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[AFFETTI PERSONALI] Il Libro dei Sogni, Campi Editore (1968)

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Casa dei miei nonni in Abruzzo.
Su di una mensola accanto al caminetto, mensola che oggi è stata rimossa, c'era sempre qualche giornale, un portapenne e un libro.
Il Libro dei Sogni. Non una normale (banale) smorfia da centinaia di pagine, anzi. Questo libro era qualcosa di diverso.
Un tempo di mio nonno, ora è di mia proprietà:vi spiego perché lo amo così tanto.

Non ricordo esattamente quando sfogliai la prima volta questo tomo. Ma me ne innamorai attorno al 1992.
Lo riconduco all'estate, forse perché passavo lì le mie vacanze e avevo sicuramente più tempo per leggere.
E poi, proprio nei primi anni '90 che sviluppai una passione per l'horror, culminata durante i primi anni delle medie.
Ebbene, fu proprio per trovare l'horror che sfogliai questo libro: ma dall'horror mi avrebbe condotto lontano, in un'altra delle mie più grandi passioni...



In effetti non è difficile indovinare perché associassi questa pubblicazione alla passione kinghiana e esorcistica o nightmaristica o ancora venerdìtrediciana.
La sua fattura ricorda vagamente un libro antico (per quanto possa essere antico il 1968: ah, il prezzo era di £ 2.200), i contenuti sembravano così misterici da spalancare una porta sul paranormale: cabale, quadrati magici, oroscopi.
Ma, più di ogni altra cosa, erano le illustrazioni a colpirmi.
Di alcune ho già parlato, perché mi hanno fatto scoprire uno dei miei artisti preferiti (clicca qui); di altre parlerò prestissimo.



Però ecco, le emozioni suscitate da queste illustrazioni erano "horror" solo superficialmente. C'era qualcosa di strano, grottesco. Forse è il sottogenere orroristico che amo, dopotutto (Lynch vi dice niente?). Ma poi, poco a poco, mi addentrai nel genere onirico.

E certo: un libro dei sogni è materia onirica, sin dal nome.
Questo volume dava una spiegazione ai sogni ricorrenti, abbinandoci i numeri del Lotto. Ma non era come tutti gli altri, dai modi spicci e senza nulla più. No.
246 pagine suddivise in quattro corposi capitoli; argomenti diversi ma tutti di mio interesse, sin dal primo.
La psicanalisi. Esatto: un trattato che cercava di riassumere, in un linguaggio colto ma comprensibile, studi e teorie freudiane e junghiane. Ovviamente, per anni io leggevo queste storie (di avvenimenti reali) come fossero racconti dell'orrore: si parlava di sogni premonitori, incubi, morti nel sonno, e via dicendo. C'era anche molto altro, che all'epoca non comprendevo: la sessualità, i meccanismi onirici, la censura di Morfeo, le crisi, i complessi (di Elettra e di Edipo) e via dicendo.
Ma ciò mi ha fatto appassionare a Freud, qualche tempo dopo. E al mondo onirico in sé.


 La seconda parte era dedicata tutta alla cabala: un dizionario cabalistico che spiegava il significato del sogno e vi abbinava un numero da giocare. Inizialmente io cercavo sempre cose tipo "fantasma", "morte", "sangue", "spettro", "mostro"...


Proprio dedicata al Lotto era la terza parte: un po' di storia riguardante il gioco, il regolamento, le combinazioni e poi tutta una serie di metodi: dai quadrati matematici alle piramidi, dalle figurazioni ai numeri della Sfinge. Tra i nomi menzionati, abbiamo Barba-Nera (sic) e Rosenkreutz.

Aggiungi didascalia
Chiudeva un'appendice, chiamata "L'angolo dei maghi": oroscopi, talismani, chiromanzia, tarocchi e i Passatemi di Madame de Tebe. Uno spazio finale dedicato, precisamente, a chi "ha l'hobby della magia".


Per tutte le pagine scorrono illustrazioni molto particolari, che seppero catturare la mia attenzione e che oggi amo. Ma non solo: Campi Editore di Foligno si occupava anche di altre pubblicazioni, pertanto, disseminate nel libro, vi erano delle pubblicità particolari: il calendario di Barba-Nera (sic), Lettere d'amore per lui e per lei di Luciana Peverelli, Il libro del Destino (la cui copertina ricorda tantissimo certi volumi oggi rintracciabili nelle bancarelle sul lungomare), il famoso Metedo Bona per la musica.


Insomma, un libro che per me è molto più di un libro: da una passione me ne ha portate tante altre, e ogni volta che lo sfoglio mi sembra davvero di essere in un altro tempo, sospeso magicamente.

[SERIE TV] Power Rangers Zeo, la retrospettiva

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Riprendiamo con le analisi, stagione per stagione, dell'Era Zordon dei Power Rangers.
E riprendiamo proprio con la quarta serie, Zeo, che di fatto rappresenta una vera rivoluzione sotto vari aspetti.
Il brand era stato all'apice del successo, come abbiamo visto: ora la fama si era assestata ma c'era ancora qualche frutto da raccogliere, quantomeno in America...


DOVE ERAVAMO RIMASTI?

Ecco le precedenti analisi: tra vecchi progetti mai andati in porto e il clamoroso successo, questa è la storia delle prime tre stagioni dei Mighty Morphin Power Rangers (+ Alien!)

PRODUZIONE

Dopo la fama ottenuta negli anni appena precedenti, con la rangermania culminata col film cinematografico, il brand si appannò non poco. Un calo fisiologico, a cui la Saban cercò di portare rimedio. Varie ipotesi furono vagliate; alla fine si decise di comprare dal Giappone la serie in costume Chōriki Sentai Ohranger e utilizzarne il footage per continuare le imprese degli americani Power Rangers. Nemmeno questo cambiamento -peraltro il primo vero cambiamento totale nella storia del marchio- funzionò troppo, così la casa di produzione giocò un'ultima carta vincente: riportò in scena un vecchio protagonista, amatissimo dal pubblico e fuori dai giochi da tanto tempo...
Zeo va in onda per 50 episodi, dalla primavera all'autunno del 1996.

LA STORIA

Diretta continuazione della saga precedente, Power Rangers Zeo ricomincia lì dove avevamo lasciato i nostri eroi: la vittoria dei nemici e il Centro di Comando completamente distrutto.
Ma i ragazzi recuperano il Cristallo Zeo e trovano la segreta Camera di Comando sotterranea: Zordon e Alpha sono lì, al sicuro. Nuovi poteri investono quindi i Power Rangers, mentre sulla Luna i nemici non riescono a godersi la vittoria: Rita e Zedd vengono attaccati -e costretti alla fuga- dall'Impero delle Macchine di Re Mondo.
I nuovi alieni prendono possesso della Luna e da lì sferrano attacchi alla Terra: grazie ai poteri Zeo, Tommy, Adam, Rocky, Tanya e Katherine riescono a difendere il pianeta ancora una volta, con il supporto logistico di Billy (che rinuncia a essere un Ranger ma continua la battaglia in borghese, almeno fino a quando non deciderà di abbandonare la Terra).
Rita e Zedd non stanno a guardare, e tentano più volte di reimpadronirsi del loro impero.
L'arrivo del Gold Ranger, l'alieno Trey di Triforia, consente ai Rangers di vincere diverse battaglie; quando Trey e i suoi poteri sono messi temporaneamente fuori gioco, è il ritorno di Jason a risollevare le sorti degli scontri.
Infine, l'Impero delle Macchine viene distrutto proprio da Rita e Zedd, che riescono a far esplodere la base dei nuovi nemici...

