungo! Il post scriptum lo metto io: Eros, arriva quel che sai!
-Claudia mi spedisce una cartolina da Monopoli, chissà se imbucata dal Parco della Vittoria: mi chiama re della blogosfera: piano con questi termini, ragà, che le cyberbulle ci fanno i film sopra! Ahah!
-Da Talamoneè il turno di Vincenzo Langella (aka Draghetto86) del blog Due.Tre! Ci fa sapere che si trova in un posto meraviglioso, e dalla cartolina sembra proprio sia vero!


-Mariella invece si trovava nella "città che non dorme mai" quando ha pensato a me! E così eccoci tra i grattacieli di New York!
-Patricia Moll invece pensa a me dalla sua città natale: Asti! Azz, quanto Piemonte in questo post! Un bacione anche a te, Pat!


-Anche quest'anno Maurizio e Paola mi hanno spedito una cartolina di coppia, stavolta da Ostuni.
Dalla Puglia, hanno voluto accrescere la mia collezione di cartoline e li ringrazio di cuore!
-Chiudiamo con un'altra coppia, ossia Elle e Ally, l'Alligatore del web! La cartolina (a fumetti tedeschi!) mi arriva dalla provincia di Bolzano, Caldaro, dove hanno fatto una pausa dalle loro pedalate!





Grazie mille quindi a tutti voi che anche quest'anno avete avuto questo gentile pensiero per me!
Nel caso dovessero arrivare altre cartoline, le inserirò nei prossimi post della serie Mikipedia!
Buona domenica a tutti!

[TV] dai giochi al cartoon, avete mai trovato Carmen Sandiego?

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Carmen Sandiego: abile ladra dal nome ispanico, grande donna dal fascino misterioso e assoluta protagonista di videogiochi, una serie cartoon e un gioco televisivo.
La criminale in trench e fedora rossi circola nel mondo dal 1985.
Noi l'abbiamo conosciuta la domenica mattina su Rai2, con un particolare gioco televisivo.

Ma, alla fine, abbiamo mai trovato Carmen Sandiego?

I VIDEOGAMES

1985: la Brøderbund Software, Inc. sviluppa il primo gioco su questo personaggio. Il titolo?
Where in the world is Carmen Sandiego?
Seguono, negli anni, Where in the U.S.A., Where in the Europe, Where in the time, Where in the Space e così via.
Una serie di videogames d'indagine con tante avventure a caccia di Carmen e i suoi scagnozzi.
C'è stata persino una parodia: Where in the hell is Carmen Sandiego?, a testimoniare l'importanza di questa linea.

IL GIOCO TELEVISIVO

La Disney/Buena Vista co-produce per l'Italia il gioco tv Where in the world is Carmen Sandiego?, che da noi arriva col nome Che fine ha fatto Carmen Sandiego? e va in onda dal 1994 durante Domenica Disney su Rai2 (riscopri questo programma cliccando qui).
Era appunto la versione italiana di uno show americano partito nel 1991 e continuato per diverse edizioni. Un gioco in studio, condotto da Mauro Serio (già noto per Solletico) e Giorgina Trasselli, dove alcuni ragazzi si sfidavano per scoprire... dove fosse Carmen Sandiego, in una indagine fatta di vari step che avrebbe portato all'arresto, almeno, dei tirapiedi della ladra.
Vediamone un estratto.


Pare che in America questo gioco sia nato per sopperire alle carenze geografiche dei bambini dell'epoca, che non avevano idea nemmeno di dove fosse casa loro.
Difatti, sia i videogiochi che questo quiz sono classificabili come "educativi", basandosi molto sulla geografia e sulla storia.
E ora l'intro italiana!

LA SERIE ANIMATA: ANNI '90

Da noi giunse dopo il gioco in studio, ma in America vede la luce sempre nel 1994.
Col titolo Where on Earth is Carmen Sandiego?, fino al 1999, arriva la serie tv in 40 episodi.
Noi l'adattiamo col titolo Dov'è finita Carmen Sandiego? ed è sempre la Rai a trasmetterla, in più programmi-contenitore.
Stavolta Carmen e i suoi uomini annunciavano, episodio dopo episodio, il loro nuovo colpo: toccava ai giovani Zack e Ivy riuscire a metterle i bastoni tra le ruote, spostandosi in giro per il nostro pianeta.
Rivediamo la sigla, che tra l'altro mostra una New York con le Torri Gemelle.

LA SERIE ANIMATA: OGGI

Netflix ha già annunciato il remake di quest'opera: arriva nel 2019, e finora poco altro è stato reso noto.
Insomma, Carmen Sandiego si nasconde su Netflix, anche lei con un nuovo look che strizza l'occhio agli anime?



ami i programmi del passato? leggi anche

[HOMEVIDEO] DuckTales: le vhs dal noleggio alla vendita

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Quando arrivarono nella seconda metà degli anni '80, le videocassette contenenti gli episodi di DuckTales esistevano solo per il noleggio.
Tre episodi a nastro per oltre un'ora di avventure coi paperi Disney.
Alla fine degli anni '80 furono rese disponibili anche per la vendita, con una vera e propria collana dedicata che partì ex-novo.
Vediamo assieme la storia delle vhs italiane delle DuckTales!
 
dai un'occhiata anche a
Innanzitutto è bene precisare che, dei cento episodi che compongono l'intera serie originale delle DuckTales, solo 65 sono stati raccolti per l'home video.
Praticamente tutte le prime due stagioni e un episodio della terza.
Ovviamente, è uscito in vhs (e poi in dvd) anche il film Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta (DuckTales: The Movie).

