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[BLOG] la storia del Moz O'Clock (stagione 3, 2008/09)

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Nuova puntata alla scoperta del passato del blog.
Dopo averne rivissuto gli esordi (QUI) e dopo aver rivisto la trasformazione definitiva in Moz O'Clock (QUI), oggi ci spostiamo nel terzo anno di vita di questo spazio: la stagione 2008/09.
Con, in più, un paio di mie foto dell'epoca...!

ONGOING

La terza stagione inizia il 16 novembre 2008 e termina il 15 novembre 2009.
Pubblicai in tutto solo 27 post, tra l'altro senza nemmeno celebrare ricorrenze e anniversari.
È, dal punto di vista quantitativo, una delle peggiori annate del blog, superata solo dalla successiva.
Dal punto di vista contenutistico, invece, fu una stagione molto strana...

FILES

I post, quell'anno, furono quasi tutti introspettivi.
Vivevo relazioni burrascose e turbolente, spesso basate sull'incomunicabilità.
Non è un caso che la comunicazione (abbinata forse a una buona dose di frustrazione...) fosse l'argomento principale di quei pochi articoli. Non mancava qualche riflessione televisiva, o qualche recensione (ad esempio il film di Tarantino di quell'anno...); un unico guizzo retronostalgico (le Stickers Panini) e poco altro, tra derive politiche e personali.
Il sisma del 2009 ovviamente mi segnò molto, visto anche lo scarto di oltre un mese dal post dove rassicuravo tutti e quello successivo.

COMMUNITY

Pressoché gli stessi lettori dell'annata precedente, la community vide però totalmente o quasi sparire quella cerchia iniziale di bloggers che, nello stesso periodo (2006), aprì il proprio blog.
Qualche post di questa stagione, comunque, raggiunse un numero di commenti relativamente maggiore rispetto alla media di allora.

ARCHIVIO FOTOGRAFICO

Un autunno in Puglia, in una foto un po'new wave, con Filippo (che oggi vive in Inghilterra).


Capodanno 2009!


Ottobre 2009, bang!


[PENSIERI] il potere dei fan: prossima guerra nerd?

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Questo post nasce sia dalle ultime notizie sentite in rete, sia dalle discussioni che abbiamo affrontato qui di recente.
Tra il remake di She-Ra (QUI), tra Sonic che cambia aspetto (QUI), tra il nerdismo cieco e quello aperto...
...fino ad arrivare agli episodi di Game of Thrones e del nuovo Batman.
Insomma: i fan cercano sempre più potere, si incazzano se non tutto va come vorrebbero.
Un bene? Un male? Cosa succederà?
Parliamone...

GAME OF THRONES

Non seguo la serie, ma ovunque ti giri si legge come questa stagione finale stia facendo perlopiù cagare.
Non è nemmeno questo di cui si vuole discutere (magari si sarà conclusa nel migliore dei modi, no?) ma vorrei puntare invece l'attenzione su ciò che i fan scontenti hanno imbastito: una petizione online (da migliaia di sottoscrizioni già raccolte) che chiede di rigirare ex-novo questi episodi, con sceneggiatori più capaci.

Ovviamente tutto questo non avverrà, anche se nella storia della televisione qualche precedente c'è, con serie che sono "tornate indietro". Ricordate Dallas? L'intera ottava stagione, dove morirono vari personaggi del cast fisso, venne cancellata giustificando tutto col fatto che fosse un sogno di una delle protagoniste. E quindi da lì ripartirono...
Ma torniamo al Trono di Spade: il fatto che a molti fan non sia piaciuta la stagione finale, apre vari canali di discussione...

magari anche GoT 8 è tutto un sogno di Pam...

QUANDO È GIUSTO LAMENTARSI?

Sono sincero, questa cosa della petizione l'ho fatta io stesso circa dieci anni fa.
Noi fan di Distretto di Polizia chiedemmo la riscrittura della decima stagione, che -al di là di un paio di episodi (su 26) davvero ben riusciti- fu un disastro. Perché?
Perché in sostanza, riprendendo trama e personaggi di un'amata annata precedente, mise in scena dei pasticci di sceneggiatura che, per chi aveva seguito il serial con passione, risultarono quasi un tradimento.

In questo caso, a distanza di circa dieci anni, mi sento ancora di dire che io, da fan, avevo ragione.
Mi spiego meglio, restando sul medesimo titolo: le stagioni 7, 8 e 9 non piacquero proprio a tutti.
Per alcuni presentavano storie più scialbe o iniziava ad avvertirsi quella fisiologica stanchezza che affligge le serie troppo lunghe.
Ma nessuno si sognò mai di chiedere la cancellazione e la riscrittura di tali stagioni: perché erano comunque filologiche e non tradivano passato e caratterizzazioni.
La decima, invece, si prendeva certe libertà narrative che infastidirono i fan, anche perché cozzavano con quanto raccontato in precedenza.
Forse la differenza è questa?


CHI HA RAGIONE?

Un'opera resta frutto dell'espressione intellettuale e artistica di qualcuno.
Ma, forse, quando diventa di tutti, penso che l'artista abbia anche una sorta di dovere (per quanto non obbligatorio): fare sempre le cose al meglio, specie per i fan che ti hanno supportato così a lungo.
I casi specifici di GoT non li conosco, ma ho letto due "correnti":
da un lato, gli aficionados lamentano trame illogiche e una storia mandata in vacca contro tutte le iniziali intenzioni anche "filosofiche";
dall'altro, altri aficionados ritengono che i primi non debbano interferire con le creazioni altrui e che va bene così.

IL CASO TWIN PEAKS

Quando, nel 2017, tornò in onda Twin Peaks, sicuramente nessuno poteva aspettarsi quel che poi si vide in tv.
La terza stagione era così profondamente diversa dallo stile narrativo delle prime due che spiazzò tutti. Piacque a moltissimi, ad altri sicuramente meno.
Ma nessuno ha pensato di chiederne la riscrittura. E comunque, i creatori avevano avvertito: "non siamo qui per compiacere i fan!".
Ma chi oserebbe mai chiedere a Lynch e Frost di "cancellare" la loro opera, che resta comunque un'opera d'arte? Nessuno.


SONIC, BATMAN

I fan sono (sarebbero...) riusciti a far modificare l'aspetto di Sonic nel film che verrà.
E altri già lamentano la scelta di Robert Pattinson come nuovo Batman.
Due casi diversissimi che però pongono l'accento sulla voce in capitolo che il pubblico sembra avere.
Effettivamente, il Sonic iniziale era orribile.
Ma è giusto che sia cambiato per via delle lamentele?
Voi cosa ne pensate?

GUERRA CONTRO I NERD

All'orizzonte si prospetta una guerra contro i nerd?
Perché -specie in America- molti di essi vengono indicati come gente coi paraocchi.
Ma in quali casi specifici? Ebbene, spesso avviene quando bisogna difendere il proprio operato, anche quando questo è sciocco o criticabilissimo.

Vi avevo già detto che la creatrice della nuova She-Ra (attivista lesbo-femminista) è pronta a dare dell'hater razzista, sessita e omofobo a chiunque critichi le sue scelte (scellerate o giuste che siano), solo perché magari qualcuno (senza che sia razzista, sessista e omofobo) preferisce la versione originale dell'opera rispetto alla sua rilettura in chiave inclusiva ora in onda.
E se la guerra fosse invece tra nerd stessi?


NERD BUONI, NERD CATTIVI

Probabilmente finirà così: in un mondo di cultura pop dove sempre più cose sono intrecciate (libri, fumetti, film, videogames, giocattoli, cartoon e retronostalgia) si individueranno due frange di appassionati.
Dai nerd duri e puri nasceranno le linee "buona" (già sdoganata forse da The Big Bang Theory) e "cattiva" (coloro che sono restii a qualunque cambiamento, anche quelli effettivamente in meglio).
E chi cercherà di imporsi sulle creazioni altrui, probabilmente sarà indicato come cattivo.
Magari non sempre a torto.
Pattinson su Batman non mi spaventa, ad esempio, fino a che non lo vedrò (io temo per le trame, non per gli attori se comunque un minimo possono "starci").

Voi che idea avete a riguardo?
È giusto che i fan abbiano potere, in quanto supporters?
Oppure ogni opera va lasciata al suo destino, anche quando questo appare già tragico?

[ESOTERIKA] Twin Peaks: i significati tra simbolismo e mitologia

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Premessa: il seguente articolo è incompleto. Perché, per scrivere di Twin Peaks, su Twin Peaks, non basterebbe tutto questo blog.
Cercherò quindi di raccontarvi in modo didascalico significati, simbolismo e mitologie dietro l'opera.
Assemerp: ovviamente quel che troverete di seguito è da ritenersi spoiler. Si toccherà l'intera trama tra serie, film, libri.
E, nell'anniversario del ritorno, qui contemplato, andiamo a scoprire assieme i segreti di Twin Peaks.



TWIN PEAKS FA SCHIFO

Sì, sembra un paradiso e invece è l'inferno.
L'unico che sembra accorgersene da subito è Albert Rosenfield, antipatico e brusco, ma sveglio in un posto dove tutti vivono l'incubo.

DOPPIO

Sin dal titolo, l'opera propone un dualismo. Una doppia chiave di lettura, peraltro con molteplici sfumature.
La prima scena, dopo una sigla che mostra due cascate e due papere, è quella di due cani e un personaggio, Josie Packard.
Anzi, e qui viene il bello, non Josie: il suo riflesso in uno specchio.

il riflesso di Josie e il cane Anubi

I GUFI NON SONO QUELLO CHE SEMBRANO

Perché niente è come sembra.
David Lynch e Mark Frost hanno usato la (finanche banale) storia del ritrovamento di un cadavere per parlare di tanto altro. Sommerso, perlopiù.
E se da un lato, a una prima visione, ci si appassiona al giallo, al mystery, alle trame drammatico-grottesche, è chiaro che c'è dell'altro.

cosa volete che siano 25 anni, sul Sunset Boulevard?