PERSONAGGI PRINCIPALI

RE MONDO
A capo dell'Impero delle Macchine, prende possesso della Luna e vuole conquistare la Terra.
REGINA MACHINA
Moglie di Mondo e madre di Sprocket e Gasket.
IMPERO DELLE MACCHINE
Un esercito di alieni meccanici che darà del filo da torcere sia ai Rangers che ai loro vecchi nemici. In futuro avranno diverse occasioni di rientrare in scena.
LOUIE KABOOM
Mostro al servizio di Rita e Zedd con il quale provano a sabotare i piani di Mondo.
TREY DI TRIFORIA
Un alieno che si nasconde dietro l'identità del Gold Ranger.
AURIC IL CONQUISTATORE
Un robot trovato dai genitori di Tanya su di un'isola remota, è alleato dei Rangers.
JASON
Dopo essere stato il primo Red Ranger della storia, Jason scelse di partire per la Svizzera rinunciando ai suoi poteri: torna in scena dopo molti episodi.

ANALISI

Per la prima volta si assiste a un cambio delle tute per i protagonisti; in parte già sperimentato con i pochi episodi di Alien Rangers, qui però le nuove suit sono indossate proprio dai personaggi storici.
Impossibilitati a consumare ancora il materiale già fin troppo abusato di Zyuranger, gli americani costruiscono su una nuova serie sentai la continuazione delle trame dei Power Rangers, peraltro riuscendo a farlo in modo filologico e in maniera coesa.
Tra le varie sub-storie, abbiamo quella di Billy che -per curarsi dagli effetti di un invecchiamento precoce- va e viene dal pianeta Aquitar degli Alien Rangers (decidendo infine di rimanere lì); c'è anche la trama "rosa" di Tommy, che viene lasciato -via lettera- dall'amata Kimberly. Dopo una iniziale delusione, Tommy stesso sembrerà trovare un nuovo amore con Kat.
Interessante come la produzione non rinunci ai nemici storici (Rita e Zedd, ormai delle icone) ma non possa fare a meno di utilizzare le scene dei nuovi nemici, creando così delle sottotrame che allargano la mitologia alla base dell'opera. Degno di nota il primo vero team-uptra Rangers, perché proprio in Zeo vi è il ritorno degli Alien Rangers protagonisti del precedente arco narrativo.

NOTE FINALI

  • La controparte di Auric il Conquistatore, nella serie originale nipponica, era molto più presente. Purtroppo, interagendo perlopiù con gli attori giapponesi, non si poterono utilizzare molte sequenze che lo vedevano protagonista.
  • Per il personaggio di Billy questa rappresenta l'ultima serie: sebbene sia presente (anche se in maniera discontinua e senza più essere un Ranger), prima della fine della stagione l'attore abbandonerà lo show. In realtà la volontà di David Yost era quella di lasciare subito la serie, ma alcune pendenze contrattuali costrinsero l'attore a tornare per qualche episodio.
  • Power Rangers Zeo vede, tra i suoi cinquanta episodi, la messa in onda della puntata numero 200 dell'intero show.
  • In Italia, Zeo è andato in onda nelle primissime ore della mattina -assieme alla seguente serie Turbo- su Italia 1, a fine 1999. Ormai la Mediaset non puntava più sui Rangers, che nel nostro paese avevano esaurito tutto il potenziale. Di contro, il magazine dedicato ai riassunti degli episodi continuarono ad andare in edicola regolarmente prima del 1999: gli italiani videro i nuovi costumi prima su rivista che in tv.

Se ami i Power Rangers leggi anche

[ARTE] Family Dog: i poster psichedelici anni '60

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Vi ho parlato proprio ieri de Il Libro dei Sogni che ho in casa dal 1968.
E vi ho detto di come mi abbia fatto appassionare a varie cose lì trattate.
La particolarità di quel volume, però, erano i disegni: una scelta bizzarra ma particolarmente azzeccata che andava dall'immenso Aubrey Beardsley fino alle mitiche Ears di Lee Conklin.

Ebbene, oggi parliamo proprio di poster psichedelici che pubblicizzavano esibizioni musicali dell'epoca...

Quando da bambino sfogliavo Il Libro dei Sogni, cercavo di capire chi fossero gli autori delle illustrazioni riportate.
Alcune immagini non avevano firma, e scoprii solo molti anni dopo che per alcune si trattava di Beardsley, grazie alla parallela passione per Edgar Allan Poe, di cui l'artista illustrò vari racconti (qui per saperne di più).


Per altri disegni c'erano firme illeggibili; mente era possibile risalire solo a Lee Conklin e Jack Hatfiled.
L'unico altro disegno noto era il gatto nero del celebre cabaret  Chat Noir parigino. Ma a quei tempi internet non c'era e le ricerche non erano così semplici.
Però, quasi illegibile e minuscolo tra le illustrazioni che consumavo con gli occhi, vi era un logo: esattamente quello che vedete in alto: Family Dog.
Appena ho potuto cercare qualcosa in più, mi si è aperto un mondo.

La Family Dog è un collettivo di artisti messo su da un promoter musicale di San Francisco, nel 1966.
Lo scopo era quello di creare grandi eventi rock, così questa comune di hippies organizzava serate al Fillmore Auditorium e all'Avalon Ballroom, due centri della controcultura dell'epoca.
Gli artisti della Family Dog si impegnarono nel realizzare anche i poster promozionali delle varie serate: alcuni di questi disegni, assolutamente onirici e psichedelici, erano proprio quelli che io avevo conosciuto nel libro!

Certo, in Italia sono stati ritoccati graficamente al fine di togliere ogni riferimento a gruppi musicali, date e serate: insomma, tolsero ogni tipo di scritta originariamente presente, lasciando soltanto il disegno.
Tranne in un caso, che forse l'adattatore italiano non riuscì nemmeno a notare:


Come potete vedere, nella stringa in alto si legge, con un po' di attenzione, November 1967.
E infatti il poster originale pubblicizzava un evento in quella data: un concerto dei Canned Heat.


E così via, ecco altri esempi:

immagine 1: tratta da Il Libro dei Sogni; immagine 2: locandina originale

immagine 1: tratta da Il Libro dei Sogni; immagine 2: locandina originale (è curioso notare come in Italia abbiano "specchiato" il disegno)

La Family Dog Productions, negli anni, ha organizzato serate con nomi del calibro di Janis Joplin, The Doors, Barry McGuire, The Kinks, Velvet Underground, Canned Heat, Kaleidoscope, Quicksilver Messenger Service, Grateful Dead, Jefferson Airplane e tantissimi altri.

I loro poster promozionali, vera arte della controcultura, sono oggi pezzi da collezione.

[VIDEOCLIP] Moments in love (Art of Noise, 1985)

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Se c'era una canzone che riusciva a darmi un senso di inquietudine, durante l'infanzia, questa era Moments in love degli Art of Noise.
Brano del 1985, era talmente famoso da essere stato suonato anche al matrimonio di Madonna.
Durante tutti gli anni '80 e i primi anni '90 è stato utilizzato continuamente nelle pubblicità e nei programmi televisivi.


Ad esempio, appare nella soundtrack del telefilm Valentina, ispirato all'omonimo fumetto di Crepax.
Ma non solo: era spesso la colonna sonora delle intro dei cartomanti sulle tv private.
Forse proprio questo senso etereo e smooth, questo sound un po' particolare che utilizzava elettronica e rumori, colpiva molto la mia immaginazione di bambino.
In effetti, ancora adesso trovo Moments in love più inquietante che romantica.

Dietro agli Art of Noise c'era addirittura Trevor Horn dei Buggles, che proprio pochi anni prima era salito alla ribalta con Video killed the radio star.
Moments in love resta un piccolo gioiello chill out, che pure nel video regala una certa visionarietà: due pattinatori su ghiaccio si esibiscono di fronte a dei giudici e musicisti assurdi. Anche un certo gusto per il simbolismo è presente nel videoclip, con una tartaruga che appare più volte.
La scritta don't be afraidè poi un consiglio che non sono mai riuscito a mettere in pratica, ascoltando questo pezzo...



Ami i videoclip, i ricordi e le emozioni? Leggi anche

[ANIMAZIONE/FUMETTO] Disney e Dalì: da Destino a Topolino

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Prendete il mio artista preferito di sempre.
Prendere il mio animatore preferito di sempre.