NOLEGGIO

Come detto, la raccolta degli episodi di DuckTales iniziò per il solo noleggio.
Interessante notare come l'inizio delle avventure, ossia il pilot Il tesoro del Sole d'Oro(film di montaggio per la tv, accorpamento dei primi episodi della serie) venne rilasciato per intero solo come... tredicesima uscita!
Ognuna di queste videocassette conteneva tre episodi, i cui titoli spesso possono essere letti nella stessa copertina.

1- Paperrremoto


2- Micropaperi di un'altra dimensione


3- La Corona Perduta di Gengis Khan


4- Il mistero del fantasma


5- I vichinghi all'opera

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6- Il genio della lampada


7- Ritorno a Itaquack


8 - Zio Paperone e il petrolio scomparso


9- Paperino e la mummia vivente





10 - La maledizione del castello di Zio Paperone


11- Cenerentolo



12- Duello all'ultimo dollaro




13 - Il tesoro del Sole d'Oro

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14- Fuga nel tempo

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15- Zio Paperone e i dischi rotanti


16- Macchia Nera e l'aereo invisibile


17- I predatori dell'arpa perduta

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18- A me gli occhi, spia!


19 - C'era una volta la "Numero Uno"

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20 - Paper Horror Picture Show




21- Lo specchio magico

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IN VENDITA


Dal 1989 alcune delle suddette videocassette furono rieditate e messe in commercio, destinate alla vendita. Da ognuna di queste spariva un episodio, portando il minutaggio a 44 minuti circa.
Le potete vedere in apertura del post.
Interessante notare come alcune di queste avessero, tra l'altro, un titolo generico inedito che non era quello di alcun episodio (ad es. Avventure sul Nilo che conteneva Paperino e la mummia vivente).

RIEDIZIONI


Durante la prima metà degli anni '90, la Disney Video fece uscire altre vhs della serie DuckTales: un paio con episodi mai giunti per la vendita (però già editi per il noleggio) e un altro paio come ristampe (con cover leggermente diversa) di Paperrremoto e Micropaperi di un'altra dimensione, che così possono contare ben tre diverse edizioni italiane.
Ecco due esempi della riedizione e del nuovo packaging.




dove non indicato, le immagini sono fornite da Ema

[SERIE TV] Miracle Tunes!: il sentai italiano che ridefinirà il concetto di trash?

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Lo si sapeva da più di un anno che la serie giappionese IdolxWarrior Miracle Tunes! sarebbe arrivata anche in edizione italiana, anzi europea. 
E, no, non un mero doppiaggio di quella originale, ma una cosa girata ex-novo.
Coprodotta da Spagna e Italia (Mediaset), "vanta" quasi tutti attori nostrani tra cui due volti noti e la regia di Roberto Cenci.

Vediamone promo e immagini... e (s)parliamone!

Ecco il dietro le quinte che annuncia la messa in onda, preso da un servizio di Studio Aperto:


Sì, avete visto bene: il cattivo è interpretato da Angelo Pintus, mentre la regina buona è impersonata da Michelle Hunziker.
Quindi, la nostra amata Michelle torna al sano trash dopo Alex l'Ariete con Alberto Tomba: può solo farci che piacere.

Ohitsujiza no Arekusu 2 - Mahou Vengeance!

Cosa si deduce dalle immagini?
Beh, che il tutto almeno non sembra essere peggio della versione originale:

le tre attrici originali: una di queste, da noi, diventa nera: Salvini le permetterà di andare in onda?

e questo è Anjero Pintuzu, attore nipponico:

il cattivo: occhi, bocca e naso sono più asimmetrici che nel Behelit di Berserk!

È una serie fatta sicuramente per vendere (molti) gadget, e ci si sta puntando molto, sopra.
È però anche una innegabile trashata, temo fuori tempo massimo: sembra l'evoluzione low budget dei telefilm di Licia, mixati con trucco&parrucco alla Sorellina e il principe del sogno.
Insomma, ricordate i peggiori epigoni dei Power Rangers? Ecco, quasi ci siamo.

il Regino Berillio

Ma non siamo più negli anni '80 o '90... questa cosa potrebbe davvero piacere?
Vedremo col tempo.
Sabato sera, il primo appuntamento.
Probabilmente sarà un nuovo fenomeno di costume tra i bambini: vedrete.
Amicizia, musica, canzoni, danza, pupazzetti magici e qualche combattinmento (immagino senza troppa azione): gli ingredienti ci sono proprio tutti!

Ecco, però... dopo questo Miracle Tunes!, pretendo un super sentai tricolore, una sorta di Power Rangers all'italiana! Sarebbe il mio sogno che si realizza!

