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[FUMETTI] Paperbridge, la recensione (no spoiler)

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Non credo sia mai stato un segreto, nonostante si sia cercato di ammantare un po' il tutto nel mistero: Paperbridgeè il racconto della giovinezza di John Quackett, colui che qualche anno dopo sarà conosciuto come Fantomius e a cui Paperino si ispirerà per creare il suo alter ego Paperinik.
E, ve lo garantisco, qui non ci saranno altre anticipazioni.
Paperbridgeè una serie in cinque episodi apparsi sul magazine Topolino, tra l'agosto e il settembre 2020.
Ed è l'ennesima gran bella saga, che si aggiunge a tutte le altre di un Topolino rinnovato nello spirito, dove si cerca di creare un universo coeso e a tratti pure in continuity (ovviamente mai invalidante).


Marco Gervasio, già autore e curatore delle avventure regolari di Fantomius (vedi QUI) ha voluto raccontare il passato del nobile papero inglese: cosa ha fatto John Lamont Quackett prima di raggiungere l'America e diventare il famigerato ladro Fantomius?
Tante cose, tra cui il frequentare un rinomato collegio, il Paperbridge del titolo.




E lo ha fatto tra nuovi amici, lezioni diurne e segreti notturni: qualcosa che ha contribuito a formarlo come papero, quando poi lo ritroveremo da grande a Villa Rosa nei pressi di Paperopoli, impegnato nelle sue scorribande fuorilegge.
Paperbridge ha il pregio di inserirsi perfettamente nella continuità narrativa disneyana sia di Fantomius (l'autore è dopotutto lo stesso), sia della storia dei paperi. Quella di Don Rosa, ma anche quella della scuola italiana.
Un enorme affresco che va formandosi sotto i nostri occhi, e che unisce vari punti attraverso storie inedite.





In Paperbridge troviamo rimandi a personaggi e questioni che avverranno in futuro, e che hanno già coinvolto personaggi come Paperino e i suoi famigliari in storie ormai classiche, storie che gli aficionados Disney conoscono molto bene.
E la sorpresa non è un mero fan service, ma un riuscito collegamento di storie che vuol donare una certa filologia nella tradizione disneyana.
Marco Gervasio -che provvede anche ai disegni- ha ben chiaro il quadro principale, che lui stesso ha di fatto creato basandosi su cornici preesistenti.



John Quackett, per gli amici Quacky, è un ragazzo sbruffone, ricco e a tratti anche adorabilmente arrogante.
Il suo compagno di stanza è il puro Tom Ducket: arrivato a Paperbridge grazie a una borsa di studio, non è nobile e per questo viene subito preso di mira dagli altri studenti.




Tra confraternite, gare sportive, eventi festaioli e vita da college, Quacky e Tommy si ritroveranno coinvolti in vari misteri che riguardano la scuola e i personaggi che vi gravitano attorno.
Con qualche colpo di scena e addirittura un inaspettato finale, che promette scintille per il nuovo ciclo di episodi che arriverà (nonostante la storia raccontata in questi primi cinque capitoli sia completa).




Paperbridgeè fondamentalmente una storia di amicizia, amori, prepotenze, incomprensioni, riflessioni: sui propri sentimenti, sul proprio lato oscuro, sul cosa si vuol essere davvero.
In un'atmosfera di inizio secolo (Novecento, of course), mixata con echi di Harry Potter (senza magia, of course) e ambienti di fratellanza, è il garbo con cui si affrontano queste diverse tematiche a fare della serie un'opera riuscita, vitale e positiva.




Le personalità dei vari personaggi, così come il loro percorso, hanno qui una prima fotografia, una prima evoluzione: ma continueranno.
Appuntamento dunque con la seconda stagione, prossimamente, per nuove storie al sapor di Belle Époque

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