Il primo, così onirico, visionario e geniale.
Il secondo, così fantasioso, eclettico e originale.
Fateli incontrare: i baffi del primo, i capelli impomatati del secondo.

Mischiate la mente che sciolse gli orologi con la mente che creò Topolino.
Salvador Dalì e Walt Disney: storia e storie di un sodalizio artistico.


1945, L'INCONTRO

Dall'Europa a Los Angeles: giunge in volo (sicuramente anche mentale) il celebre Salvador Dalì.
Il pittore che ha sfumato la realtà incontra l'imprenditore che ha concretizzato la fantasia: Walt Disney.
Da queste due menti nasce un'idea.
Un'idea che diventa progetto.
In otto mesi, lo stesso Dalì e l'artista John Hench realizzano i bozzetti preparativi di questo progetto, che si tramuta anche in un test di pochi secondi. Ma la Seconda Guerra Mondiale era più forte di qualunque fantasia e la crisi che ne deriva colpisce fortemente gli studios disneyani.

1999

Fu Roy Disney, in tempi migliori, a riprendere in mano il progetto: avvalendosi degli appunti scritti da Gala, moglie di Dalì, gli animatori disneyani riuscirono a decifrare i vecchi storyboard del 1945.
E così, dopo tre anni di lavoro negli studi Disney parigini, per la regia di Dominique Monfrey vede la luce, finalmente, il progetto congelato per troppo tempo.


2003 - DESTINO

Ed ecco quindi Destino: la storia di una ballerina che si muove in un deserto dalle forme strane e sognanti, tipiche dei tratti dell'artista spagnolo.
Sei minuti d'animazione di alto livello che valsero un premio al festival di Annecy e una nomination agli Oscar.
Formiche che diventano ciclisti, piramidi, conchiglie, spirali, pavimenti a scacchi, meridiane, statue e forme in perenne e plastico mutamento.
Rivediamolo assieme: assistiamo alle opere di Dalì che si animano, muovendosi sempre con malinconica grazia surrealista:


2010 - TOPOLINO

Sul numero 2861 del 28 settembre 2010 del magazine Topolino, ecco che Roberto Gagnor, su disegni di Giorgio Cavazzano, scrive la storia Topolino e il surreale viaggio nel Destino.
Una storia meta-fumettistica anzi meta-disneyana: siamo nel 1946 e proprio zio Walt (con Topolino, Paperino e Pippo disegnati nello stile dell'epoca) incontra lo stravagante Salvador Dalì.
Questo incontro partorisce le idee più varie, e il trio di animali antropomorfi si ritrova catapultato -suo malgrado- nei mondi di Dalì.


Un fumetto che è più un sentito omaggio, una storia che racconta la nascita di Destino ma non solo: è anche un viaggio pazzo e simpatico che sicuramente sarà riuscito ad avvicinare i più piccoli all'opera dell'artista spagnolo.


[ME] now! il punto della situazione

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Ho trovato in rete uno schema molto carino da riproporre: un punto della situazione generale sulla vita.
Visto su Hand of Doom, a sua volta ripreso da Anima di Carta, vuole essere una fotografia del momento che stiamo vivendo.
E siccome per me questi giorni sono quelli di "fine stagione", mi sembra il periodo giusto per fermarmi e riflettere!

VITA PRIVATA

L'ultimo anno è stato abbastanza turbolento, sentimentalmente parlando. Solo a inizio estate qualche guizzo interessante -ma anche abbastanza esilarante-, per il resto ho deciso di non pensarci e di concentrarmi su altre questioni. E ora, dai, pare che il capitolo turbolento sia terminato: vedremo cosa succederà!

BLOGGING

A meno di un mese di distanza dal dodicesimo compleanno del Moz O'Clock e dall'inizio della sua tredicesima stagione, posso dire che l'ultimo anno, anno e mezzo, sia stato per il blog il periodo migliore. Non solo parlando di freddi numeri, che pure ci sono stati. Ma interazioni, soddisfazioni e articoli corposi/speciali sono stati tanti. Sto già mettendo a punto il menù della nuova annata, e voglio continuare a proporre sempre più qualcosa di diverso, di particolare e di inedito.
Mi concentrerò molto sui post in serie, non per forza collegati tra loro: ho pensato già a nuove rubriche molto pop!

LAVORO

In questo preciso momento sono in un limbo: terminato il lavoro estivo, sto aspettando di iniziare con un nuovo impiego. Nel frattempo aiuto un amico in un negozio, mentre stiamo risistemando i locali del centro di aggregazione giovanile che, pare, dovrò appunto gestire. Anzi, tornare a farlo, dopo circa tre anni di "assenza": sono veramente a mille anche perché potrò/dovrò sbizzarrirmi nel proporre attività e piccoli eventi! Avremo una web radio (che utilizzerò anche privatamente, per il blog), spazi ripensati secondo le nuove esigenze e una marea di novità ludiche!

SALUTE

Inutile dirlo, quest'ultimo periodo è stato mentalmente stressante.
Ora lo stress si è trasformato in euforia ed eccitazione in vista dell'immediato futuro. Ma porto ancora i "segni" del poco riposo mentale e di attimi un po' deprimenti che ho vissuto da un anno a questa parte. Però ecco, sembra già tutto alle spalle, per fortuna!

PROGETTI

Correlati al lavoro sto studiando diversi progetti scolastici e non.
Sono risultato idoneo per qualche ora di insegnamento/affiancamento in un corso universitario, cosa che non so se e quando poi effettivamente si concretizzerà (la precedenza, pare, sia dei docenti interni). Ho seriamente intenzione di concludere la stesura di un romanzo lasciato fin troppo nel cassetto; parallelamente stavo anche scrivendo un saggio su un'opera, ho anche contattato un editore: vedremo. Intanto, sto aprendo decine di profili su G+ e decine di blog diversi per autoincensarmi, che serve sempre. Scherzo, ovviamente!

E voi? Cosa scrivereste nel vostro punto della situazione?
Ditelo nei commenti o -perché no- con un post!

[SIGLE TV] Niente paura, c'è Alfred! (C. D'Avena 1990)

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Coproduzione giappo-olandese, l'anime "La grande storia d'amore di un piccolo papero: Kwak il papero" che noi abbiamo per una volta accorciato in "Niente paura, c'è Alfred!"è andato in onda a inizio anni '90 riscuotendo un buon successo.
A cantare la sigla italiana del papero -il cui cognome è una buonissima birra rossa- fu Cristina D'Avena.

Il cartoon lo ricordano in pochi, ma questi pochi lo ricordano con piacere.

Tratto da uno spettacolo teatrale, raccontava in 52 puntate la storia del papero Alfred J. Kwak, che perde la famiglia e viene cresciuto da Enrico la talpa.
Nel corso degli episodi, Alfred si ritroverà a fronteggiare proprio coloro che gli hanno portato via gli affetti più cari, tra nuovi amici e nuovi nemici.

La serie è particolare per i temi trattati: pur essendo una storia destinata ai bambini, si affrontano tematiche serie e importanti come la morte, il razzismo, la dittatura, la povertà, la discriminazione, i giochi di potere, i giochi della politica, la democrazia.
Molti sono gli accenni a fatti reali, dal nazismo all'apartheid, spiegati sempre in modo chiaro, mettendo gli animali al centro della scena.

La serie, da noi, è andata in onda nel contenitore Bim Bum Bam a un anno dalla messa in onda giapponese e olandese, avvenuta nel 1989.
Se vuoi riscoprire altri cartoons dimenticati di quel programma, leggi

[IL CERCARICORDI] She-Ra, la seconda stagione storica: esiste in italiano?

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Ciao Clockers!
Nuovo appuntamento con la rubrica Il Cercaricordi, ossia lo spazio dedicato alle ricerche (difficoltose e ardue anche nell'epoca di internet) che riguardano ricordi d'infanzia e dettagli di cui pare non esservi più traccia!
Oggi ospito una vera blogstar, uno dei blogger più seguiti della rete: SuperGoku267!
Ebbene, lui ha assoluta certezza di aver visto, doppiate in italiano, almeno alcune puntate della seconda stagione di She-Ra, sebbene ufficialmente tali episodi non dovrebbero mai essere arrivati da noi.
Qualcuno può aiutarci?