Tutto è metafora, in Twin Peaks. Se i gufi non sono (solo) gufi, perché dovrebbero esserlo le papere e i cani?
L'oca e il cane sono simboli esoterici, e non è un caso che appaiano in momenti precisi.
Così come alci, stambecchi, cervi. Anzi le loro corna.

l'angelica Norma e il buon Cooper, due diavoli?

METAFORE

La Loggia Nera, la Loggia Bianca.
Cosa vi viene in mente, a sentire la parola loggia?
Massoneria, ovvio. E qual è il gesto occulto che compiono gli iniziati, per dimostrare la loro appartenenza? Spesso si coprono un occhio. Come fa Benjamin Horne, il "potente" di Twin Peaks, parlando del casinò-casino One Eyed Jack's (appunto).

benvenuto tra i potenti!

Ma quale altro personaggio ha sempre un occhio coperto?
Nadine. Illuminante, illuminata (specie venticinque anni dopo, quando passerà a idolatrare le teorie complottiste del dr. Jacoby).
Una donna che cerca il modo di silenziare delle tende, quindi un sipario. Coprire la visuale, senza far rumore.

Club Silencio

LA STORIA DI LYNCH

La storia di Laura è la storia di tutti noi.
No, non è una mia frase, ma quella della Signora Ceppo che introduce gli episodi delle prime due stagioni.
È la storia del lato oscuro d'America.
Il cinema di Lynch propone due leit-motiv, a seconda delle opere: Hollywood e i suoi pericoli; il marcio dell'apparentemente splendida provincia americana.
Nella prima categoria rientrano opere come Mulholland Drive o INLAND EMPIRE, mentre nella seconda abbiamo esempi come Velluto Blu e lo stesso Twin Peaks.
I due leit-motiv hanno poi spesso il tema della doppiezza e quello dell'intromissione di spiriti "alieni" nelle faccende umane.

un angelo dall'ala demoniaca

VITTIME: NON LO SIAMO TUTTI?

Twin Peaksè lo snodo tra tutte queste filosofie tematiche.
Se ci pensate, lo stesso Mulholland Drive nasce come spin-off di Twin Peaks e in Twin Peaks sembra tornare idealmente, in più di un dettaglio, con la serie del 2017.
Storia d'America, pericoli di Hollywood.
Laura vittima sacrificale di potenti complotti, Laura siamo noi.


LA STORIA D'AMERICA

Fino a quando non esisteva ancora la terza stagione, c'erano varie supposizioni sul significato reale di Twin Peaks, al di là della trama proposta.
I gufi come simbolo di ritrovo, antiche divinità, addirittura celata metafora della bomba atomica.
Sì, avete capito bene: quasi tutti i cognomi dei personaggi di Twin Peaks si rifanno a gente esistita realmente. A partire dallo sceriffo, che si chiama proprio Hanry S. Truman come il Presidente sotto cui avvenne lo sgancio dell'arma nucleare.
Ma anche Cooper, Palmer, Johnson, Hayward, Moran, Briggs, Pulaski, Hurley, Earle, Jacoby, Brennan.
Nomi di persone e mezzi coinvolti con il Progetto Manhattan e le bombe atomiche.
Non sono troppi per essere una coincidenza?
Sì.

personaggio e regista di se stesso

KILLER BO(M)B

Avrebbe potuto essere una coincidenza o un complottismo da fan, certo, ma nella terza stagione una bomba atomica si vede davvero, ed è quella da cui si scatena l'inferno sulla Terra.
Rappresentato, da Lynch e Frost con l'arrivo degli esseri demoniaci della Loggia Nera. Come se lo scoppio avesse rotto un sigillo antico, o avesse aperto una porta spazio-tempo. Per dove? Forse da Saturno.

lo chiamavano Trinity


BLUE BOOK

Le teorie trovano conferma nel libro che anticipa la terza stagione: Bohemian Grove, alieni, avvistamenti, presidenti. Twin Peaksè strettamente connesso alla storia degli Stati Uniti, e la Loggia (o la metafora che essa rappresenta) è qualcosa che mette a rischio la sicurezza nazionale. La nostra sicurezza.



VIVIAMO IN UN SOGNO

Lo disse Jeffries/Bowie alla sua prima apparizione: we live inside a dream.
Il mondo dei sogni/incubi è il nostro mondo, visto che Gordon Cole/David Lynch afferma di aver sognato Monica Bellucci, che appare come se stessa. Proprio lei che, a inizio anni '90, aveva consegnato il Telegatto a I Segreti di Twin Peaks.



CAFFÈ

Non abbiamo ancora parlato del buon Cooper. Eh, mica tanto buono, visto che anche lui -come tutti- ha un lato negativo. Che addirittura si materializza in carne e ossa. Il gemello cattivo, diciamo.
Cooper è un abile detective, dal modus operandi particolare. Adora la cherry-pie e beve caffè.
Il caffè, la bevanda che tiene svegli all'interno di un incubo: Twin Peaks.



MAGHI, MAGIE, COLORI, NUMERI, INFERNI

Il mago desidera vedere. I maghi portano a patti diabolici.
Risonanze, suoni, rumori. E poi i numeri, così importanti da essere anche indizio.
L'Anello dei Gufi, che sembra una runa incisa sullo smeraldo.
Colori: come il verde della tavola degli spiriti. Il tavolo di formica, o forse la Tavola Smeraldina.

verde è il suo colore

PIANETI

Nella piantina per arrivare alla Loggia Nera si vedono i simboli di vari pianeti, tra cui Giove e Saturno in congiunzione. Saturno lo ritroviamo proprio nella stanza dalle tende rosse: è quel soprammobile sferico, verde e luminoso. Ma lì c'è anche Venere, rappresentata dalla statua greca.

tra Saturno e Venere


SATURNO, IL TEMPO, IL MAIS

E se gli spiriti della Loggia fossero arrivati da Saturno? Il pianeta che porta il nome del dio del tempo e dell'agricoltura. Il titano che insegnò agli uomini a coltivare cereali, e che distribuiva grano.
E e il grano fosse gran...turco? Il mais.
La Garmonbozia di cui si cibano gli abitanti della Loggia. Dolore e sofferenza nel mondo umano, mais per gli spiriti. Mais: oro per le civiltà precolombiane, cibo basico per molte culture latino-americane (i nachos, i tacos, le tortillas della cucina messicana vi dicono niente?).
Twin Peaksè piena di riferimenti ai nativi americani, ne avevamo già parlato in questo parallelismo Lynch-Kubrick.

Garmonbozia

Saturno è anche il tempo. È Crono. E infatti, nella Loggia il tempo è un continuum tra passato e presente. Un unico momento in cui tutto è. E il tempo, in Twin Peaks, si può accelerare, modificare, alterare. Addirittura, si può non far più morire Laura Palmer, ossia noi.
Ma Laura si perde. Laura non c'è. E noi con lei: da sempre, per sempre.

Per approfondire, visita il sito: DENTRO I SEGRETI DI TWIN PEAKS

[°°PoP CoRNeR°°] evado?

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Poco tempo fa, un mio amico -parafrasando un testo che aveva composto-, a una mia serata senza strafare, mi fa: ma evadi ogni tanto, no?
Mi invitava, magari inconsciamente, a buttarmi in discoteca o simili.
Premetto che non disdegno questi locali, per quanto in Italia siano perlopiù cloache.
Ma non è questo. È che mi è venuto spontaneo rispondergli: evadere da cosa?
Sì, perché io non mi sento in gabbia. Non ho bisogno di scappare.

Opere d'evasione, si dice così, no?
Magari per far prendere un po' d'aria al cervello,
ma per me che non sono imprigionato da nessuna parte, cosa significa?
Evadere presuppone una cattività,
una vita che ti segrega tra lavoro e relazioni.
Beh, per me, per ora
non è così. Non mi sento di dover evadere da niente, sono libero.

Poi mi chiedo: ma non è magari chi evade, ad avere davvero energia?
La mette in quello sfogo settimanale, in quella vacanza annuale
e trasforma con follia quel frammento di vita?
Un bene? Un male?
Io non evado, io vado.
Tipo ora, torno qualche giorno a casa in Puglia.
Di fatto dal blogging un po' mi allontanerò, ma non è una evasione.
Non è un'ora d'aria.
È aprire una porta mai chiusa a chiave.
Ci risentiamo tra qualche giorno.

°°PoP CoRNeR°° è la celebrazione del Moz O'Clock vintage!
°°PoP CoRNeR°° vi riporta il MikiMoz dei primi anni!
°°PoP CoRNeR°° è un flusso anarchico e senza schemi
°°PoP CoRNeR°° ha la forma del blogging di un tempo!
°°PoP CoRNeR°° è un post inedito, scritto come nel 2006-08

[AFFETTI PERSONALI] Litfiba, Infinito Tour - maggio 1999

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Era il 24 maggio 1999, ovvero ben venti anni fa.
Direzione Palaflorio a Bari, accompagnati da mio padre, io e due compagni di classe andammo al concerto dei Litfiba.
Era l'Infinito Tour, che prendeva il nome dall'ultimo trionfale (per vendite e successo) disco della band fiorentina.
Il lavoro che sancì anche la separazione (momentanea) tra Piero Pelù e Ghigo Renzulli, il disco più contestato dai fan storici.
Ma al concerto ci si divertiva ugualmente: la potenza dei Litfiba (sebbene ufficiosamente già divorziati) fu grande come sempre...