[IL CERCARICORDI] spot Shampoo Campus (ballerina in body verde)

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Cari Clockers, sin dal 2006 ci siamo occupati, insieme, di ricordare qui sul blog tante di quelle cose che sembravano dimenticate.
Molte ricerche hanno dato i loro frutti, in un'epoca dove solo apparentemente trovi davvero di tutto.
Ma in effetti era necessario creare una rubrica a sé per raccogliere specificatamente questo genere di ricerche. Anche grazie all'amico lettore Max, che ci sottopone la missione che segue, nasce Il Cercaricordi.
Oggi parliamo dello Shampoo alla mela verde Campus...

Lo shampoo Campus era molto in voga negli anni '70 e '80: celebre la donna con il casco di mele in testa.
Vari sono stati gli spot, sia televisivi che cartacei.
Ma Max ha una richiesta in particolare, nata da un ricordo. Uno spot che sembra introvabile:
siamo probabilmente nel 1983 o 1984, appena dopo l'uscita del film Flashdance.

E proprio Flashdance potrebbe aver ispirato la pubblicità in questione: cominciava con la solita donna con il casco di mele, che rotolavano giù e lasciavano il posto a una splendida ballerina con un body verde sgambato, una t-shirt bianca e scaldamuscoli.
La ragazza, una mora dai capelli ricci, ballava su una musica che ricordava un po'Maniac di Michael Sembello (almeno nell'intro).
RISOLTO! ECCO LO SPOT SEPPUR IN FORMA BREVE
LEGATO A UN CONCORSO: LA FORTUNA SI SCATENA



Lo slogan d’inizio spot diceva: Shampoo Campus alla mela verde, e la bellezza si scatena
La pubblicità di se è particolare perché lo Shampoo Campus ha sempre sponsorizzato manifestazioni televisive musicali.
Tipo Azzurro, quando lo facevano dal Petruzzelli di Bari.
Ma la cosa che secondo me fa la differenza con altri spot dello stesso periodo è che il jingle dello spot ha una versione extended che ha fatto da sigla musicale finale della striscia pomeridiana di Dee Jay Television (il periodo, difatti, dovrebbe combaciare) quando era sponsorizzata dallo Shampoo Campus, naturalmente.
Il jingle era quindi un mini video clip dello spot.

Qualcuno sa nulla di questo spot? RISOLTO!
Qualcuno sa almeno di quale brano musicale si sta parlando?

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[SPOT] le pubblicità calcistiche con Ioska Versari

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Chi di voi, come me, ama il film Da Grande?
Ebbene, a interpretare il bambino protagonista, che per magia diventa Renato Pozzetto, fu Ioska Versari.

Oggi ritiratosi dalle scene cinetelevisive (l'ultima apparizione risale al 2006, in un episodio de I Cesaroni), ma attivo in quelle musicali (è un producer che lavora anche con la Maionchi).
Dai, lo ricordate tutti: era un ragazzino molto espressivo.
E sicuramente ricorderete i due spot di cui era protagonista, negli anni '80...

La particolarità è che si tratta di due spot... a tema calcistico.
Manco l'avessero fatto apposta.

BARILLA "GRAZIE ROMA" (1983)

In questa pubblicità, con la classica colonna sonora di Vangelis (Hymne), vediamo il piccolo tifoso giallorosso costretto a godersi il match da'a maggica solo attraverso una radiolina.
Scoprite come va a finire:


Lo spot venne realizzato per celebrare la vittoria dello scudetto della Roma, nella stagione '82/'83.
La Barilla era, all'epoca, lo sponsor della squadra capitolina.
Interessante notare come non si faccia alcun riferimento a nessun prodotto della Barilla stessa.

ARIEL BUCATO A MANO (1988)

Publicità di fine anni '80 che però andò in onda per diverso tempo, almeno fino ai primi anni del decennio seguente.
Nello spot, due bambini sporchi dopo una partita a pallone di un qualche campionato.
La mamma del primo non lava con Ariel, mentre quella del secondo sì.
Scopriamo cosa succede:


Ariel, fredda lo sporco, accarezza i colori.

E voi... ricordavate questi celebri spot?

[FILM] Da Grande, la retrospettiva

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Uno dei supercult italiani anni '80è senza dubbio Da Grande, tra i titoli più pop con Renato Pozzetto.
Coprodotto da Reteitalia (della Fininvest) per anni è stato replicatissimo sulle reti Mediaset, specie nei pomeriggi del week-end.
Un film che nasconde molte piacevoli curiosità...
Parliamone assieme!

LA TRAMA

Marco, 8 anni, sta vivendo un periodo difficile. La sua famiglia è in crisi (non solo economica), lui si sente poco ascoltato e viene inoltre schernito dagli amici perché fa la pipì a letto. Come se non bastasse, è pure innamorato della sua maestra.
Se sei un bambino americano devi rivolgerti al primo Zoltar che trovi nei luna park; Marco invece è un bambino italiano e deve solo esprimere il suo desiderio affinché questo si avveri: di colpo, diventa quarantenne.
Con l'aspetto di Renato Pozzetto.
Il bambino sparisce, i Carabinieri lo cercano, mentre il quarantenne se ne va in giro a comprendere che la vita da adulti, forse, non è tanto migliore...

evidentemente non ha usato Ariel...