SHE-RA, STAGIONE 2 (1986)

Il problema riguardante la seconda stagione di She-Ra in italiano esplose a metà anni 2000 circa, quando iniziarono a uscire i dvd dell'intera serie dei Masters of the Universe.
Ci si accorse, in quel momento, che quegli episodi doppiati in italiano... non esistevano.
Se ne cercarono ovunque i master (of the Italy, in questo caso), ma niente.
Uscì persino fuori che a doppiare la protagonista, per questa ultima tranche di 28 episodi, potesse essere stata Cinzia De Carolis (voce di Lady Oscar), ma lei non ricorda; dunque niente: nessun vero riscontro e nessuna prova. La seconda stagione animata di She-Ra è, ufficialmente, inedita nella nostra lingua.
Ma...

alcuni fotogrammi dalla seconda stagione

RICORDI SPARSI

Ebbene, SuperGoku267 mi ha messo la pulce nell'orecchio: in effetti qualcosa non quadra nemmeno a me.
Io per primo ricordo benissimo di aver visto, su Italia7 TVQ (fine anni '80 / inizio anni '90) l'episodio intitolato Romeo e Glimmer. Ma anche quello con Frosta che fa il filo a He-Man, cosa che all'epoca mi colpì molto.
Mentre il nostro amico ricorda di aver visto -oltre questi due- anche molte altre puntate che ufficialmente non dovrebbero esistere nella nostra lingua: Il giorno dei fiori, La casa di Sweet Bee, L'ombra di Orko, Assalto all'alveare, Il cucciolo di Swifty.
Inoltre, piccola curiosità: nei dvd italiani (curati dalla Dolmen, che ha raccolto solo gli episodi della prima stagione) l'episodio numero 10 del 1985 (Il Bosco dei Sussurri è in pericolo!) è stato inserito senza doppiaggio in italiano, eppure quella puntata venne regolarmente doppiata (e dovrebbe apparire anche in una vecchia vhs della Stardust).

il caporale Romeo degli Horde: posso giurare di averlo visto anche in Italia...

DUE DOPPIAGGI?

Come per la serie di He-Man and the Masters of the Universe, divisa in due stagioni (del 1983 e del 1984), potrebbe darsi che She-Ra sia stata affidata a due studi di doppiaggio diversi?
Così come per He-Man che ha, da noi, due voci (Teo Bellia e Mario Cordova), magari la stessa cosa può essere successa anche per She-Ra?
Su questo posso essere abbastanza certo: no, almeno non subito, perché sebbene io stesso abbia visto almeno due episodi della seconda stagione, li ho visti assieme a quelli della prima. E, se le voci fossero risultate diverse, me ne sarei accorto. Anche perché pure la sigla sarebbe stata diversa (difatti, per He-Man, ne esistono due versioni distinte, in italiano).
Ma ciò non toglie che un doppiaggio diverso potrebbe essere stato ascoltato in trasmissioni successive...

Frosta gelosa di He-Man che soccorre Sweet Bee...

COS'È SUCCESSO?

Difficile stabilire quale sia la realtà, perché non vi sono tracce.
La mia ipotesi è che alcuni episodi sparsi della seconda stagione, non tutti e 28, siano arrivati in Italia assieme alla prima (che era completa).
Però, perché non dovrebbero essere più rintracciati? Strano, no?
Dunque, chiediamo l'aiuto della rete...
La seconda stagione di She-Raesiste o meno, in italiano?

Appassionato di ricerche e ricordi? Leggi anche
Se ami il mondo di He-Man e She-Ra visita anche

[SNACK] i prodotti San Carlo anni '80 e '90

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Quanti e quali sono gli snack in busta che San Carlo non produce più?
Ce ne sono anche di relativamente recenti, ad esempio le Più Gusto Grigliata o Campagnola.
Ma noi dobbiamo tornare indietro nel tempo, per scoperchiare la scatola dei ricordi e immergerci in un mondo sfizioso e croccantissimo che sembra dimenticato!

Prima dell'arrivo della linea Highlander, prima del jingle martellante San Carlo Junior le patatine chi non le mangia non si divertirà, prima di Cracco con la Rustica... c'erano stati dei prodotti che oggi quasi nessuno ricorda più.

DUE A DUE PALLINE ALLA PIZZAIOLA
Le Due a Due esistono ancora. Ma chi ricorda quando costavano 600£ ed erano in due gusti? Sacchetto verde, al formaggio; sacchetto blu, alla pizzaiola. Sempre in formato pallina di mais.
Come logo, un simil-PacMan che le divorava.

così si presentavano le Due a Due (formaggio) nella prima metà dei '90

DUE A DUE ANELLI ALLA PIZZA
Evoluzione delle Due a Due alla pizzaiola, da palline si fecero cerchietti: anelli alla pizza, spariti da circa una decina d'anni.

PONY POP AL FORMAGGIO
Visti sempre e solo in bustoni da supermarket, formato trasparente, erano i soliti pop corn della San Carlo ma... gialli, quasi arancioni: perché insaporiti al formaggio. Li cerco da una vita, mai più mangiati da allora...

RING
Parte della serie "snack" assieme alle Rodeo, B-Bacon, Cross e via cantando, i Ring erano né più né meno che i futuri anellini di mais alla pizza di cui vi ho parlato.
Ma prima si chiamavano, appunto, Ring. Scomparsi a cavallo tra gli anni '80 e '90.

SNACK COMPOSTO "PATATINA + SALSA"
E ora un qualcosa che nessuno sembra ricordare. Probabilmente un test aziendale effettuato in poche parti d'Italia, era un tris di prodotti con piccole vaschette di salse incorporate nella confezione.
C'era la maionese aromatizzata, la maionese normale e qualcosa che non ricordo, con tre generi di patate diverse (ad esempio Rustica o Grigliata).
Ho chiesto più volte alla San Carlo ma non mi hanno mai risposto a riguardo...

Voi ricordate questi prodotti?
Avete in mente qualche altro snack San Carlo del passato che oggi non esiste più?

Se ami questo genere di post, leggi anche

[ICONE] Saiwa, Energie, Chupa Chups: quali artisti dietro questi marchi?

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Giusto qualche giorno fa abbiamo parlato dell'incontro tra Walt Disney e Salvador Dalì, che ha permesso la nascita dell'opera Destino (qui per saperne di più).
Ecco, Dalì era così versatile che fu chiamato a realizzare anche la versione definitiva del logo di un noto marchio.
E non è certo l'unico artista contemporaneo che ha avuto a che fare con prodotti famosi.
Scopriamo assieme chi c'è dietro alcuni nomi o loghi di importanti marchi che usiamo tutti i giorni!

SAIWA

Vi siete mai chiesti cosa significa Saiwa, marchio di celebri biscotti con cui sicuramente avrete fatto delle zuppe di latte favolose?
Ve lo dico io: Società Accomandita Industria Wafer Affini.
Che era proprio il nome con cui si chiamava la casa di produzione dei biscotti Oro e Urrà.
Fino a che qualcuno non suggerì di abbreviare il tutto: di chi si tratta?
Ma è lui, mister Gabriele D'Annunzio!
Già noto per aver inventato parole e sigle in giro per l'Italia, il Vate si occupò peraltro anche delle campagne pubblicitarie dell'industria di biscotti piemontese che tanto amava.

ENERGIE

Hanno dettato legge per tutti gli anni '80 e '90, io li indosso ancora perché rispecchiano esattamente il mio stile: parlo dei capi d'abbigliamento targati Energie.
Ebbene, voi sapete quale noto fumettista italiano ha avuto a che fare con questo marchio, canonizzandone il logo spigoloso (sopravvissuto per anni)?
Si tratta nientepopodimenoché di Andrea Pazienza.
Esatto: a fine anni '80, il Paz nazionale illustrò delle avventure sponsorizzate Energie; inoltre, il principale negozio romano di jeans allestì tutto con le illustrazioni del compianto disegnatore.