Le sonorità più "morbide" e pop dell'album Infinito, che conquistarono anche la grande platea italiana, contaminarono gli arrangiamenti live dei brani più vecchi.
Una prerogativa che i Litfiba mettevano in campo da anni, così da regalare versioni e sound diversi a ogni nuovo tour.
Il divertimento fu tanto, anche perché coi miei amici Filippo e Giuseppe ci godemmo il parterre e il pogo.

immagine da LitfibaUnofficial



Ricordo un Piero in viola, con lunga giacca circense.
Su Nuovi Rampantiprese per il culo i truzzi della città che passavano col macchinone del papà e la musica a palla, per farsi notare.
Di Infinito -album che vendette tantissimo- furono riproposti live tutti i brani.
E gli altri del concerto provenivano praticamente tutti dagli appena precedenti lavori Mondi Sommersi (1997) e Spirito (1994), con una sola concessione al passato nemmeno tanto remoto (Cangaceiro) e l'immancabile El Diablo.
La band ha potuto permettersi di glissare, paradossalmente, sulle hit storiche: questo a riprova del fatto che i Litfiba erano al massimo dello splendore commerciale e di pubblico.
Dopo altre due date, Piero e Ghigo si sciolsero ufficialmente. Fino al 2009.

[CINEMA] Aladdin (e la correzione di un mito), la recensione (no spoiler)

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Dal 1992 a oggi sono passati più di venticinque anni.
Dal primo Aladdin film animato, al nuovo Aladdin in live-action.
La moda disneyana di rifare pedissequamente le sue classiche glorie ci porta oggi la storia della lampada magica.
Regia affidata a Guy Ritchie, per proseguire sulla scia dei nomi altisonanti dopo Burton.
Aladdinè divertente, Aladdinè anche diverso dall'originale: è stato aggiornato, o per meglio dire corretto politicamente. E io l'ho visto per voi, nello stesso cinema dove vidi il primo...

TRAMA

La storia la conoscete tutti: il giovane ladro Aladdin trova la lampada magica tanto bramata dal visir Jafar: strofinandola, diventa padrone di un logorroico djinn, disposto a esaudirgli ben tre desideri.
La morale è chiara: l'avidità non paga mai, così come la finzione. Calarsi nei panni di qualcun altro è una recita che non può portare a nulla, e Aladdin lo capirà da sé, affrontando un mortale nemico e innamorandosi di una bellissima principessa.

IL FILM

La Disney e Richie costruiscono un Medio Oriente da favola, da Mille e una notte, lasciando i cliché geografici e architettonici ma eliminando ogni riferimento "pericoloso", tipo la religione.
Colori sgargianti, veli e turbanti. Ammetto che fa strano vedere in versione live quel che conosci a memoria in forma animata. C'è del trash, come durante l'iniziale fuga tra le vie del mercato cittadino.
Ralenty e velocizzazioni, sfumature accese, confusione: non ho idea del perché abbiano voluto realizzare così questa scena, ma sembra una sequenza da film di Bollywood.
Per fortuna passa presto.



CAMBIAMENTI

Quando il genio si presentava, nel 1992, ammetteva i suoi limiti: non poteva far innamorare la gente, non poteva resuscitare la gente e non poteva ammazzare la gente. Quest'ultima clausola sembra essere sparita, in versione live. Non viene citata, e comunque nessuno esprime un desiderio in tal senso.

Una linea della canzone iniziale Le notti d'Oriente venne già cambiata nel 1993 perché la comunità araba si incazzò per una frase ritenuta offensiva: e ti trovi in galera anche senza un perché, che barbarie ma è la mia tribù. Questa frase sparì e anche oggi si sente la versione modificata.
Tenetevi stretti la vhs del 1994.
Nel film del 2019 sparisce anche la frase"Aladdin ha già toccato il fondo [...] certo è colpa di chi lo ha messo al mondo", per non offendergli la madre: boh.

IL RUOLO DI JASMINE

Interpretata dalla bella Naomi Scott che fu Kimberly due anni fa nel film Power Rangers, Jasmine ha un ruolo molto diverso. Diciamo "aggiornato".
A volte ruba la scena allo stesso Aladdin; forse era inaccettabile che oggi fosse solo una principessa.
E così si sprecano i riferimenti femministi (gaffe sul "comprare" donne) per una principessa progressista: Jasmine desidera diventare addirittura sultano.
Si vede che si tratta di un film Disney: Jasmin donna sultano, e nella vita vera le donne musulmane ancora soggiogate con coranica fermezza. Ma sognare non costa niente.
Insomma, a questo personaggio è regalata anche una nuova canzone, dove esprime con forza il suo ruolo e la volontà di non star zitta.


JAFAR E GLI ALTRI

Sebbene più sfaccettato rispetto al passato, Jafar è il personaggio che mi è piaciuto meno. Dal tenebroso uomo luciferino della versione animata al giovane senza scrupoli del film odierno.
Ci perde molto, sia come mistero, sia come presenza: lo interpreta uno sciapo Marwan Kenzari.
Persino lo scontro finale risente di questo: sembra avere un po' meno mordente rispetto al passato.
Mena Massoudè invece un riuscito Aladdin, capace di concentrare quell'energia che aveva il character animato.


Will Smith perfetto nel ruolo del Genio: il suo è un mix tra Shazzan (QUI) e il djinn rapper Kazaam di Shaq O'Neil. Non raggiunge tutti i gradi di follia del cartoon, ma di più non si poteva chiedere.
Il sultano è, come nel 1992, un uomo vittima degli eventi. Perde qui il suo lato buffo, però.
Indovinata è l'introduzione dell'ancella Dalia, forse il miglior personaggio tra tutti.
Per certi aspetti erano però meglio i personaggi della parodia di Paperissima.


In ogni caso, un film divertente e utile anche solo a capire dove va il politicamente corretto, potendo fare un raffronto con il cult passato. Che, però, rimane assolutamente superiore.

[CARTOLERIA] quaderni anni '90 (gallery)

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Avevate già visto i miei.
Oggi invece, grazie a Sandrino (l'amico che cura le grafiche del Moz O'Clock) potrò mostrarvi un bel po' di nuovi quaderni provenienti dagli anni '90!
Scommetto che anche voi li avete usati, solo che magari non li ricordate.
E allora... cosa aspettate a ricordarli? Eccovi la gallery!
Iniziamo dalle famosissime Teenage Mutant Ninja Turtles.
Che ci hanno tenuto compagnia non solo in tv, ma anche a scuola, allietando quei momenti terribili tra matematica e altre materie...






Passiamo alla linea Kimono, forse pure troppo seria per dei bambini delle elementari...



Questo lo ricorderete sicuro: Ganzo Sauro il rockettaro!


E questo è uno dei mitici Toxic Zombies... rivedili tutti QUI!


Il quaderno Comixdel 1995...


E quello di Love is... (L'amore è...)


Questo era utilizzatissimo... io lo avevo alle elementari, e uno di questi lo usavo pure come "quaderno personale" dove raccogliere disegni e inventare mappe e giochi: Fly the Flags!


E ora due classici intramontabili, da sapore tipicamente '80 e '90: Firstrider e le motociclette...


e Visions of the night, con un dragone in stile più heavy metal che fantasy!


Un altro classico, la fantasia colorata dei quaderni ¡Que viva Mexico!


Quali di questi ricordate?
Quali di questi avete utilizzato anche voi?

Se ti è piaciuto, leggi anche

[ICONE] Masters of the Universe - gli Evil Warriors: la storia completa

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La storia completa di He-Man e i Masters of the Universe continua con le vicende degli Evil Warriors di Skeletor, il gruppo dei Dominatori che provano a conquistare Eternia e Grayskull battendosi contro He-Man e gli altri Masters.
E anche stavolta presentati da un disegno del nostro Emiliano Santalucia!
Prima di immergerci tra i profili di questi malvagi personaggi, vi lascio i precedenti post della serie, utili a comprendere ogni particolare:


Vi ricordo che questo e i precedenti post, nonché il resoconto completo della storia dei Masters (che trovate QUI) sono basati sul canone ufficiale unificato scritto dal 2008, preso da minicomics, bio e libri.

TRAP JAW

Kronis era un folle criminale della Dimensione Infinita: dopo aver tradito il suo alleato Scychor per fuggire a una pattuglia Horde, è finito imprigionato per i suoi crimini. Fuggito grazie a Skeletor, ma rimasto ferito a un braccio, è diventato un fedele servitore del Signore del Male.


MER-MAN

Imperatore di un regno sottomarino, Mer-Man perse una guerra contro un altro esercito marino che distrusse il suo paese. Alleatosi con Skeletor, ne diventa uno dei più fedeli servitori.
Durante la Seconda Ultimate Battleground, ha ingaggiato uno scontro acquatico con Mermista: quest'ultima lo decapita col suo stesso tridente.


BEAST MAN

Tanto assetato di sangue da avere, in giovane età, la pelliccia rossa, Beast Man venne esiliato sulle Isole Berserker e qui conobbe Keldor, unendosi al tenebroso alchimista. Quando Keldor divenne Skeletor ha continuato a servire lo stregone: è uno dei suoi uomini più fidati. In seguito, pur invecchiato, combatte al fianco di Skeleteen nella Terza Ultimate Battleground.


TRI-KLOPS

T. Scope era un cacciatore di taglie che Skeletor reclutò durante la Grande Discordia. Rimasto cieco durante un incidente, da geniale inventore si è impiantato un visore tri-ottico.
Ha ricostruito Faker e crea costantemente marchingegni e armi per gli altri guerrieri malvagi.


WEBSTOR

Membro dell'antica razza dei ragni-guerrieri, Webstor è figlio di Raknus.
Dormiente da secoli nelle viscere della Montagna del Serpente, una volta svegliatosi si allea con Skeletor. Fa spesso coppia con Kobra Khan, di cui è amico.