ANALISI

La storia è una commedia semplice e garbata, tipico film di quell'epoca, lineare e comprensibile, apprezzabile da grandi e bambini.
Una favoletta dal messaggio immediato: un ideale scontro generazionale, ovviamente innaffiato di dolcezze, anestetizzato da ogni possibile realtà troppo dura.
Marco/Pozzetto si ritrova a sperimentare, con la testa di bambino, una vita da grande.
Affitto, spese da pagare, lavori da affrontare.
E soprattutto, una storia d'amore da vivere, oltre che una bella batosta da digerire.

Ioska nei panni di Marco

DA GRANDI, DA PICCOLI

Pur nella sua semplicità, che comunque resta il suo punto di forza, Da Grande affronta tra le righe il tema della differente visione della vita. Da bambini non ci si rende conto di tante cose, di tanti meccanismi. E, di rimando, non si comprendono nemmeno certe dinamiche del mondo adulto.
Tradimenti, prestiti bancari, nervosismi e isterie.
Da adulti, invece, si vorrebbe tornare bambini proprio per gli stessi motivi.
Storie sentimentali che non vanno, vite precarie, problemi da risolvere.
Questo, seppur in una dimensione di comedy, il senso del film.

rubabandiera

UNIVERSI IN COLLISIONE?

Due universi, quindi. Che si toccano in modo malinconico e spassoso.
Emblematica la scena che vede alcuni bambini giocare ai genitori, mentre ordinano al figlio di piangere, rimproverandolo di qualcosa perché i genitori fanno sempre così.
Come è anche simpatica la riflessione sul lavoro che Pozzetto è dovuto a svolgere per sopravvivere: il baby-sitter. Si diverte più lui che i bambini, e si stupisce che venga pagato per fare ciò che, da bambino, era la quotidianità. Eh, lo strano mondo dei grandi.

Ottavia Piccolo (di spalle) e Haber

TANTO POP

Questa pellicola, che -ripeto- trasuda comunque quel piacevole senso rassicurante/esilarante, ha tra l'altro il merito di mostrare molti oggetti della cultura pop di allora. Siamo nel 1987, e lo spettatore può gustarsi camerette piene di poster, adesivi, giocattoli e peluche.
Io stesso amavo questo film e questo genere di film dove mi si mostrava il mio presente (tanto che presto ne farò una rubrica apposita: Pop in Movies), e ovviamente ammiravo la stazione spaziale Lego mostrata più volte (giocattolo che ricorre nella trama, peraltro).
Non mancano prodotti per un pubblico femminile (la Famiglia Cuore) e anche quelli culinari; ci sono anche dei cartoons trasmessi dai televisori guardati dai protagonisti.

Giulia Boschi nel reparto giocattoli

GLI ATTORI

Cinque gli adulti principali, tutti perfettamente nella parte.
Nomi del calibro di Alessandro Haber (il nevrotico papà di Marco), Ottavia Piccolo (la rassegnata madre del bambino), quindi Renato Pozzetto nel ruolo del protagonista e la bella Giulia Boschi (ritiratasi oggi dalle scene) nei panni di Francesca, la maestra di Marco che nasconde un grande intrallazzo.
Chiude Alessandro Partexano nel ruolo del tenente dei Carabinieri che si occupa della scomparsa di Marco.

Haber nel suo freddo ambiente di lavoro

Tra i bambini, Ioska Versariè Marco da piccolo (abbiamo visto assieme i due spot di cui fu protagonista, all'epoca: Barilla e detersivo Ariel, rivedili qui).
Gaia Pirasè Silvietta, secondogenita sorella di Marco. Oggi Gaia non lavora più per il cinema e la tv; è particolare che la bambina non voleva farsi chiamare col suo nome di scena rimarcando sempre il suo vero nome: le scene non sono state tagliate e anzi gli altri attori riescono a scherzarci sopra, improvvisando battute a riguardo.

Gaia e Pozzetto

Ci sono persino due volti noti: Marco Vivio, oggi famoso doppiatore, ma soprattutto Ilary Blasi, che qui interpreta Piera.
Da notare anche il cameo di Susan Sarandon: l'attrice americana appare in un film b/n che pozzetto guarda in tv: ai tempi, la futura Louise di Ridley Scott era compagna di Franco Amurri, regista di Da Grande.

aò ma che Piera, io me volevo chiamà Sciantàl!

BIG?

Una leggenda urbana vorrebbe che il film Big, con Tom Hanks, sia il remake di Da Grande: la storia è difatti pressoché la stessa, e la pellicola americana arrivò circa un anno dopo quella di Amurri.
Né remake, né tantomeno plagio: solo una curiosa e simpatica coincidenza.

Ami i film del passato? Potrebbe interessarti

[ME] domande a MikiMoz vol. II

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Quante cose che non sai di meeeee...
Ebbene, a più di un anno dal precedente post, ecco qui uno spazio tutto per voi.