CHUPA CHUPS

E torniamo al surrealista Salvador.
I lecca-lecca Chupa Chups nacquero nella sua Spagna, e da lì si diffusero ovunque.
E proprio quando il marchio stava per svalicare in Francia e sbarcare negli States, fu chiesto all'artista spagnolo di disegnare un marchio definitivo che potesse essere usato ovunque, riconoscibile e universale.
E così, nel 1969, ecco che Dalì -amico di Eric Bernat proprietario dell'industria dolciaria- disegna la margherita e il logo che richiama i colori della bandiera nazionale.


[GIOCHI] A Spot Playlist: i 3 giocattoli desiderati e mai avuti

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Oggi post in tandem: si parla di giocattoli!
Da me trovate gli spot dei tre oggetti del desiderio mai avuti, mentre da Sara (a questo indirizzo) trovate lo stesso... ma in versione ovviamente femminile!
Quindi, beccatevi le pubblicità dei giocattoli che tanto ho bramato, ricordandovi di passare anche da Sara per scoprire quali erano i giochi che non ha mai ricevuto.
Immergiamoci nei ricordi: pronti? Via!

CASTELLO GIALLO LEGO

Prima della vera linea Castello, la Lego produsse questo playset. Eravamo negli anni '70, e questa confezioneè rimasta nella storia.
Ricordo che era esposto in un negozietto nel centro storico della mia cittadina, un luogo che peraltro è teatro di un mio sogno ricorrente.
I miei erano stati più volte tentati di acquistare questo playset, ma non se ne fece mai nulla...

ok, non è proprio una pubblicità ma lo spot non esiste...

L'ISOLA DI FUOCO

Il gioco di società più amato degli anni '80... l'ho solo giocato, mai avuto. E l'ho giocato pochissime volte.
Nel 2005 ne trovai una confezione in un negozietto che oggi non esiste più... mi mangio ancora le mani. Per fortuna che, come vi ho anticipato, sta tornando (vedi qui).
Riguardiamoci lo spot!

ETERNIA

Uno dei più grandi playset mai realizzati, sicuramente il più grande playset mai realizzato per i Masters: Eternia - The Ultimate Battleground era il sogno di chiunque amasse He-Man e Skeletor.
Enorme, composto di tre torri interconnesse da una monorotaia, poteva essere il teatro definitivo di ogni battaglia. Sfiorato un Natale di tanti anni fa, me lo stavano per comprare ma rimase sullo scaffale.
Ecco lo spot americano dell'epoca.



EXTRA - SLIME PIT, LA TRAPPOLA DELL'ORRORE

E finiamo con un extra: sempre desiderato, sempre sfiorato, mai avuto.
Fino a che, un giorno, non lo ottengo: era lo Slime Pit della linea Masters of the Universe, di cui vi ho raccontato tutto qui.
Ecco lo spot italiano:


E voi che mi dite?
Ci sono giocattoli che avete sempre desiderato ma non avete mai ottenuto?
Se sì, quali?
Ma prima di rispondere... ricordatevi di passare anche da Sara!

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[°°PoP CoRNeR°°] Natale in anticipo?

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Ma già vedo pandori e panettoni
impilati nei supermercati
a ricordarci che a Natale mancano due mesi.
Due mesi, appunto, e non ho mai capito
cos'è questa moda dell'anticipare così tanto.

Il Natale è una magia e le magie non si possono
allungare,
la magia è incantesimo che dura il tempo giusto
che sennò poi non c'è gusto
nel viver quei giorni.

Il Natale va bene da dicembre
che prima c'è Halloween e il ponte di novembre
e poi ancora San Martino
tra castagne e vino in attesa dell'inverno.


°°PoP CoRNeR°° è la celebrazione del Moz O'Clock vintage!
°°PoP CoRNeR°° vi riporta il MikiMoz dei primi anni!
°°PoP CoRNeR°° è un flusso anarchico e senza schemi
°°PoP CoRNeR°° ha la forma del blogging di un tempo!
°°PoP CoRNeR°° è un post inedito, scritto come nel 2006-08

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[SERIE TV] i telefilm fighi prima della moda

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Certo, ormai lo sanno anche i sassi: a cambiare modo di intendere la serialità televisiva fu Twin Peaks, nel 1990. 
Da allora, però, ci sono voluti circa dieci anni per vederne i principali frutti.
Telefilm di alta caratura e di grande valore, che però sono arrivati prima della fastidiosa esplosione modaiola delle serie tv.

Prima dello streaming, prima di Netflix, prima del bingewatching. Prima di Game of Thrones, di Breaking Bad, di The Walking Dead, a cavallo di Lost.
Serie innovative, con nuovi linguaggi, che hanno fatto da apripista: ma proprio perché ancora non c'era una moda, qualcuno se le è dimenticate per strada: riscopriamole insieme...

THE SHIELD

Protagonista pelato, esercita un mestiere rispettabile ma di nascosto fotte la legge. Ok, lo fa per garantire un futuro alla sua famiglia, ma diventa sempre più avido. No, non è Breaking Bad, ma il suo padre spirituale: The Shield.
Stessa struttura, molta più adrenalina. Le avventure del detective corrotto Vic Mackey hanno tenuto incollati alla sedia tantissimi fan, grazie anche a una regia nervosa e a trame senza freni.
Nel cast, Micheal Chiklis, Walton Goggins, CCH Pounder, Glenn Glose e Forest Whitaker.

NIP/TUCK

Sean e Christian sono due chirurghi plastici di Miami. La serie, in cento episodi, segue le loro vite sia lavorative che private.
Un'opera giudicata spesso eccessiva e scabrosa, ha visto tra i casi clinici anche il sosia di Micheal Jackson e un uomo che, a causa della mole e dell'immobilità, si era letteralmente fuso con la poltrona.

THE WIRE

Giudicata come migliore serie poliziesca degli ultimi anni, rivoluzionaria come fu Hill Street Giorno e Notte, The Wireè proprio ciò che significa: la cimice. Perché si tratta di uno spaccato realistico di indagini su droga, corruzione, sistemi che non vanno. Indagini fatte appunto di microspie e attese, intercettazioni e missioni.
In un teatro urbano livido e cinico: la città di Baltimora.

OZ

Oz is the old black. Dramma carcerario che viene prima anche di Prison Break, iniziò nel lontano 1997.
La dura vita di prigione, all'interno del braccio denominato Il Paradiso, del carcere di massima sicurezza Oswald.
Qui, tra violenze e brutalità, i detenuti tengono ancora le fila di movimenti illeciti, dentro e fuori il carcere.

I SOPRANO

Imprese e paranoie di Tony Soprano, boss della malavita italo-americana, in cura da uno psicoanalista.
È dura, dopotutto, dove tenere sotto controllo la famigghia, le cosche rivali in ascesa, e l'F.B.I. che ti dà la caccia.
Il protagonista è ottimamente interpretato da James Gandolfini, che tra agguati, violenze e anche normalissimi momenti famigliari, ripercorre la sua vita in cerca dei motivi della sua ansia.

SIX FEET UNDER

Un'agenzia di pompe funebri, un gran bel modo per esorcizzare la paura della morte.
È questo che devono aver pensato, mettendo in scena le avventure dei Fisher: alla dipartita del padre, due fratelli prendono in mano l'impero cassamortaro della famiglia. Ogni episodio si apre con un decesso, tra i più disparati.
La morte non fa più così specie.
Nel cast, Micheal C. Hall e Freddy Rodriguez.

DEXTER

Sempre Micheal C. Hall, lanciatissimo, divenne il serial killer dei serial killer in questa serie tv di grande fama. Una Miami a metà tra quella di Sonny & Rico e la plumbea deriva della follia, la Scientifica chiamata a compiere indagini, la polizia costretta a inseguire assassini e giustizieri.
Il tutto si incarterà sempre di più, fino all'epilogo.
Dexter è tratto da alcuni romanzi.



E voi quali di queste serie avete visto?