KOBRA KHAN

Membro dell'antico clan Kobra fedele a Re Hisss, ha iniziato ad informarsi sugli Uomini Serpente, scoprendo che millenni prima vennero banditi nel Vuoto. Unendosi a Skeletor, ha trovato l'ubicazione della prigione cosmica e, con Evil-Lyn libera gli Uomini Serpente.
Quando Skeletor ottiene il controllo di Eternia, dopo la sconfitta di Re Hisss per mano di Zodak e He-Man, mette su un gruppo di mercenari reclutati tra gli Uomini Serpente rimasti, offrendo i suoi servigi proprio a Skeletor. Il tutto, però, solo per poter rubare lo Scettro di Havoc, che finisce nelle mani di Hisss. In questo periodo, fu Skeletor stesso a potenziare il guerriero, che divenne Camo Khan. In ogni caso, come tutti gli Uomini Serpente, anche Khan muore dissolvendosi grazie all'Incantesimo di Separazione.


TWO BAD

I due criminali Tuvar e Baddhra vengono reclutati da Skeletor in cerca di nuovi alleati mercenari per la sua guerra contro He-Man: nonostante i due lavorino in coppia da tempo, falliscono proprio per la loro incompatibilità. Per punizione, Skeletor li fonde in un unico, potente guerriero.
Two Bad diventa così un servitore di Skeletor ma cerca un modo per separare il suo corpo, trovandolo nell'antico Incantesimo di Separazione...


STINKOR

Il pavido e infido Odiphus, giovane Pellezean che tradisce la sua tribù, finisce per simpatizzare per Skeletor. Un'esplosione nel laboratorio di Tri-Klops infonde in lui il liquido Necrotia, che lo rende più grande e muscoloso, ma anche terribilmente puzzolente.


CLAWFUL

Membro della tribà dei Karikoni, dopo aver salvato Beast Man dall'attacco di una creatura, si unisce alla causa di Skeletor. La sua determinazione spinge Evil-Lyn a operare su di lui un incantesimo che ne accresce forza e intelligenza. Durante la Seconda Ultimate Battleground, guida un esercito di Guerrieri Skeleton ma viene sconfitto da Fearless Photog.



WHIPLASH

Figlio del capo della tribù dei Caligars, si allea a Keldor quando suo fratello Ceratus prende il posto del defunto padre. Per aver assalito Randor durante la Grande Discordia, Whiplash viene bandito dal suo territorio e si unisce definitivamente a Skeletor, restandogli fedele fino alla Seconda Ultimate Battleground, quando Photog lo sconfigge assorbendo tutto il suo potere.


SPIKOR

Abile fabbro del villaggio di Nordling, tentò di rubare delle sacre pergamene: come punizione, gli antichi preti del villaggio lo fusero con un'armatura di spine e lo bandirono. Spikor vagò fino alle Sabbie del Tempo, dove fu trovato e reclutato da Skeletor.
In seguito, ha servito anche il figlio di quest'ultimo, Skeleteen.



FAKER

Inizialmente una creazione di Man-at-Arms da usare all'occorrenza (ad esempio per far coesistere, eventualmente, Adam e He-Man nello stesso momento davanti ad altra gente...), questo robot venne danneggiato e abbandonato. Tri-Klops lo rubò e lo riprogrammò sotto ordine di Skeletor. La sua pelle divenne blu, per convincere gli eterniani che He-Man fosse un Gar. Skeletor stesso utilizza Faker per far passare He-Man come assassino di Randor (in realtà confinato su Despondos). In seguito, Faker torna buono e si sacrifica per salvare la vita di Dare. Più tardi, viene spedito su Anti-Eternia dove servirà il malvagio Anti-He-Man, passando a quest'ultimo informazioni sull'eroico Keldor.


JITSU

Segregato nella Prigione Starr per i suoi crimini, fu liberato da Keldor.
Tempo dopo, Fisto sconfisse e ferì Jitsu, e la sua mano fu sostituita da un guanto robotico grazie a Tri-Klops. Fedele a Skeletor, durante l'assenza di quest'ultimo partito per lo spazio, ha dominato sulla Montagna del Serpente. In questi anni ha combattuto contro Re Randor e Strobo. Successivamente, è stato reclutato da Gorpo quando quest'ultimo ha messo su un'armata di guerrieri per combattere i Dominatori.


BLADE

Un pirata spaziale reclutato da Skeletor prima della Seconda Ultimate Battleground. Anche dopo questa battaglia, sopravvissuto, ha continuato a svolgere le sue azioni illegali, diventando uno dei più temibili e pericolosi criminali di Eternia.


BLAST-ATTACK

Uno dei tanti guerrieri reclutati dall'Incantesimo della Luce di Skeletor, prima della Seconda Ultimate Battleground. Blast-Attack però fu subito rapito e riprogrammato dagli Uomini Serpente, che ne fecero un loro guerriero capace di auto-distruggersi esplodendo, e ricomporsi subito dopo.
Leggi QUI un interessante punto di vista sul personaggio.


SCAREGLOW

Guerriero del passato, era ossessionato dal Potere del Castello di Grayskull. Durante le sue ricerche, ottenne un reliquiario contenente una chiave per poter accedere al Castello, ma non trovò mai il portale. Una volta morto, fu dannato a vita per i crimini commessi: Skeletor, attraverso un incantesimo, lo ha evocato facendone un fidato guerriero. Scareglow ha servito anche Skeleteen.
Durante l'assenza di He-Man, partito per lo spazio, Scareglow ha messo su una banda di guerrieri malvagi (composta da Sultra, Darkdream, Wrap Trap e la Contessa Cremisi) per radurare sette empie reliquie con cui richiamare un'armata di morti e far sprofondare Eternia nell'oscurità: viene fermato dall'archeologo Melaktha e da Strobo.


SAUROD

Saurod il Klybian era un criminale fuggito dalla Prigione Starr, sbarcato poi su Eternia.
Skeletor lo reclutò per avere rinforzi contro Hordak, e in quel periodo Saurod divenne anche nemico degli Uomini Serpente: questi ultimi furono infatti creati unendo il DNA di tre razze, e una di queste erano proprio i Klybian.
Durante la Seconda Ultimate Battleground, ha ucciso numerosi Uomini Serpente. Ha anche provato a rubare la Chiave Cosmica per tornare nel passato ed evitare la creazione degli stessi, fallendo però nell'impresa.


KARG

Temibile e pazzo inquisitore della Montagna del Serpente, è un vecchio cacciatore di teste che interroga i nemici per conto di Skeletor.
Sviluppa presto un'insana passione per il luogotenente Andra, amica di Adam e Teela, ma viene sconfitto proprio da quest'ultima e condotto nella Prigione Starr.


NINJOR

Dopo aver bandito Randor su Despondos e aver reso fuggiaschi i Dominatori, Skeletor richiama il guerriero Ninjor con l'intenzione di utilizzare le sue abilità omicide per assassinare gli alleati di He-Man. Pur combattendo al fianco di Skeletor, Ninjor segretamente risponde al volere del suo vero capo, Horde Prime.



TWISTOID

Creato dalla Gyro-Machine di Man-at-Arms rubata da Skeletor, Twistoid si scontra con la sua nemesi positiva Rotar. Distrutto da quest'ultimo, il suo cervello viene recuperato e installato all'interno del veicolo Roton. In questa forma, diventa anni dopo una macchina da guerra di Skeleteen.



FANG MAN

Esponente evoluto dei Dragosauri -antica razza preterniana-, Fang Man è capace di controllare il soffio infuocato dei dragoni. Skeletor gli affida la missione di prevenire la costruzione del Castello di Grayskull, spedendolo indietro nel tempo: ma lo lascia lì a missione fallita. Fang Man resta dunque nel passato assieme ai suoi antenati.


STRONGARM

Un minatore di Phantos, rimase ferito in un incidente sul lavoro. Trovato il Photanium, il metallo più potente dell'universo, costruì per sé una maschera e un nuovo braccio. Cacciato dal suo pianeta con l'accusa di furto, si unì agli Evil Warriors di Skeletor.


ICER

Mancandogli uomini nelle regioni del Nord, Skeletor reclutò Icer come agente sulle Montagne di Ghiaccio.



GYGOR

Un gorilla mostruoso che uccise il guerriero Vykron nell'arena di Lord Choloh.
Saputo dei poteri nascosti nel Castello di Grayskull, Gygor ha provato più volte a violarne l'accesso con un gruppo di Beast Men. La Dea e Oo-Larr (l'He-Man selvaggio) unirono gli sforzi per fermare il mostro, imprigionandolo. Tempo dopo, Evil-Lyn lo libera, ma Gygor tradisce Skeletor unendosi agli Horde. Lo scontro finale è proprio con Skeletor, che lo dilania col potere dei suoi Terror Claws.


DRAEGO-MAN

Creato dal Grande Mago Oscuro durante le Grandi Guerre, diventa nemico degli umani pur rinunciando a vivere con gli altri draghi. Risvegliato da Skeletor, si allea con quest'ultimo, combattendo tra le sue fila nella Seconda Ultimate Battleground, e con L'Innominato e Skeleteen nella Terza Ultima Battleground.


GOAT MAN

È un esponente di una razza metà umanoide e metà animale che da sempre può essere controllata dagli Beast Men. Il guerriero Klacky viene quindi ipnotizzato e controllato da Beast Man per servire Skeletor. Durante la Seconda Ultimate Battleground, viene sconfitto da Buzz-Off, ma prima di perdere conoscenza riesce a penetrare nella Torre Centrale viaggiando nel futuro. Poco cambia, anche anni dopo: trovato nuovamente da Beast Man, torna ad essere suo schiavo.


PIGBOY

Un soldato di Skeletor a personale guardia dello Scettro di Havoc.



ANDROS 

Capo di un gruppo di guerrieri dalle corna d'ariete, fa da guardia alle zone sottostanti la Montagna del Serpente. È il primo ad accorgersi dell'arrivo di Hydron e Flipshot provenienti dallo spazio a bordo dell'astronave Eternia.