Potete chiedermi quel che volete, ovviamente nei limiti della riservatezza, della decenza e del buon gusto; senza esagerare, insomma. 
Domande che vorrei siano serie, per conoscerci davvero meglio.
Specie ultimamente, sul web, mi hanno affibbiato cose non vere o pensieri che non m'appartegono; magari qualche dubbio vi sarà venuto... beh, sono qui, a disposizione.
Insomma, attendo i vostri quesiti: su di me, la mia vita, i miei hobby, le mie passioni, il mio blog, il mio passato, il mio presente e il mio futuro.
Eccoci qui, fatevi sotto!

[VIDEOCLIP] Kiss the rain, Billie Myers (1997)

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Sono trascorsi più di venti anni da quandoKiss the rain, singolo di Billie Myers, spopolò in radio e negli spazi musicali in tv.
Una canzone malinconica, una richiesta di contatto da parte di una persona che si accorge di come l'altro sia lontano, mentalmente.
Al di là del significato del testo, che all'epoca nemmeno mi ero impegnato a capire e tradurre, di Kiss the rainmi ha sempre colpito il video.

Non la storia che racconta -una donna in attesa di qualcuno, che osserva il mondo circostante e infine sbotta distruggendo varie cose in casa-, quanto l'ambiente in sé.
Ecco perché.

Era così tremendamente perfetto per quegli anni, mi ci ritrovavo.
Un appartamento caldo, dalle cui finestre si intravedono i palazzi di fronte ma soprattutto da cui filtrano flash colorati, come fari che sfrecciano o i neon delle insegne.
Specialmente viola.



Kiss the rain mi fa pensare a quegli anni, sì, ma anche al periodo autunnale.
La pioggia sui vetri, le serate in cui non sai se uscire con gli amici o startene chiuso in camera.
Riconduco il videoclip di Kiss the rain proprio a queste sensazioni di fine anni '90, quando vivevo a casa dei miei.


Ami i videoclip di quel periodo? Allora ricorderai

[REPORT] Civita di Bagnoregio e Parco dei Mostri di Bomarzo: una gita autunnale

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Dopo anni -letteralmente- in cui abbiamo tentato di proporre questa gita, finalmente si è riusciti a partire: destinazione Tuscia, nelle zone del viterbese.
Una giornata diversa dalle solite, una passeggiata fuori porta a Civita di Bagnoregio e al Sacro Bosco di Bomarzo.
Eccone un piccolo resoconto.

Si parte presto, poco dopo le 6.00, e prevedendo una lunga sosta per la colazione si arriva a Civita di Bagnoregio.
Sono circa le dieci di mattina e la giornata è -per fortuna- splendida.
Caldo, di quello semi-estivo: si può stare anche in t-shirt, specie se ci si muove.
Così è come ci appare, da lontano, questa rocca.

non è la Muraglia Cinese


Avevo sentito parlare di Civita perché diversi set cinetelevisivi vi hanno fatto sosta, scegliendo questo paesino di soli 11 residenti come location ideale.
Civita di Bagnoregio è raggiungibile attraverso un lungo ponte non altissimo (il sentiero originale è in disuso, affossatosi nel tempo).

il campanile

La particolarità di questo gioiellino medievale è di essere costruito su un colle eccessivamente friabile: è il tufo a dominare anche tra le costruzioni stesse.
Ciò ha causato, nei secoli, diversi crolli che "hanno mangiato" poco a poco i costoni, portandosi giù anche le abitazioni: l'ultimo nel 1992.
Pertanto, il paesino è chiamato La città che muore.
Ovviamente, visto il business, si cerca di rimandare questo funerale: il posto era strapieno di turisti, soprattutto americani e giapponesi.

la piazza principale

Civita di Bagnoregio è un presepe suggestivo. Sicuramente unico nel suo genere.
All'interno, un museo con visite gratuite e diversi esercizi commerciali (souverir, ristoranti).
La chiesa -che si erge su di un tempio pagano di cui sopravvivono alcune colonne- è molto bella.
Peccato per il bazar interno, appena all'ingresso sulla navata di destra: qualcosa di cattivo gusto che sarà probabilmente punito da Dio.

il tunnel scavato nel tufo, attraversa il paesino ma... underground!



Dopo l'ora di pranzo, si risale in pullman per procedere verso Bomarzo, dove sorge il Sacro Bosco a.k.a. Parco dei Mostri.
Per me è sempre stato qualcosa di mitico.
Innanzitutto ancora non si viene a capo del mistero: è opera di puro diletto architettonico-artistico oppure è davvero un percorso comprensibile solamente agli iniziati?
È vera allegoria (umana, onirica, classica) o "soltanto" lo sfogo di una mente brillante?

la Sfinge ci avverte di ciò che troveremo

Amo il Parco dei Mostri perché amo l'onirico; perché amo il surreale, l'allegorico. E ovviamente amo questi percorsi magici che conducono chissà dove.

L'orco e Moz

Amo il Parco dei Mostri e come me lo amava Salvador Dalì, mio artista preferito in assoluto.
Come me, lo ama anche Kentaro Miura, autore di Berserk, mio fumetto preferito di sempre.
Che più volte gli ha reso omaggio.