Ami la tv del passato? Scopri

[ICONE] Masters of the Universe, tutte le linee (giochi, fumetti, cartoons) per una grande storia

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Circa un anno fa mi imbarcai nella titanica impresa di raccontare tutta la storia dei Masters of the Universe, dal principio alla fine (qui per rivedere il riassunto).
Ma la storia va avanti con nuovi dettagli, e peraltro anche io ne tralasciai alcuni già all'epoca.
Così, mi sono detto se non era il caso di tornare sull'argomento.
E, mentre comunque ho in programma di espandere quel riassunto, ho pensato anche a una serie di post che, fazione per fazione, raccontassero la storia di Eternia, Etheria e i loro personaggi.
Quello che segue può essere considerato quasi un post introduttivo di questo nuovo progetto: andremo a rivedere tutte le linee (giochi, fumetti, cartoons) che dagli anni '80 a oggi hanno contribuito alla storia generale di He-Man and the Masters of the Universe!


GIOCATTOLI E MININICOMICS (1982-1987)

Le action figures, i playset, gli accessori e i veicoli dei Masters giunsero nei negozi in 4 ondate, dal 1982 al 1987.
Allegati ai giocattoli vi erano anche dei fumetti, i minicomics.
I primi 4 (che erano in realtà racconti illustrati), distribuiti con la prima wave di action figures, raccontavano una storia molto diversa sulle origini di He-Man e la natura di Skeletor.
Questa versione lasciò via via spazio al mondo dei Masters per come sarà conosciuto tramite la serie animata, introducendo però personaggi e concetti totalmente ignorati in televisione.
Si giunse infatti a raccontare anche l'arrivo degli Uomini Serpente e quindi degli Horde, fino agli ultimi numeri che vedono l'introduzione delle Tre Torri, del segreto di Keldor e del viaggio nel passato: tutti elementi che però morirono lì, senza essere sviluppati.


LA QUINTA WAVE (1987)

Ideata per continuare l'uscita di nuovi giocattoli, era un nuovo blocco di personaggi in realtà composto da pezzi in parte riciclati dai precedenti; non ha mai visto la luce.
il malvagio Terroar contro Plasmar


THE POWERS OF GRAYSKULL (1987)

Con l'idea di rilanciare il brand, si pensò di spostare l'attenzione sul passato, a Preternia.
Qui avremmo conosciuto l'antenato di He-Man, il mago He-Ro, già in lotta contro gli Uomini Serpente in una Eternia preistorica.
Vennero idati i nuovi packaging e il nuovo logo, furono mostrati anche i prototipi di alcuni personaggi, ma di tale linea uscirono -quasi ovunque sotto il normale marchio Masters of the Universe- solo pochi esemplari: qualche dinosauro e i due giganti, questi ultimi principalmente in Italia, dove i Masters godevano ancora di un enorme seguito.
La storia doveva riallacciarsi a quella vista nell'ultimo minicomic della linea originale.


SERIE ANIMATA 1983-84

Proposta a diverse emittenti e più volte rifiutata, trovò il suo immenso successo in syndacation: la serie animata He-Man and the Masters of the Universe conta due stagioni e da qui viene stabilita ufficialmente l'identità segreta Adam/He-Man e viene fissato molto del mondo eterniano.
Di conseguenza, pur continuando per la loro strada, anche i fumetti in corso (minicomics, DC comics, quelli visti da noi sul magazinePiù e il suo gioco) si adeguano mano a mano. 


GIOCATTOLI E MINICOMICS SHE-RA (1985-1987)

Nel 1985 la Mattel decise di ampliare il mondo dei Masters con l'idea di una linea maggiormente femminile. Con la Filmation diede seguito e spin-off alla serie animata di He-Man creando il personaggio di She-Ra, che debuttò nel film Il Segreto della Spada (che fa da ideale ponte tra le due serie). Nei negozi arrivarono anche i giocattoli della linea Princess of Power: una serie di bambole (con solo un personaggio maschile!) anche abbastanza diverse dalla controparte targata Masters.
I minicomics allegati, tranne il primo, non facevano più riferimento al mondo di He-Man se non vagamente, concentrandosi sulle avventure in rosa di She-Ra e amici contro la perfida Catra.


SERIE ANIMATA SHE-RA 1985-86

A stabilire meglio una storia precisa per She-Ra, legandola indissolubilmente al mondo dei Masters, furono le due stagioni della serie animata Princess of Power (a proposito: la seconda stagione esiste in italiano? Scopri di più!).
Continuando idealmente a parlare anche di He-Man e gli altri personaggi di Eternia, sposta però l'azione sul pianeta Etheria, con la scelta azzeccata di contrapporre ai buoni proprio gli Horde dei Masters, mai sfruttati prima in animazione.
Anche questa serie, come quella di He-Man, non ha una vera e propria continuity (se non vaghi accenni orizzontali) e non ha un vero e proprio finale.


NEWSPAPER STRIPS (1985-1989)

Vi parlai qui (click!) del volume che raccoglie tutte le strisce a fumetti quotidiane apparse in America.
Parallelamente al cartoon, e con lo spirito dello stesso ma aggiungendo dettagli vari, uscirono queste strips a fumetti sui giornali dell'epoca. Peraltro, queste storie hanno il pregio di allacciarsi alla futura New Adventures of He-Man.


I DOMINATORI DELL'UNIVERSO (1987)

Il successo del brand portò la Cannon a mettere in cantiere un film live-action sul mito di He-Man.
Per motivi di budget, molte cose vennero riadattate alle nuove esigenze; dal tecno-fantasy barbarico si passò a uno stile più space-opera con evidenti richiami a Star Wars, e gran parte dell'azione fu spostata sulla Terra. Ma qui vennero introdotti nuovi personaggi e oggetti (come la Chiave Cosmica) che finirono anche nella linea di giocattoli originale (e in un minicomic!).


HE-MAN: GIOCATTOLI E MINICOMICS (1989-1991)

In una ulteriore idea di rilancio, dopo aver pensato anche a un He-Man militare (!?), la Mattel reinventa il marchio e da fantasy vira tutto sullo space-fantasy. He-Man e Skeletor partono per lo spazio, guadagnano nuove action figures (più snodate e snelle) e vengono affiancati a nuovi personaggi, buoni e cattivi.
I minicomics raccontano questa battaglia spaziale che però non andrà molto lontano: dopo il clamore iniziale, alcuni giocattoli previsti non vengono nemmeno rilasciati.


NEW ADVENTURES OF HE-MAN (1990-1991)

Ad accompagnare la nuova linea di action-figures e veicoli, venne prodotta anche una serie televisiva che idealmente chiudeva col passato (sebbene in un modo diverso da quello raccontato nei minicomics coevi) e spediva He-Man e Skeletor a farsi la guerra nello spazio. Solo Sorceress meritò più di un cameo e Teela un'ospitata speciale. La serie aveva una stretta continuity ed era anche interessante, ma il cambio di genere e l'aver tagliato i ponti con il narrato precedente non piacque troppo al grande pubblico.


HE-RO, SON OF HE-MAN (1996)

Idea di cui esiste una dettagliata bibbia, doveva essere una serie che rinverdiva il mito di He-Man a qualche anno di distanza dagli episodi storici: Skeletor era stato bandito, Adam e Teela si erano sposati, nuovi Dominatori e nuovi Evil Warriors erano pronti a combattere per Eternia. In mezzo a tutto questo, il ragazzino Dare, figlio adottivo di Adam e Teela che sarebbe diventato He-Ro, il nuovo He-Man.


IL REMAKE (2002)

Un vero e proprio rilancio di He-Man and the Masters of the Universe avvenne nel 2002 con l'omonimo remake, vero e proprio punto di partenza per iniziare a pensare a una storia filologica e ampia. Rispettando totalmente il passato, questa serie ha scandagliato al meglio personaggi e situazioni, creando legami e un passato finalmente definitivo per il mondo dei Dominatori.
Se la serie fosse proseguita, sarebbe stata introdotta anche She-Ra.