HOVER ROBOTS

Creati da Skeletor partendo dai progetti che egli stesso rubò a Hordak, sono soldati-robot che lo stregone utilizza come esercito. Può comandarne a distanza anche la loro distruzione.


SKELCONS

Un gruppo di demoni della Dimensione di Infinita, vennero portati su Eternia da Skeletor per diventare parte della sua armata. Dopo l'arrivo di Hordak, gli Skelcons fecero ritorno nella loro dimensione. Tempo dopo, quando Despara resuscitò il corpo zombificato di Skeletor, utilizzò il potere che questi aveva sugli Skelcons per richiamare i demoni e utilizzarli come esercito con cui invadere Eternia.


L'AVVENTURA DEI MASTERS CONTINUA, IL MESE PROSSIMO, CON GLI SNAKEMEN E GLI EVIL HORDE!


[MIKIPEDIA] maggio 2019

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Che maggio strano, vero?
Piovoso, freddo. Direi quasi invernale. Ma anche con riscaldamenti accesi e abiti pesanti, ho cercato di divertirmi: tra amici, cene, ritorni a casa.
E questo è il resoconto fotografico del mese!

Una serata di gioco al centro di aggregazione.

Alex, Tommaso, Simone, Moz

Che termina nell'ennesima nottata tra amici...

Mattia, Alex, Manuel, Simone, Rob, Moz

Passeggiata in un giorno di festa. Una delle poche giornate decenti del mese.

Fedecheng e Moz

Cibi notturni.

Giulia, Manuel, Marco, Bea, Mattia, Moz

In diretta via web-radio (un progetto che -giuro!- arriva presto anche qui, dopo averlo annunciato per anni)

Gianluca, Lorella, Antonio, Moz

Dolci alla ciliegia dopo una serata di sushi!

Silvia, Angelica, Lorenzo, Marta, Moz

Aperitivo notturno per il compleanno di Soul of Gamer!

Andrea (Soul), Simone, Manuel, Moz

In sala prove con i Mahagma.

Moz e Yuri

Prosegue il progetto scolastico sul fumetto: qui mostro come realizzare la prima vignetta.

io e un mio scarabocchio al volo

Cena a base di kebab!

Stefano, Rob, Giovanni, Emidio, Moz

Teramo Comix 2019!

Fedecheng, Moz, Stefano, Chiara

E qui siamo sulla terrazza dell'Università di Teramo, che ospita l'evento.

Chiara, Stefano, Mattia, Fede, Simone

Compleanno di un amico!

il festeggiato è Marco, a capotavola

Compleanno di un altro amico!

il festeggiato è Giovanni, ma non si vede


Backstage dell'intervista che mi hanno fatto alcuni ragazzi delle superiori, per un progetto che stanno curando con la scuola...

oppure è la quarta stagione di Twin Peaks...

Si torna in Puglia! E la prima sera è tutta per Sandrino: un vino assieme!

non solo vino: anche un bel tagliere

E torna anche Giovanni!

non riusciamo a essere seri

Al pub con gli amici per farci due birre in tranquillità...

Luigi, Nicandro, Giuseppe, Moz

Cena fish-burger tutti assieme!

Sandrino, Giuseppe, Luigi, Franz,  Nicandro, Giovanni, Angy, Moz

E, nell'ultima sera pugliese, la serata cinema!

Moz, Nicandro, Giuseppe, Sandrino
Si torna in Abruzzo! Ed eccomi in una foto con la lingua di fuori, tanto per far parlare qualche insetto del web! Ehehe!

Dani e Moz

E insomma, pure questo mese ci lascia. E passiamo a giugno. Dal mese prossimo, per quattro mesi, Mikipedia diventa -come ormai tradizione- Un Post al Sole.
Sì, dai, il sole ci sarà!
Buon giugno, dunque!
E raccontatemi il vostro maggio!

[BLOG/ME] il blog è tutta la mia vita, ma non tutta la mia vita

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Questo post termina con una domanda che ho il piacere (e forse la necessità) di sottoporvi.
Questo post nasce da alcune riflessioni. Su di me, sul mio blog, su di voi che leggete.
E su come tutto questo viene percepito dagli altri, cretini attaccabrighe o gente per bene che siano.
Eccoci dunque: il Moz O'Clock è tutta la mia vita, ma non tutta la mia vita... ecco perché.

Come sapete, ho sempre considerato il mio blog come un elemento importante della mia esistenza.
Dentro ci metto davvero tutto: del mio passato, delle mie passioni, della mia vita, dei miei ricordi.
Tutto, ma non tutto.

Ecco. Cosa significa?
È chiaro che il blog che state leggendo segue un progetto. Un progetto che evolve nel tempo, da sempre, ma che resta fisso su un punto: la cultura pop.
Poi, che intorno a questa gravitino tutti gli argomenti possibili, e in forme che sono cambiate dal 2006 a oggi, credo sia normale.
Dunque, è chiaro che se parlo di libri, tendo a farlo in una certa maniera.
Così come ad esempio feci con Il Nome della Rosa: va da sé, vista la natura del Moz O'Clock, che si finisca a parlare di Berserk, Topolino, Diabolik, omaggi, ispirazioni.
E, per inciso, non ci vedo nulla di male: solo qualche sciocca mente può pensare ai fumetti come a cose culturalmente "basse".

Ma restiamo sui libri: io leggo abbastanza.
Preferisco letture tipo saggi, approfondimenti o magari anche racconti brevi. A ognuno il suo.
Ma io, nella mia vita, leggo (al di là di fumetti e riviste).
Così come ovviamente mangio. Così come ovviamente ascolto, vedo, bevo, dormo.

Il Moz O'Clock, che piaccia o meno, è comunque impostato (pur molto liberamente) su una certa linea editoriale.
Se esiste, è perché parla di certe cose; e viene letto da chi, quelle certe cose, le cerca e le ama.
È chiaro quindi che stonerebbero un po' -se non presentate nella maniera più opportuna- numerose recensioni di libri che vanno al di là delle tematiche che tratto; è chiaro quindi che stonerebbero anche post su piatti che non sono propriamente di ristorazione veloce o popolare. O su post su una certa tipologia di film che pure vedo e colleziono.
È altrettanto chiaro che, andando in gita da qualche parte (dove comunque visito cose di interesse culturale e artistico) vi parlo di una fumetteria storica e non di una chiesa pur bellissima.


In sostanza: non sono un bookblogger, non sono un foodblogger, non sono un travelblogger.
Non rifuggo assolutamente argomenti "culturali" (perché mai?);  non visito solo librerie e mercatini, quando sono in trasferta.
Ma, soprattutto, non ho mai messo in piazza i miei titoli, né mi sono mai vantato di ciò che faccio, di ciò che ho fatto, di quanto ho letto, di cosa ho visto.

Sul blog, comunque, vi ho sempre parlato un po' di me. Anzi, spesso un po' tanto.
Sapete come la penso, sapete come sono, sapete cosa faccio (nel limiti del buon gusto e della privacy, ovviamente).
Da anni esiste la rubricaMikipedia, che raccoglie tutte le mie foto mese per mese.
Da sempre esistono post personali. E ultimamente ne ho anche incrementato la doseproponendo un paio di nuove etichette mirate.

Ora, ho sempre ritenuto giusto e corretto il mostrarsi al proprio pubblico (al di là del volto); essere sinceri, veri(tieri), non anonimi (nonostante un nickname).
Raccontare un po' di noi nei nostri articoli, ed è quello che faccio sempre.
È importante per non essere macchine, per non essere solo blogger ma anche persone reali (nel virtuale).
Serve a esserci, a creare un legame con chi decide di leggerci.

E quindi, eccoci alla domanda finale di cui vi accennavo a inizio post.
Vi piacerebbe se, con maggiore frequenza rispetto a oggi, parlassi anche di altro?
Di libri, di luoghi, di me... non per forza connettendo il tutto alla cultura pop?
Fatemi sapere, comandate voi!

[CARTOON] il caso Rayearth: adattamenti e censure in Italia

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Quando l'anime Magic Knight Rayearth arrivò in Italia, i tanto temuti cambiamenti furono annunciati come "minimi".
In realtà, proprio minimi non furono.
E in più, c'era anche la questione manga: il fumetto di Rayearth era già noto nella nostra penisola, tanto che il curatore della sua versione italiana si scagliò con durezza contro le scelte della versione Mediaset.
Ma, in larga parte... aveva torto!
Avete capito bene: al di là dei tagli, l'adattamento Mediaset era più fedele all'originale di quello proposto nel manga integrale!
Come andarono le cose?

L'ANNUNCIO (AGOSTO 1997)

Nel numero "pilota" della rivista Man-Ga! di Yamato Video e Planet Manga (riscoprila QUI), venne scritto testualmente
sono minimi i cambiamenti in fase di adattamento dell'attesissimo Rayearth, l'anime ispirato alla celeberrima serie Kodansha.
A firmare il testo fu Nicola Bartolini Carrassi, autore e doppiatore che all'epoca era anche uno dei principali adattatori Mediaset di serie giapponesi.
Quella frase, considerato poi cosa effettivamente andò in onda nello stesso periodo, portò lo stesso Carrassi nell'occhio del ciclone sulla posta di quel magazine.

il trafiletto originale

UNA PORTA SOCCHIUSA AI CONFINI DEL SOLE

Andato in onda dall'estate del 1997, Rayearth prese il nome di Una porta socchiusa ai confini del sole, che era il titolo della sigla italiana. Sulla schermata sopravviveva però anche il logo originale.
Le censure c'erano, a dire la verità, così come nomi cambiati senza apparente motivo (Innova in Imago, Sang Yung in Piripicchio, Zazu Torque in Zack) e un altro nome cambiato per un motivo facilmente intuibile (Ceres in Feres: probabilmente per via della birra).