L'Orco reinterpretato da Miura: era la camera delle torture di Mozgus

il Drago: in Berserk lo troviamo in un parco nelle Midland
 
La passeggiata nei giardini ci spinge a compiere questo giro, per quanto ormai a tappe "sballate", attraverso varie statue o piccoli edifici.
Degni di nota la casa pendente -che crea una straniante situazione di vertigini se vi si entra-, il tempio e alcune radure circondate da animali, dèi, esseri mitologici e simboli.

reminescenze guerresche romane... o simbolismo misterico?

la casa in Via dei Matti n. 0


Perle 17.15 il giro è completo.
Sotto le colonne del tempio, che forse fu il vero inizio del percorso voluto da Vicino Orsini per amore di Giulia Farnese, la gita finisce.
Si torna a casa: è solo un altro inizio, dopotutto.

Manola, Paolo, Carla, Moz

Avete mai visitato questi due posti?
Che ve ne pare?

[WEB] insulti, stalker, haters, profili fake: ti è mai capitato?

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QuandoLe Iene lavorano bene si deve dire: nella puntata del 14 ottobre 2018 è andato in onda un servizio che deve farci riflettere.
Far riflettere chi, come me, utilizza il web.
La storia di una ballerina perseguitata da un profilo maschile, rivelatosi essere una ragazza con seri problemi: se n'è parlato sul blog Dadirri (link qui), che vi invito a visitare (troverete anche il filmato de Le Iene).

In questi giorni ci siamo spesso occupati della questione dei finti profili, o dei profili "cloni" (cioè parto mentale di una sola persona o di un nucleo ristretto che agisce in branco).
Io stesso, come sapete, sono stato vittima di calunne e maldicenze, con persone (dai profili assolutamente vaghi) che mi hanno attaccato in blocco, peraltro affibbiandomi meschinamente cose che non ho mai detto/scritto.
Non è certo il primo caso simile che mi ha riguardato di persona: ad avere un blog -lo metti in conto- queste cose possono capitare.

Tempo fa il Moz O'Clock veniva usato come campo di battaglia da parte di terze persone che si erano bloccate altrove: due cazziate come si deve, commenti cancellati e la cosa finì lì, seppur a fatica.
C'è stato anche il caso, recente, di un utente anonimo che ce l'aveva con uno dei miei lettori, offendendolo a ripetizione: bloccata anche quella situazione.

Poi ho anche il personale anonimo (o forse più di uno) che non perde(va) occasione per darmi del nazista, fascista e via a seguire. Ci sta: la gente ne inventa mille pur rompere i coglioni al prossimo.

E questo è per il blog.
Perché io provengo dal mondo dei forum... e anche lì ne ho viste tante.
Anzi, il primo caso di profili fake lo sgamammo proprio sul forum di una nota serie tv italiana, ormai circa dieci anni fa.
Stesse ossessioni distorte, stesso modo scontroso di porsi, profili che si spalleggiavano a vicenda attaccando gli altri... e sorgevano come funghi!
Fu una mia amica del web, con cui da tempo discutevamo del fenomeno, a freddarli (anzi freddarla/o) nel post generale di Natale: nominando uno a uno gli utenti per gli auguri, prese a citare tutti i nickname sospetti scrivendo "auguri a tizio, caio, sempronio: ossia sempre la stessa persona".
Mai più visti.
Ma sui forum era più facile, i moderatori potevano guardare gli IP.
Su Instagram, sui blog, su Facebook, su Google+, sui siti di recensioni... come fare a guardarsi da certi pericoli?

Vi è mai successo nulla in proposito?
Siete stati vittime di episodi di cyberbullismo, di diffamazioni?
Avete subìto attacchi personali? Siete stati stalkerati da qualcuno?
Raccontate la vostra esperienza nei commenti!

se ti interessa questo argomento, leggi anche

[FUMETTI] Berserk, l'analisi delle saghe: 3 - I Capitoli della Condanna, Lost Children

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Finita l'eclissi, ci addentriamo in un nuovo arco narrativo di Berserk, che si suddivide in tre sottocapitoli.
Oggi parliamo del primo di questi, Lost Children: un ritorno al presente dopo la lunga cavalcata nel passato.
Il lettore ha finalmente scoperto tutto riguardo il destino di Guts e dei Falchi, così l'autore si riallaccia lì dove avevamo lasciato con la fine della prima saga... 


Prima di iniziare, ecco i link alle altre analisi:
NOTA: Ricordo che questi articoli presuppongono una conoscenza almeno sommaria di tutta l'opera, perché andranno a riprendere aspetti presenti in volumi successivi per disegnare un quadro quanto più completo possibile: dunque sono presenti anticipazioni e spiegazioni.

SCHEDA TECNICA

La terza saga di Berserk si estende da buona parte del volume 14 fino a oltre metà del volume 16.
Conta in tutto 23 episodi.