CLASSICS: GIOCATTOLI E MINICOMICS (2008-in corso)

Grazie alle action figures della serie Classics, volte a realizzare -in formato leggermente più grande e più snodato- i vecchi pupazzetti ma anche gran parte di quelli mai rilasciati o visti solo tra fumetti e tv, dal 2008 si ha un canone narrativo unico che ha cercato di abbracciare ogni precedente incarnazione dei Masters.
Creando così una storia che parte dalle origini e ancora continua con nuovi dettagli, si è provato a rendere coesa una narrazione che ingloba anche i fatti di Preternia e quelli delle New Adventures, passando per She-Ra e He-Ro.


FUMETTI DC (2012-2016)

Pur rinarrando fatti già noti in chiave più matura, la serie a fumetti della DC ha il pregio di aver introdotto personaggi e situazioni che ritroveremo nel grande canone ufficiale dei Masters.
Si pensi alla guerriera Despara o alla sacerdotessa Saryn, ma anche a una certa mitologia che alterna diverse epoche di dominio deistico.


SHE-RA NETFLIX

Non sappiamo ancora quale contributo potrà dare la nuova serie di She-Ra alla trama generale dei Masters: probabilmente nessuno, essendo questa una rilettura in chiave moderna delle storie della Principessa del Potere; rilettura che tra l'altro stravolge esteticamente anche moltissimi personaggi.

Pronti quindi per rivivere l'intera epopea dei Masters?
Tenete d'occhio il Moz O'Clock!

[SIGLE TV] Rossana (C. D'Avena - G. Vanni, 2000)

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Nell'estate del 2000, ad un certo punto e totalmente a sorpresa, arrivò nel contenitore Bim Bum Bamun nuovo cartone.
Nessuno sapeva niente, solo da una settimana era possibile leggere questo titolo nelle riviste che pubblicavano i palinsesti: Rossana.
Titolo cortissimo, nome italiano, nulla faceva pensare a un nuovo anime. E invece.

Si trattava nientemeno che Kodomo no omocha (Il giocattolo dei bambini), serie animata completamente fuori di testa tratta dall'omonimo manga.
Forse uno degli ultimi guizzi mediasettiani old-school, per adattamenti censure e merchandising, Rossana raccontava la storia di una ragazzina che era già una star televisiva, ma che doveva anche frequentare la scuola come tutti gli altri.

L'anime -così come il manga- affronta tantissimi temi anche importanti, sempre col tono della serie ma mai banalizzati: bullismo, stress sul lavoro, morte, abbandono, cattive compagnie, adozione. E, sul finale, anche l'invisibilità sociale e -sottotraccia-  anche il suicidio.
La serie colpì molto il pubblico italiano sia perché graficamente i protagonisti sembravano essere la versione giovanissima di Miki e Yuu di Piccoli problemi di cuore, sia perché le trame e le trovate erano assolutamente folli, dinamiche e senza freno. Il divertimento era, insomma, assicurato.

La sigla italianaè diventata presto una delle più amate della D'Avena: interessante notare come ciò che si racconta nelle strofe è semplicemente l'inizio delle vicende, ossia ciò che avviene nei primissimi episodi e che non sarà certo indicativo di tutta la serie. Che, difatti, non parla affatto di uno scontro maschi-femmine all'interno della scuola, ma si concentra presto su tutt'altro.

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[ME] Miki e... Halloween

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Avevamo già fatto un lungo giro nel cuore di Halloween, tra religioni e tradizioni (qui per rileggere il post).
Ma oggi vi racconterò di Halloween dal mio punto di vista, o meglio... dal mio vissuto!
Pronti? Si parte!


Immagino che, come tanti di voi -perlomeno coetanei o più grandi- il primo approccio con Halloween è arrivato da film e serie tv americane.
Dopotutto, per quanto festività pagano-celtica mai del tutto scomparsa anche nella cattolicissima Italia, Halloween è qualcosa di americano.
Per lo meno, per come è stato codificato nell'immaginario collettivo.

Ecco, io innanzitutto lego Halloween alla Disney. All'episodio di Paperino con Nocciola.
E a uno special di cui vi parlerò in questi giorni.
Poi, ovviamente, alla mia altra grande passione: i film horror.
E in effetti ce n'era uno che titolava proprio Halloween, di cui Italia 1 mandava in onda senza tregua soprattutto i sequel.

Ma lego Halloween anche al periodo autunnale, quando ancora non fa freddo ma le foglie sono già a terra.
Ricordo le mie prime zucche: le intagliò mia madre (lei era cresciuta con la festa analoga di San Martino, quindi da ragazzina aveva già dato in tal senso), una in Puglia e una la facemmo in Abruzzo.
Avevo circa dieci anni.
La zucca pugliese la lasciammo ardere sul balcone, poi ricordo che la portammo -in auto- a casa di amici di famiglia, a sorpresa. Ovviamente chiedendo "dolcetto e scherzetto"?
Era ancora una cosa molto esotica. Qualcosa che esisteva solo in tv.

La zucca abruzzese invece era al buio, quindi sembrava davvero spettrale. Ricordo che alcune persone si avvicinarono per ammirarla.
Halloween per me sono le scuole medie, sono le vacanze del ponte di Ognissanti.

L'odore di zucca cotta dalla fiamma mi si stampò in mente: anche io ebbi la mia piccola parte di fighezza americana.
Per me Halloween è dunque una sorta di Natale dark: anche qui amo vedere film, stare con gli amici, mangiare dolci.

Special thanks to Vegana Nordcoreana per il disegno in apertura del post!

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[CULT] Il Poema del Vento e degli Alberi, tra poesia e tragedia

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Giunge finalmente in Italia Il Poema del Vento e degli Alberi, fumetto di Keiko Takemiya.
Uno degli ultimi manga considerabili "storici" che ancora non erano mai stati tradotti nella nostra lingua.
Dunque, un viaggio nel passato della storia del fumetto. Ma cos'è Il Poema?
Difficile rispondere in modo preciso.
Io provo a dire la mia...

COS'È IL POEMA

Pubblicato dal 1976 al 1984, insignito di un prestigioso premio nel 1979, Kaze to ki no uta (questo il titolo originale) è un fumetto a tematica shonen ai, ossia d'amore tra ragazzi di sesso maschile.
Bisognerebbe aprire già una grande parentesi per parlare del genere: a chi si rivolge?

Il Poemanasce come fumetto per ragazze: in Giappone l'omosessualità maschile, specie negli anni '70 e specie se con storie ambientate in luoghi lontani, non era che una maschera per sognare semplici rapporti eterosessuali.
Tutto questo potrebbe apparire strambo, ma almeno all'epoca le ragazze giapponesi avevano traslato loro stesse nei personaggi maschili di certi drammi, unico vero modo per vivere con distaccata passione qualche fantasia amorosa o erotica.


DI COSA PARLA IL POEMA
È la storia d'amore tra due collegiali, Serge e Gilbert, entrambi compagni di scuola e di convitto presso l'istituto francese Lacombrade.
Il primo è undiligente studente appassionato di musica, il secondo è un ragazzo luficerino sfrontato e dissoluto. I due finiranno in stanza assieme, iniziando una difficile convivenza che si trasformerà in altro.

Gilbert è ben più, infatti, di quel che appare: denigrato in pubblico ma sfruttato da chiunque, nasconde un duro passato fatto di violenze psicologiche e fisiche.
Serge, invece, è il bravo ragazzo tout-court che prova a capire i comportamenti del compagno, finendo per scoprirsi innamorato di lui.
In tutto questo, i vari altri ospiti del Lacombrade, dai docenti agli studenti. Poi questo dramma storico, ambientato a fine '800, esce dal collegio provenzale per scendere in strada, e qui la vicenda si farà ancora più tragica e dura: promiscuità, droga, abusi, ma anche amicizie vere.