Tra i tagli, via il sangue e le scene 'forti' (come uno schiaffo dato a un bambino: scena che appare però nel riassunto dell'episodio successivo!), e anche il concetto di morte subisce un grande annacquamento, tanto che il finale della prima serie viene alterato.


L'ATTACCO DEI KAPPA BOYS (OTTOBRE 1997)

Sul numero 29 del mensile Sailor Moon edito dalla Star Comics, il Kappa Boy Andrea Baricordi scrisse un articolo (ripubblicato parzialmente anche nel luglio 1998 sul secondo volume monografico del manga Rayearth) dove si stigmatizzavano le scelte dell'adattamento tv italiano (tutte, tranne una: l'appellativo "guru" per il personaggio Clef).
Baricordi, autore anche della versione "romanzo d'appendice" dello stesso titolo sulla stessa rivista, scriveva
sono stati tradotti [i nomi delle protagoniste], ma se Hikaru è diventata 'Luce' e Umi 'Marina', una Fu (vento) trasformata in 'Anemone' non ci sembra proprio il massimo. Se proprio era necessario, potevano chiamarla 'Ariele', ma potevano eliminare il problema alla radice evitando queto giochino di traduzioni.
Il redattore, che ha adattato il fumetto per il mercato italiano, colpiva duro anche sulla scelta dei nomi traslitterati -a suo dire- in modo sbagliato.
Lasciando in disparte l'annosa questione della 'l' e della 'r', che per la pronuncia giapponese sono la stessa cosa (vedi a confronti i nostri [della Star Comics, n.d. Miki] Plesea, Felio e Cardina con i televisivi Presea, Ferio e... Caldina!), possiamo comunque prendercela per l'assoluto non-rispetto delle regole di traslitterazione. A farne le spese sono stati il povero Zagart, trasformato in un poco tenebroso 'Zagato', e il generale Lafarga [trasformato in] 'Rafaga'.
Baricordi continuava, contro l'adattamento Mediaset
il magico mondo di Sephiro [...] si è tramutato in un umidiccio 'Cefiro' [...]. Anche Inova [...] ha dovuto cambiare nome in Imago per oscuri motivi. [...] il povero Selece si è visto tramutare in un meno pubblicitario Feres.
l'articolo originale completo

LA VERITÀ

Lo stesso titolo, dal marzo del 1998, venne ri-editato in 13 videocassette con nuovo doppiaggio e in versione integrale dalla Yamato Video di Milano.
La cosa che salta subito all'occhio, anzi alle orecchie, è che -nonostante l'assoluta fedeltà all'originale- i nomi giapponesi delle protagoniste... non vengono ripristinati, rimanendo Luce, Marina e Anemone.
E qui si scopre il primo inghippo: furono le autrici stesse, le CLAMP, a chiedere -per il mercato televisivo italiano- che i nomi fossero tradotti nella nostra lingua.
E indicarono pure come tradurli! Dunque, tutto partì dal Giappone!

la pubblicità delle vhs Yamato

LA FIGURACCIA

In tutto questo, appare chiaro come l'articolo di Baricordi -che giustamente condannava certe censure- fece fare una bella figuraccia allo stesso Kappa Boy, che aveva curato l'adattamento del manga e che criticava le scelte della versione Mediaset.
Sì, perché al di là delle tre protagoniste, a essere sbagliati erano proprio... i nomi traslitterati dagli stessi Kappa Boys per l'edizione italiana del manga!

Vi sembrerà assurdo, ma è così: ogni appellativo di Magic Knight Rayearthderivava da... automobili, e questo fu del tutto ignorato dagli adattatori italiani del manga.
Irridere nomi (dell'edizione televisiva Mediaset) come Caldina, Cefiro, Zagato e Rafaga fu un bel passo falso: erano quelli i nomi corretti!
Tanto che, per la ristampa del manga nel 2010, la stessa Star Comics ha ripristinato i nomi giusti, che sono appunto quelli usati da Mediaset!
Cefiro, definito come "umidiccio" da Baricordi, viene dalla Nissan Cefiro.
Zagato, che non rispetterebbe -sempre secondo Baricordi- le regole di traslitterazione, è invece la traslitterazione coretta del nome, che viene dall'omonima azienda italiana.

CONCLUDENDO

Già: forse c'era davvero un mondo più ampio, dietro certe scelte di adattamento e censura televisivi. E alcune partivano proprio dal Giappone: ne parlammo in questo articolo, che vi consiglio di recuperare (CLICK!).
E non sempre è tutto oro quel che luccica: chi si era fatto portavoce di edizioni fedeli -almeno nelle traduzioni- è stato sbugiardato dalla stessa realtà dei fatti.
Com'è strano il mondo degli adattamenti... E torneremo presto a parlarne!

Se ti è piaciuto, leggi anche

[LUOGHI CULT] l'edicola

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Chi di voi, come me, ama le edicole?
Io, da grande lettore di fumetti, le amo pure più delle librerie specializzate.
Un luogo cult che rischia l'estinzione: riscopriamo quanto è figa l'edicola!

Un tempo casette di lamiera stile baraccopoli di Nuova Delhi, i chioschi dei giornali si sono sempre più evoluti, nelle forme e nelle proposte.
Se alcuni rimangono chioschi, più carini e curati, addirittura spesso le edicole sorgono all'interno di veri e propri locali.
L'edicola, oggi, è sempre più un bazar. Un tempo era il tempio del quotidiano, dei corrieri delle sere e dei manifesti; del papà che riportava L'Espresso o Panorama e per noi qualche busta di figurine Panini.

L'edicola, per me, è sempre stata pura scoperta.
In anni dove le checklist scarseggiavano e internet non era nemmeno nella mente di Dio, ci si doveva per forza recare in uno di quei luoghi, per scoprire ogni novità.
È una cosa che mi è rimasta anche oggi.
Sì, ai tempi dei social, degli spot online, dell'informazione pubblicitaria invasiva, il 90% delle pubblicazioni le scopro ancora andando in edicola.
Sfogliando, toccando, guardando. Un mondo fisico, reale.



Perché appunto l'edicola non è solo quotidiano, non è solo settimanale.
Fumetti a parte, che la stanno sempre più abbandonando, l'edicola offre tante cose a chi sa cercare: nuove riviste, inserti speciali, dvd (non) vendibili separatamente, vecchi numeri di albi.
Trovi cose preziose, nelle edicole: magari robe mai rese, che giacciono lì da anni.
E, in certi contesti ormonali, anche qualcosa di erotico (calendari con showgirl in topless, castigatissimi Playboy) o di vero e proprio porno.
Insomma, un vero e proprio tempio del pop.

Voi che rapporto avete con l'edicola?
La frequentate?
Fatemi sapere.

Visita gli altri luoghi cult:

[SPOT] Parmalat - Football Fans Shoes by Superga (1998)

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Nella primavera del 1998 la Parmalat lanciò un'altra raccolta punti a tema calcistico, dopo gli orologi delle squadre del cuore: si trattava di Football Fans Shoes, in collaborazione con Superga.
E, per il lancio, addirittura non si badò a spese: ben tre pagine di pubblicità sui magazine!
Avete capito bene: tre spazi pubblicitari che raccontavano una storia... rivediamoli assieme.

Due ragazzini mostrano gli arti inferiori in primissimo piano. Il bulletto furbo, che afferma (in una frase per me poco eufonica) "a me non fa le scarpe nessuno.", è scalzo.
Accanto a lui, un più solare coetaneo che gioisce per indossare un paio di calzature gialle e blu (giustamente, i colori del Parma...lat!).
Si invitava il lettore a girare pagina per scoprire di cosa si stesse parlando...


Ed era appunto la raccolta punti Parmalat, Football Fans Shoes: in un periodo in cui le Superga erano in profondo declino e le trovavi nei cestoni delle grandi catene, il sodalizio con la nota azienda di latte portò alla creazione di nove paia di scarpe a strisce, coi colori delle nove principali squadre del calcio italiano.

Non so se qualcuno le abbia mai indossate, visto che le Superga erano fuori moda e saresti stato preso per un pezzente, ma chi le ha conservate e le indossa oggi, ha un tesoro alla faccia dei bimbiminkia che le Superga arrivano a pagarle decine e decine di euro.
Quando, qui, bastavano 130 bollini.

[CARTOONS] omosessualità nelle serie animate

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L'altro giorno, sul blog di Nino dedicato a Sailor Moon (QUI) ho scoperto che questo è il mese del pride, inteso come orgoglio LGBT (che ogni tanto aggiunge qualche altra lettera alla sigla).
E, in un post su Sailor Uranus e Sailor Neptune, si citava anche la nuova She-Ra... che dell'omosessualità ha fatto la sua bandiera ma è stata criticata ovunque pure da molti gay.
E allora perché non trattare a fondo l'argomento?
Pronti per scoprire l'omosessualità nelle serie animate?

Il Giappone, in questo senso, ha sempre anticipato i tempi.
Sia per cultura in sé (dal teatro en travesti ai rapporti omo-camerateschi tra "fratelli" samurai), sia perché i creatori di manga e anime sono figli di 'ndrocchia, l'omosessualità non è mai stata un vero tabù.
E così, se anche spesso i personaggi dei prodotti di intrattenimento erano dichiaratamente etero, c'era sempre quell'ambigua sfumatura che faceva sognare i fan, e dava origine a fanfiction e storie unofficial parallele. Dove, per esempio, Holly Hutton si faceva i suoi goal con Tom Becker (lo avrei scelto pure io al posto di quella cessa di Patty) o Andromeda si faceva incatenare dal lungo e duro settimo senso di Fish.