ANALISI

Dopo aver assistito alla fine della Squadra dei Falchi, con Guts che si arma di spadone e parte a caccia degli Apostoli e di Femto, il lettore si ritrova di colpo catapultato nel presente.
È passato qualche tempo tra lo scontro con il Conte e le pagine che si stanno per affrontare. In questo intervallo (comunque breve: dall'estate all'autunno) scopriamo che l'armata papale è alla ricerca di indizi sull'Apocalisse, iniziando due anni primi proprio nei pressi dell'acquitrino dove si era appena consumata la tragedia dei Falchi. Nel presente ritroviamo Guts e Puck, in un umido bosco che ospita anche dei briganti e un albero spettrale.
Miura torna quindi all'azione fantasy-horror, però stavolta -complice anche la profonda caratterizzazione dei protagonisti fornitaci durante l'Epoca D'Oro- c'è molto spazio per le analisi e le interiorizzazioni.
Lost Childrenè, sin dal titolo, un'oscura rivisitazione del mito di Peter Pan e dei Bambini Perduti.
L'elemento fiabesco e bambinesco stride con l'orrore che si cela dietro questo vortice di allegorie: uno scontro tra grandi e piccoli, con il mondo dei bambini inquinato dai pensieri adulti.
La figura di Jill si contrappone a quella di Rosine, preda di Guts: un Apostolo dalle fattezze di ragazzina, che però non ha esitato a fare strage dei Falchi (come visto nel volume 10).
Sì, Rosine era già apparsa e ora si consuma la resa dei conti con Guts, ma c'è un problema: Rosine è un mostro, sì, ma è anche una bambina. Come reagirà Guts?
Su queste basi si regge l'intero arco narrativo, e il metaforico finale (sul diventare adulti, in mondo sanguinoso: come la perdita dell'innocenza) è una risposta a questa domanda.
In Lost Children assistiamo all'inizio del progetto, da parte di Miura, di allargare il parco protagonisti di Berserk: l'introduzione di un elemento di disturbo (i soldati della Sacra Catena, guidati da Farnese, Serpico e Azan) costituirà una ulteriore solida base per il futuro. È da qui, vuole suggerirci l'autore, che si riparte verso la meta.
Continuano i legami Guts/elfi e Guts/bambini: questa saga costituisce forse l'apice e l'incrocio di tali tematiche, riunendole in poche ma indelebili pagine. È la parte considerata più poetica di tutta l'opera. 



NUOVE LINEE NARRATIVE

Il tempo: con il racconto della favoletta di Pirkaf, Miura introduce il concetto del tempo incantato. Infatti, come ci verrà confermato poi in futuro, in alcuni precisi luoghi il tempo scorre in maniera differente rispetto alla normalità.
Luoghi elfici: come per la miniera di Godor, anche in questa saga veniamo a scoprire dell'esistenza di altri luoghi abitati -tempo prima- dagli elfi. La Valle della Nebbia addirittura era un vero e proprio paese elfico, come testimonia la visione che ha Puck di fronte il grande cedro.
Si tratta forse della vecchia patria degli elfi, prima che si spostassero sull'isola di Skellig?
Maghi e eretici: per la prima volta vediamo -seppur indirettamente- delle figure incappucciate con un lungo bastone tra le mani. Descritti come eretici del bosco, potrebbero essere anche dei maghi (il che spiegherebbe i riti sacrificali di cui apprenderemo l'esistenza nel vol. 39).
Il Libro Sacro: interessante notare come la frase che descrive l'Apocalisse e l'avvento del Falco delle Tenebre sia la stessa che sentiremo pronunciare da una strega, molto più avanti nell'opera: un legame tra religione e magia?

LA STORIA

La Sacra Catena Ferrea, armata della Santa Sede, è da circa due anni sulle tracce di Guts: ovunque nei territori intorno si fa riferimento a mostri e strane creature, con un uomo in nero che semina morte e distruzione. Questa figura, forse creata dalla gente, potrebbe però corrispondere a quella descritta nel Libro Sacro della Chiesa: il Falco delle Tenebre.
Nel frattempo Guts giunge in un bosco nei pressi di un miserevole villaggio; dopo essersi scontrato con alcuni banditi e aver salvato Jill da questi e da un albero maledetto, cerca di trovare un attimo di riposo. Ma il villaggio stesso viene assalito da creature che ricordano gli elfi: c'è però Puck a testimoniare che in realtà si tratta di qualcosa di ben diverso. Infatti, una volta uccisi, questi esserini tornano alle loro sembianze originali: sono tutti bambini!
Guts e Puck si trovano così in una situazione assurda: da un lato hanno difeso il villaggio, dall'altro sono accusati di aver ucciso degli infanti.
Il guerriero ha capito che dietro gli attacchi c'è un Apostolo, e si dirige nel suo regno: la vicina Valle della Nebbia, una foresta che sembra incantata.
È la dimora di Rosine, una vecchia amica di Jill, che ha creato qui il suo regno ideale. Mentre Jill sta per essere tramutata in un mostro, affinché viva una perenne e fittizia vita bambinesca assieme alla sua amica, irrompe Guts che, dopo uno scontro furibondo, riesce a uccidere l'Apostolo.
Poco dopo, in una Valle della Nebbia completamente distrutta dalle fiamme, il Cavaliere del Teschio recupera il Behelit di Rosine e lo ingoia...