L'OAV: UN CAPOLAVORO DELL'ANIMAZIONE

Nel 1987 venne prodotto un OAV de Il Poema, della durata di un'ora: un mediometraggio d'animazione di rara eleganza e poesia.
Dirige nientemeno che Yoshikazu Yasuhiko, in arte Yas, character designer del primo Gundam.
Quest'opera racconta la prima parte della storia, quella ambientata nel collegio: l'incompiutezza finale è un cerchio che si chiude in modo così tristemente vago da sottolineare ancora di più il decadentismo del titolo.

Il film, che doveva addirittura essere virato tutto in seppia, si avvale anche delle musiche di Chopin e Bach. In Italia è giunto nel 1997 grazie a Yamato Video, ed è stato trasmesso un paio di volte su un canale satellitare che trattava tematiche omosessuali.
Questo OAV è un'opera che qualunque fan dell'animazione in generale dovrebbe vedere.

TEMATICHE

Con personaggi sfaccettati e ben caratterizzati, tanto da essere stati anche ispirazione per il Berserk di Kentaro Miura, Il Poema del Vento e degli Alberiè un'opera tragica e senza speranza, portavoce di un decadentismo poetico e cinico figlio degli anni '70.
Prima vera opera a mostrare abbastanza esplicitamente scene d'amore tra persone dello stesso sesso, aprì le porte a tutti gli altri manga di genere boy's love.

L'autrice si batté fino all'ultimo per vedersi pubblicato il suo manga senza alcuna censura, contro l'iniziale parere dell'editore: ha avuto ragione lei, e ci ha lasciato 17 volumi di rara intensità e raro lirismo.
Volumi che, grazie a J-Pop, sono disponibili (dopo quarant'anni!) anche da noi.
Per capire come certe opere siano nate immortali, capaci di colpire sempre dritto allo stomaco, senza pietà.

[SHOW] Halloween Disney: gli special tra zucche e fantasmi

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Due special tv rispettivamente del 1982 e 1983, molto simili l'uno con l'altro.
Uno dei due arrivò anche da noi (trasmesso sicuramente a metà anni '90 di domenica mattina su Raiuno).
Ma di cosa si tratta? Ve lo racconto io.

Vera e propria compilation di sequenze tratte da altri film o cartoon classics, Disney's Halloween Treat era introdotto da una zucca parlante, adagiata su una tavolata addobbata per la festa.
Si iniziava con una sigla creata per l'occasione, che mostrava varie sequenze disneyane, e poi si proseguiva proponendo quanto più di "horror" c'era nella lunga produzione della Casa del Topo.


Aprivano le danze Una notte sul Monte Calvo tratto da Fantasia, poi la Skeleton Dance e Il vecchio Mulino delle Silly Simphonies.
Si passava ai trucchi di Maga Magò de La Spada nella Roccia.
Non mancava ovviamente la perfida Grimilde di Biancaneve, né l'episodio halloweeniano disneyano per eccellenza: La Leggenda della Valle Addormentata.
Tra queste, si vedevano anche sequenze con Paperino, Topolino e Pluto.
Tra cui ovviamente l'altro episodio halloweeniano disneyano per eccellenza: Paperino contro la strega Nocciola.


Lo special uscì anche in vhs, negli Stati Uniti.


Siamo nel 1982, e questo special ebbe così tanto successo che solo l'anno seguente la Disney lo ampliò, tenendo tutta la struttura ma inserendoci anche pezzi de I Cattivi Disney del 1977.
Entrano così anche altri segmenti a tema, tra i quali quelli con Madame Medusa di Bianca e Bernie, Malefica de La bella addormentata e Willie di Bongo e i tre avventurieri.
Il nome di quest'altro show era A Disney Halloween.


In ogni caso, vi lascio la sigla iniziale di entrambi gli special:




e vi domando: voi lo ricordate? Lo avete mai visto in italiano?
Avete visto tutte le opere citate in questo show?

[GEEK LEAGUE] Il ritorno del vampiro: lo special horror di Sailor Moon

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Tra i tanti special a tema horror delle più famose serie tv, non poteva mancare quello di Sailor Moon.
Oggi torna il Doctor Mouze con la Geek League, per un Halloween fatto di special televisivi!
Mi raccomando, dunque: immergetevi in tutti i post a tema che abbiamo preparato oggi per voi!

IN PRINCIPIO FU IL MANGA

La storia su cui si basa questo episodio speciale della quarta stagione di Sailor Moonè tratto da un altrettanto speciale capitolo del manga.
Che, però, presenta una collocazione temporale diversa così come diversi appaiono i dettagli.

Innanzitutto, il fumetto si svolge ai tempi del secondo arco narrativo e non del quarto (lo si intuisce dagli attacchi utilizzati da Sailor Moon), e vede la guerriera della Luna -affiancata da Sailor V- affrontare e distruggere per sempre due vampire (madre e figlia) che avevano messo nei guai Chibiusa.

L'ANIME

Segmento finale di tre episodi speciali che andarono in onda (in Giappone) dopo la quarta puntata di Sailor Moon SuperS (in Italia Il mistero dei sogni, click!), la versione animata riprende abbastanza fedelmente la storia raccontata nel fumetto.
L'azione si sposta dunque di qualche tempo in avanti rispetto al manga, e la vampira (qui solo la figlia) non è più un vero mostro che agisce per conto proprio, ma una reale ragazzina umana divenuta vampiro sotto l'influsso dei lemuri (il gruppo di nemici, appunto, della quarta serie di Sailor Moon).

LILICA HUBERT

È una ragazzina straniera che si trasferisce nella scuola di Chibiusa. Molto affascinante, scatena gli interessi di tutti i maschi della classe.
I ragazzini fanno a turno per poterla riaccompagnare a casa -una villa in stile europeo, che nel manga è sede di una ambasciata estera- ma nessuno di loro torna indietro.

Quando Chibiusa si rende conto che i suoi amici sono spariti proprio dopo aver interagito con Lilica, e dopo aver visto la nuova compagna far appassire tutti i fiori e addirittura mangiarne uno, si rende conto del problema.
Grazie all'aiuto delle altre guerriere, che sferrano un inedito "attacco all'aglio" il Lemure-Vampiro che possedeva il corpo di Lilica viene sconfitto, e infine debellato dal colpo finale di Sailor ChibiMoon e Sailor Moon.


IN ITALIA

Da noi l'episodio con la vampira Lilica è andato in onda, per la prima volta, il 30 ottobre 1996.
La Mediaset lo mandò in onda dopo la fine della serie Sailor Moon e il Mistero dei Sogni.
In seguito, ha avuto l'onore di diverse repliche.
Voi l'avete mai visto?

Correte a leggere tutti gli altri post dell'Hallowgeek! Di quali altri special tv si parlerà oggi nella blogosfera?

Storie da Birreria
 
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[MIKIPEDIA] ottobre 2018

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Eccoci qui, pronti a iniziare un nuovo mese!
Ma prima, il consueto resoconto fotografico dei trentuno giorni appena trascorsi: ottobre di quest'anno è stato un vero mese di ripresa -anche col blog sono soddisfattissimo- e dunque lascio come sempre le immagini che lo raccontano.

A voi!


Passeggiata pomeridiana (tra i cantieri) per godersi l'ultimo caldo.

Moz & Emidio

L'ultimo barbecue della stagione!

Ivan, Seba, Moz

Serata kebab!

Luca, Stefano, Gius, Moz

 Ricevimento!

Dalla Magliana, Moz & Cristiano

Gita a Civita di Bagnoregio e al Parco dei Mostri, di cui vi ho parlato qui.

foto di gruppo

Finalmente, dopo mesi, si torna a mangiare sino-giapponese!

Giobs & Moz

Serate urban.

Giobs, Fedecheng e Moz

Intere giornate per rimettere a posto la sede...

Giobs e lavoro, Moz guarda

E ci si concia così!

Moz sessantenne

Laurea di un'amica ad Halloween!

Paolo, Stefano, Giobs, Gius, Luca, Moz

E intanto vi auguro un novembre da sballo!
Un novembre che vedrà anche il compleanno del blog e l'inizio di una nuova annata ricca di novità!
Ma intanto ditemi... com'è andato il vostro ottobre?

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