Fino a quando, poi, personaggi realmente omosessuali (nel senso di dichiaratamente tali, magari anche solo ad arrivarci per esclusione) sono apparsi veramente.
Se Lady Oscar è una bandiera LGBT quasi seminale, pur non avendo alcun reale connotato lesbico, penso invece al Generale Blue di Dragon Ball: la tv italiana ha censurato qualcosina, ma si intuiva fosse gay tanto che schifa pure la presenza femminile.


Oscar e Maria Antonietta

Ma le più famose in questo mondo sono proprio Heles e Milena, ossia Haruka e Michiru, ossia ancora Sailor Uranus e Sailor Neptune.
Pur con qualche alleggerimento da parte di Mediaset, fu impossibile tenere nascosta la loro relazione. Ci sono scene emblematiche inequivocabili che i fan hanno ben stampate in mente.
Insomma, le due dichiarano che il loro legame è più forte dell'amore, e di fatto stanno insieme.
Era la metà degli anni '90 e a nessuno, la cosa, stupì più di tanto.
Fecero invece scalpore, nella stessa opera, i tre ragazzi che diventano donne -richiamando un potere stellare-. Ma fecero scalpore solo per qualche psicologo da settimanale patinato, perché io percepivo la cosa né più né meno come il cambio di sesso di Ranma.

i/le Sailor Starlights

Il remake di Sailor Moon, mandato in onda dalla Rai un paio di anni fa, è ancora più esplicito: a Uranus e Neptune è dedicata persino la sigla finale, che non lascia spazio a dubbi.
E nulla è stato censurato, stavolta. Neppure un bacio. E nessuno ha avuto da ridire, pur essendo sulla castigata tv di Stato.

Qualche anno prima è invece andato in onda il bellissimo La Rivoluzione di Utena, su Sky.
Un anime che contiene un personaggio dichiaratamente lesbico (Juri Arisugawa) innamorata di una stronzetta col senso di superiorità.

Juri e Shiori

Persino il personaggio principale (Utena) vive un'avventura molto ambigua con l'altra protagonista (Anthy), in un detto/non detto tra l'onirico e il labirintico che però viene esplicitato nel film sequel/remake.

Utena e Anthy


L'autrice di Lady Oscar, a dire la verità, aveva comunque esplorato le giovani pulsioni omoerotiche delle ricche ragazze giapponesi, in Caro Fratello..., un anime andato in onda da noi nei primi anni 2000. Un'opera che vi consiglio, anche solo per i risvolti psicologici contenuti.

Qualche tempo prima, sempre la Mediaset dovette fare i salti mortali per cercare di "nascondere" le attrazioni che i personaggi di Card Captor Sakura provavano l'uno per l'altro.
Tranne poi una effettiva coppia che uscì alla luce del sole sul finale (Touya e Yukito) tutte le altre attrazioni erano in qualche modo spiegate, come ad esempio un "sentire" inconsciamente i poteri magici latenti di qualcuno.


Touya e Yukito

Certo -leggetela come vi pare- è chiaro che tutto abbia un doppio senso, così come la scena del primo incontro tra Uranus e Neptune, dove le due si dicono di "sentirsi uguali" e di sapere "cosa stanno provando", riferendosi tra le righe alla minaccia del nemico, o forse alla loro natura.

Michiru e Haruka in Sailor Moon Crystal

Poi, ci sono personaggi dichiaratamente omosessuali che rientrano nella categoria "comedy", come il pazzo (ma forse lui direbbe di sé la pazza) Mr. Two Bon Kurei, di ONE PIECE.
Ballerino classico, cigni e tutù, trucco e si va a perseguire la Gay Way, come scritto a caratteri cubitali sul suo lungo abito.
Per non parlare di Emporio Ivankov, ispirato al Tim Curry di The Rocky Horror Picture Show, che comanda un plotone di trans-formati, ossia gente a cui ha fatto cambiare sesso.


Mr. Two

E quindi veniamo aShe-Ra di Netlix (sì, lo so, è una fissazione...).
Un'opera che rilegge vecchi personaggi già consolidati, trasformandoli in altro: cambiano le loro etnie, cambiano le loro età, cambiano i loro fisici e pure i gusti sessuali.
She-Ra di Netflix vorrebbe provare a essere come le opere qui sopra elencate. Gioca con ambiguità e con letture tra le righe, più o meno velate. Ma arriva anni luce in ritardo col mondo, specie col mondo dell'animazione.

Tutte cose che Card Captor Sakura e Sailor Moon avevano fatto venti e più anni fa, in modo peraltro naturalissimo, semplice e, soprattutto, funzionale.
Caratteristiche mancanti invece in un'opera -dove peraltro si riprende già un'icona LGBT anni '80, sconvolgendola- che risulta del tutto forzata e innaturale.
E il rapporto lesbo tra Uranus e Neptune funziona ancora e sempre meglio di qualsiasi stravolgimento in questo senso.

Per approfondire:

[CINEMA] il film che...

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Pochi giorni fa, sul blog Gramonhillè apparso un post che parla di film, parla di cinema.
Si tratta di un breve elenco di ricordi cinematografici, e di come questi siano importanti per noi.
Dunque, anche per parlarvi ancora più di me, ballo la balza al calgo (era così?) ed ecco qui i film che...!

Il film che porterò sempre nel cuore
Stand by me - ricordo di un'estate. Ricordo quando, dove, come e con chi lo vidi; ne rimasi folgorato.

Il film che amo, ma che forse conosco solo io
C'era una volta un'estate, con un co-protagonista che sono io in tutto e per tutto.

Il film che amo, ma che tutti odiano
Cannibal Holocaust, so che è odiatissimo dai più. A me piace per tutta una serie di motivi.



Il film che mi ha allontanato da un intero filone
Probabilmente qualche cinecomix degli anni 2000, che ha portato a farmi disinteressare del genere salvo rare eccezioni.

Il film che ritiengo sopravvalutato dalla massa

Star Wars: che ritengo abbia cambiato la fantascienza al cinema, facendo da spartiacque perché comunque un capolavoro nel suo genere, ma nello specifico non credo che la trilogia originale sia stata poi rovinata dal tono dei sequel.

Il film che ritengo un vergognoso adattamento di un'opera letteraria
La trilogia cinematografica di Berserk... praticamente la serie animata del 1997 era meglio, e ho detto tutto.

Il film che mi risveglia paura ancestrali
Stigmate, mi fa più impressione de L'Esorcista (che non mi fa impressione).
Ricordo che mi colpì già dal poster promozionale.

Il film che ho visto per la primo in lingua originale al cinema
Bastardi senza gloria, che va visto in lingua originale proprio perché si basa sulle varietà linguistiche.



Il film che ho in lista da secoli ma non riesco a trovare

Sposerò Simon LeBon e Heaters - schegge di follia: non esistono in dvd, e li ho potuti vedere solo in tv. Aggiungo anche Gummo, alla lista.

Ebbene, se volete approfondire, ne parliamo nei commenti.
Ditemi anche quali sarebbero state le vostre scelte!

[FUMETTI] Paperinik: 50 anni con il superpapero!

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L'8 giugno del 1969, sulle pagine di Topolino, esordiva un personaggio destinato a un grandissimo successo: Paperinik.
Alter ego dello sfortunato Paperino, venne creato quasi per dare un riscatto morale al papero sempre più vessato dal tirchio zione e sempre più deriso dal cugino.
L'idea era quella di trasformare Paperinik in un diabolico vendicatore. Anzi, dovrei quasi scrivere diaboliko, con la k.
Questa è la sua storia...


GENESI

Parodiando proprio Diabolik e ispirandosi a Dorellik, fu la caporedattrice Elisa Penna a suggerire l'idea giusta, che venne concretizzata da Guido Martina e Giovan Battista Carpi.
Per una serie di vicende, Paperino arriva alla fatiscente Villa Rosa, rifugio del fu criminalissimo Fantomius (di cui vi ho parlato QUI).
Trovato il diario dello stesso, decide di riscattare la sua condizione e trasformarsi in Paperinik.

NEGLI ANNI

Poteva essere una cosa nata e morta lì, nei numeri 706 e 707 di Topolino, ma Paperinik fece breccia nel cuore del pubblico, che richiese nuovi episodi.
Già meno di un anno dopo, nel 1970, uscì un nuovo capitolo delle sue avventure, e dal 1971 in poi Paperinik apparve quasi regolarmente nelle storie Disney.
Un successo tutto italiano, che perdura ancora oggi e che si è trasformato nel tempo.


CRIMINALE O SUPEREROE?

Inizialmente, Paperinik vestiva i panni del Diabolico Vendicatore. Certo, sempre un po' maldestramente.
Poi, pian piano, il personaggio si è tramutato in un vero e proprio supereroe a difesa di Paperopoli.
La trasformazione avviene per gradi: da criminale a giustiziere mascherato, iniziava a vigilare sulla città difendendola dai suoi personaggi disonesti.
Se gli autori brasiliani poi puntarono tutto proprio su questo aspetto, si aggiunse in Italia anche una forte vena umoristica.
Ogni tanto però si ritornava alle atmosfere degli esordi: Paperinik ha molte anime, che convivono benissimo.
Ultimamente, comunque, il lato "criminale"è tutto per Fantomius, protagonista di belle storie ambientate nel passato paperopolese.


PK - PAPERINIK NEW ADVENTURES

A metà anni '90, la Disney Italia lanciò un magazine dal taglio nuovo e inedito: era una riscrittura del mito di Paperinik, che guardava molto all'America e stabiliva nuovi canoni narrativi con storie dal ritmo serrato e dai toni più adulti. Fu un successo strepitoso, che portò alla creazione di altre due serie analoghe (di cui una sequel canonico di questa).
L'universo di PK però non fa parte della regolare continuity di Paperinik, anche se recenti storie hanno mixato le varie incarnazioni di Paperino regalando un universo condiviso seppure fatto di "tempistiche" diverse.