PERSONAGGI E CREATURE INTRODOTTI

Farnese De Vandimion: presentata qui come autoritaria, è il comandante dell'esercito papale. In realtà è una ragazza fragile e insicura, come scopriremo nelle saghe successive.
Serpico: abilissimo schermidore, è per ora un personaggio all'ombra di Farnese, anche se nasconde un segreto che lo lega proprio al suo comandante.
Azan: vicecomandante della Sacra Catena, è un chierico di integerrimi principi ecclesiastici.
Jill: ragazzina che un tempo era amica di Rosine, vive una vita decisamente meschina.
Thomas Hanson: bambino del villaggio a cui viene massacrata la famiglia.
I banditi: un gruppo di predoni che si imbatte in Guts e poi in Rosine: quest'ultima li trasforma in insettoidi.
L'albero maledetto: un tempo utilizzato per officiare sacrifici umani, con la presenza di Guts si scatena, animandosi e mostrando la sua natura mostruosa.
Zebeck: padre di Jill, è un ubriacone fallito che vive ancora dei ricordi di qualche guerra combattuta.
Madre di Jill: una donna completamente assoggettata al marito, è preoccupata per sua figlia.
Genitori di Rosine: una famiglia come tante, con un padre violento e una moglie succube. Rosine, a modo suo, li ama perché non ha null'altro: li sacrifica per diventare Apostolo.
Hobs: è il prete del villaggio di Jill, che suggerisce a Farnese di recarsi presso la Valle della Nebbia.
Bambini perduti: sono tutti i bambini che Rosine tramuta in insetti-elfi, creandosi un mondo ideale. Ma, in quanto originariamente umane, queste creature si comportano comunque come gli uomini.

LUOGHI E SCENARI PRESENTI

Villaggio di Jill: uno sperduto e minuscolo villaggio che sorge su di un'altura.
Vecchio mulino: poco lontano dal centro abitato, è una costruzione in decadenza dove Guts si rifugia.
La Valle della Nebbia: un tempo vera patria degli elfi, che poi l'hanno abbandonata per imprecisati motivi, è oggi un rigoglioso bosco fiabesco dove Rosine ha creato il suo regno ideale. Vi è presente un enorme cedro, probabile albero-base degli originari elfi che vi abitavano.



EVENTI E TEMATICHE INTRODOTTI

L'Apocalisse: è un evento descritto nel Libro Sacro della Chiesa, e fa riferimento all'avvento di colui che porterà nel mondo l'Epoca Oscura.
Il Cavaliere del Teschio e i Behelit: vediamo qui per la prima volta il Cavaliere del Teschio "mangiare" un Behelit. Una questione che rimarrà misteriosa fino al vol. 26, quando scopriremo il perché di tale gesto.

MITI E LEGGENDE INTRODOTTI

Pirkaf: la favoletta di un bambino nato con gravi problemi. I genitori lo fecero curare dagli elfi e Pirkaf prese un aspetto strano. Deriso continuamente dagli altri bambini, volle andare a trovare gli elfi a cui era legato: ma pochi minuti nel bosco incantato corrisposero a cento anni nel mondo umane, così Pirkaf non ritrovò più nessuno. Questa storiella viene citata anche nel vol. 38.

POPOLI E GRUPPI INTRODOTTI

Sacra Catena Ferrea: armata alle dirette dipendenze della Santa Sede, per tradizione dev'essere guidata da una fanciulla. In realtà composta da rampolli di nobili famiglie, le vengono affidati perlopiù ruoli di facciata.

COSMOLOGIA

Questa saga è importante perché introduce vari dettagli utili per comprendere diversi aspetti del mondo berserkiano: dal Cavaliere del Teschio che ingoia il Behelit, fino alla presenza di una primitiva patria degli elfi, la cosmologia dell'opera si delinea ancora di più.
Interessante anche l'apparizione del Bambino Deforme.
Per la prima volta, inoltre, vediamo chiaramente il simbolo religioso: un volatile con le ali spiegate che richiamano vagamente la croce cristiana.

GLI SCONTRI PRESENTI

Guts contro i banditi
Guts contro l'albero maledetto
Guts contro gli elfi-insetto
Guts contro i fuochi fatui
Guts contro i guardiani (ex banditi)
Guts contro i guardini (ex cavalieri)
Falchi contro Rosine

ERRORI E PARTICOLARITÀ

  • a fine volume 14 è stato inserito l'episodio del 1988 Berserk The Prototype, che costituì una "prova generale" di Kentaro Miura. Grazie proprio a quella breve storia, il mangaka vinse un concorso e poté scrivere e disegnare il suo Berserk.
  • nel quindicesimo volume c'è un errore nel disegno: una delle donne che accusa Guts di aver ucciso dei ragazzini, ha... sei dita!  Nel volume successivo, in una vignetta, il braccio meccanico del protagonista viene erroneamente disegnato sull'arto destro.

IN ANIMAZIONE

Questa saga è stata sempre saltata. Rosine appare unicamente nella prima serie televisiva del 1997, in un breve cameo. L'Albero Maledetto invece lo vediamo nel primo episodio della serie tv del 2016, ma in una trama totalmente riscritta per l'occasione.

FONTI DI ISPIRAZIONE E OMAGGI

Come già detto, l'intero arco narrativo è una rivisitazione della storia di Peter Pan, che Miura rende in modo oscuro e distruttivo.

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