ALTROVE

Paperinik è sempre una garanzia.
Addirittura, diverse scuole disneyane ne hanno (ri)raccontato le origini, da intendersi non canoniche con le storie italiane (tranne quella danese, modificata opportunamente nei testi).
In America, ad esempio, hanno provato a far nascere Paperinik da un addestramento di Pico De Paperis. In questa forma, con Paperino c'è anche l'ape Spike che tanto lo importunava nei cartoni animati vintage. Tali vicende, in ogni caso, non hanno avuto seguito.


OGGI

Dopo aver avuto collane personali e libri dedicati, dopo aver avuto riscritture e persino un videogame per Playstation 2, il personaggio noto negli USA come Duck Avenger dovrebbe persino comparire nel nuovo DuckTales.
Sarebbe la consacrazione definitiva, anche se una serie animata tutta per lui (che sappia magari prendere qualcosa anche da PK, mantenendosi però sull'originale!) è forse quel che manca e che potrebbe funzionare alla grande.
Buon compleanno!

[TAG] Liebster Award: rispondo alle domande!

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Wao, chi lo avrebbe mai detto che sul Moz O'Clock ci sarebbero stati, in copertina, dei fiori rosa!
E chi lo avrebbe mai detto che avrei deciso di rispondere, dopo secoli, a un Liebster Award...
Ma approfitto della nomination di Simona Ciccola per proseguire in quel cammino dove parlarvi un po' di me!


Vi avviso già: non taggherò nessuno, non per qualcosa, è che sono fuori da queste catene da tanto e allora lascio a tutti voi la libertà di rispondere, nei commenti o in un vostro post.
Sarò felice di scoprire di più su di voi!

- Mi racconti cosa significa per te avere un blog?
Ormai è una cosa talmente entrata nel mio quotidiano che a volte me ne dimentico. È una cosa naturale, scontata, ma che ogni giorno mi diverte come il primo.
Direi che non so vedermi senza blog, tanto che nel 2016, anno in cui non ho potuto vivere la blogosfera appieno, ne ero dispiaciuto.

- Qual è il posto più bello del mondo per te, e perché?
Casa mia, assolutamente. Entrambe le case, quella in Puglia e quella in Abruzzo.
Perché? Perché sono i contenitori di tutta la mia vita finora.

- Qual è il tuo piatto preferito?
Oltre all'immancabile pizza che davvero mangerei in ogni modo possibile, direi proprio tortellini panna e prosciutto cotto (e parmigiano a gogo)!

- Il tuo post più bello secondo te.
Quello che ancora non ho scritto. Anche perché non sarei in grado di scegliere né il migliore né il peggiore fino ad ora...

- La soddisfazione più grande che hai avuto grazie al tuo blog.
Già il fatto di essere seguito in modo così partecipe da voi è una continua soddisfazione, e non lo dico per piaggeria o per sviolinarvi: non è scontata, come cosa.
Con il blog ho lavorato nelle scuole, con il blog sono stato contattato da gente importante per dei progetti, con il blog mi diverto ogni giorno.
Insomma, io ci metto sempre il cuore, e vedere che gli sforzi messi nel blog (perché comunque, gestire il Moz O'Clock richiede impegno, per quanto piacevole) in qualche modo sono ripagati, allora sì, è una soddisfazione!

Ecco, ho risposto a tutto. Ma se non vi basta e volete scoprire la canzone della mia vita, vi rimando a questo post sul blog di Claudia, dove potrete ascoltarla!

Buona domenica a tutti!

[RIVISTE] linus, una rivista che fa bene il suo lavoro (specie nel numero di giugno!)

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Sarà stata la segnalazione di Luca (QUI), ad avermi spinto in edicola.
Sarà stata la copertina ocra, con il disegno di Crepax, ad avermi catturato.
Nella vita, ho spesso letto linus. Ma ancora non mi capitava di prenderlo mai durante la nuova gestione di Mr. Igort.
E sì che già la cover batmaniana del numero precedente mi aveva attratto.

Ecco cosa è una rivista di fumetti.
Ecco come dovrebbe essere. linusfa bene il suo lavoro, perlomeno in questo numero ora nelle edicole.
Numero di Giugno 2019: si celebra il 1969 prima che tutto riesploderà grazie al nuovo film di Quentin Tarantino.

I fumetti ci sono, come giusto che sia per una rivista di fumetti. Ma linus, così suadente sin dall'immagine iniziale, propone stavolta anche tanti articoli.
Sembra essere tornati ai bei magazine di una volta.
Tre racconti brevi, una intervista interessantissima alla figlia di Crepax, più di dieci rubriche (sulla tv, sul cinema, sulla musica...) e ben quattro corposi articoli: dallo sguardo sulle tavole di Buster Brown (a cura di Origa e Bertolucci), fino alla lunga retrospettiva sul 1969 (di Catinari) e le pagine sulle attiviste del fumetto Love and Rocktes (scritto da Lo Porto).


Tra i disegni, brevi storie ma folgoranti, tra cui i classici Peanuts (siamo alla riproposizione delle deliziose strisce del 1951, quando il design era ancora quello vintage) e Calvin & Hobbes.
Non poteva mancare proprio Crepax, con il suo Neutron (e quindi Valentina), a chiudere un numero che ci catapulta davvero nell'editoria scomparsa ormai più di venti anni fa.

Se linus dovesse continuare su questa strada, continuerò a comprarlo sicuramente.
Impaginazione elegante, proposte interessanti.
È quel che serve, e che c'è.

leggi anche

[MUSICA] Un'estate italiana (Nannini - Bennato, 1990)

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Estate, tempo di Mondiali: e noi stiamo facendo il tifo per le nostre Azzurre, più cazzute della Nazionale maschile odierna che si estinguesse tutta.
Nel 1990 toccò alla nostra Italia ospitare il resto del pianeta per la Coppa del Mondo, e tra la mascotte Ciao e tutti gli stadi rimessi a nuovo per l'evento, l'inno ufficiale in italiano venne affidato al duo Edoardo Bennato / Gianna Nannini.
Ecco così nascere Un'estate italiana, che qualcuno ancora insiste nel chiamare "notti magiche".
In uno studio che grida anni '90 da ogni angolo, con effetti grafici coloratissimi, Bennato agita una chitarra elettrica senza corrente e la Nannini canta con risvoltini, gilet e bandana.
Puro rock italico di quegli anni.

La versione originale internazionale, di Giorgio Moroder Project, era ovviamente in inglese ma non ce la siamo filata di pezza.
È intitolata To be number one, potete riascoltarla qui:


Fu lo stesso Moroder, comunque, a contattare Bennato e la Nannini per laversione italiana.
Per gli Azzurri finì male, ma tale canzone è rimasta negli annali, anche se non sarà certo questa a cambiare le regole del gioco.
Ma viviamola così: un'estate, un'avventura in più.
Goal!

[AFFETTI PERSONALI] Il mio paese - San Giovanni Rotondo

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In effetti, pensandoci, un libro scritto (anche) da meè stato prodotto già negli anni '90.
Ok, le cose non stanno proprio così... ma quasi.
Oggi vi parlo del libro Il mio paese - San Giovanni Rotondo, dato alle stampe nel maggio del 1993 e sì, curato davvero anche da me, nel mio piccolo.

Frequentavo la quinta elementare, classe 5 H della scuola Dante Alighieri.
Il "modulo didattico" comprendeva anche la 5 F: stesse tre maestre per decine di ragazzini!
Devo dire che, nei cinque anni di scuola primaria, il nostro modulo si era sempre distinto per la produzione di grandi cose, invidiate ovunque.
Recite imponenti, lavori di gruppo, un libro.
Già, per il gran finale prima degli esami, fu fatto qualcosa di davvero assurdo: la pubblicazione di un volume costatoci mesi e mesi di ricerche, interviste, uscite, lavoro.

la copertina per intero


Le tre maestre (Rosa Lucente, Maria Dragano e Giovanna Fini) furono attente e capaci, oltre che preparate.
Imbarcarsi in un'opera simile non era certo all'ordine del giorno, e lo fecero con garbo e pazienza.
Ricordo che ognuno di noi alunni contribuì in qualche modo: magari portando testimonianze o materiale fotografico privato. I testi vennero corretti solo in parte, lasciando certe piccole ingenuità lessicali e morfosintattiche tipiche di un alunno decenne.

il frontespizio con il mio nome


Il libro era un excursus sulla città di San Giovanni Rotondo, raccontando la sua storia dalla fondazione fino all'epoca contemporanea. Dalle ricette tipiche a un dizionarietto coi termini dialettali più caratteristici, ampie pagine raccontavano ovviamente anche l'operato di Padre Pio, i principali monumenti, il passaggio dall'epoca pagana a quella cristiana, il territorio nei suoi dintorni.
Poesie, canti, immagini (tutte in b/n) erano inseriti a corredo dell'opera.

una pagina di Padre Pio


Non mancava lo spazio dedicato agli episodi di cronaca locale che destarono enorme scalpore, come il rapimento Bramante a scopo di estorsione (probabilmente tra i primissimi crimini similari avvenuti in Italia), e l'omicidio della piccola Maria Tosto, una bambina uccisa nei primi anni '80 dai suoi giovani sciagurati rapitori.

la pagina su Giuseppe Bramante e Maria Tosto (con un refuso in una data...)


Il libro fu praticamente un piccolo caso, in paese: ebbe una certa risonanza e dopo la presentazione ufficiale ne furono distribuite varie copie, non ricordo se attraverso la vendita o attraverso l'offerta libera. Fattostà che anche dai miei nonni ve n'è una copia, che passa forse alla storia come libro più sfogliato in quella casa, visto che per anni, ogni domenica, era letto da me, i miei fratelli e le mie cugine.
Nelle ultime pagine, lo spazio era tutto per noi scolari: ogni alunno aveva il suo spazio con fotografia e firma.
Eccomi qui, come apparivo nel 1993.


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